“STOP ALLE SEDUTE OPERATORIE! Lo decide il commissario straordinario dell’A.O.R. Papardo-Piemonte, Caruso che, almeno per un giorno, ha riconosciuto di non poter svolgere gli interventi programmati al presidio Piemonte per mancanza di anestesisti. Una cruda verità che noi avevamo già riferito al Prefetto Trotta due settimane fa!”.
Il Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte” rincara la dose rivolgendosi, ieri sera a Palazzo Zanca, al sindaco di Messina, Renato Accorinti. L’appuntamento con il primo cittadino era stato fissato a seguito dell’incontro, al Palazzo del Governo, con Trotta che aveva ribadito il necessario coinvolgimento dell’Amministrazione Comunale. Gli esponenti del Comitato presenti: il presidente Marcello Minasi, uno dei fondatori e ginecologo, Silvano Arbuse e la specialista di Chirurgia, Donatella Melina hanno raccontato gli eventi estremi degli ultimi mesi ed anni di gestione aziendale. “Dove ubicare il Polo Materno – Infantile tra i presidi ‘Papardo e Piemonte’ diventa un problema marginale, a fronte delle gravi carenze della struttura” – sostiene unanime il movimento cittadino. “Lo svuotamento del personale dall’Ospedale Piemonte a vantaggio del Papardo segue la chiusura di specialistiche e servirebbe ad inficiare l’operato dell’intera struttura fino a farla chiudere”. Su questo possibile pretesto Accorinti interviene con fermezza: “Abbiamo espresso chiaramente all’Assessore Borsellino che l’Ospedale Piemonte deve restare aperto con tutte le opportunità di diagnosi e degenza”. Ad oggi, due padiglioni ristrutturati per l’adeguamento sismico e costati oltre 2 milioni e mezzo di euro sono ancora chiusi: il padiglione 4 ha avuto in agosto il nulla osta dei Vigili del Fuoco e il Pad. 6 è già in ritardo sulla consegna lavori (metà ottobre 2013).
“Noi chiediamo molto semplicemente – dichiara il giudice Minasi – di mantenere e potenziare un centro d’assistenza in grado di garantire tutte le specialistiche d’emergenza-urgenza. Questo vale non solo in caso di catastrofi naturali, come disposto dalla Protezione Civile, ma anche nella quotidianità. Se molti specialisti lamentano di effettuare un superlavoro a discapito della qualità delle prestazioni, il manager non può smentire queste dichiarazioni ma solo correre ai ripari. Forse, con lui funzionano solo segnali forti e sollevazioni popolari”. In effetti, Caruso ha fatto un’ammissione di colpa da quando sette specialisti, tra Anestesisti e Rianimatori hanno mandato all’Azienda un atto extragiudiziario dove denunciano l’impossibilità di assistere contemporaneamente più pazienti in sale operatorie diverse. La pianta organica infatti prevedrebbe in questo delicato reparto 14 medici più il primario mentre la situazione attuale ne vede 8+1 con un medico aggiuntivo che farà da spola tra Papardo e Piemonte. Questo è l’unico e recente supporto offerto da Caruso. Sebbene la defezione sia dovuta ad una malattia con lunga convalescenza di due specialisti, non c’e ancora stata una reale e completa sostituzione.
“L’Anestesia e la Rianimazione sono il cuore di un ospedale – afferma Arbuse. Senza di esse, tutte le altre discipline non possono esistere dall’Ostetricia alla Cardiologia, dall’Ortopedia alla Chirurgia Generale. A fronte di turni di lavoro durissimi proprio per mancanza di ricambio, questi medici sono costretti a coprire più ore. Ognuno di loro arriva a svolgere 30 ore in più al mese, addossandosi circa 5 turni in più. Persino il Primario di reparto si adatta ad effettuare le guardie mediche, pur di mandare avanti la struttura. In simili situazioni, la lucidità può venire meno con i rischi che ne conseguono. Se adesso sono gli anestesisti ad essere in fermento, lo scorso giugno erano invece sessanta medici di varie branche che hanno denunciato con una lettera al Commissario un elenco di criticità”. Tra essi c’è anche la dottoressa Melina che, oltre a sottolineare l’esiguo numero di posti letto (78 contro 121 previsti dalla Regione), intende ricordare che, negli anni, altri traslochi dal Piemonte al Papardo sono risultati controproducenti come l’Emodinamica che ha salvato tante vite o il Centro Sangue che ha causato la perdita di ben 700 donatori”.
Il sindaco Accorinti ha accolto le istanze del Comitato e ha preso l’impegno di parlare entro pochi giorni con l’Assessore Borsellino per poter organizzare un incontro con tutte le parti interessate. L’intento sarà quello di chiarire una volta per tutte che l’Ospedale Piemonte non può essere toccato nella sua funzionalità, insieme ad altri servizi come l’ASP 5 di Via del Vespro. A tal proposito, il Comitato ha riportato al sindaco la proposta avanzata mesi fa al direttore generale dell’ASP 5, Manlio Magistri di accorpare il presidio all’Azienda Provinciale. Magistri si è dichiarato “pronto ad assorbire immediatamente l’Ospedale Piemonte per interventi di media e bassa complessità”.