A firma di Paolo David, viene diffusa una nota in cui il “Pd messinese si dissocia apertamente dal comportamento futilmente provocatorio che il Sindaco Renato Accorinti ha mostrato ieri, durante le celebrazioni della giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, dinnanzi al monumento dei Caduti”.
Le polemiche su quanto avvenuto due giorni fa non si placano e dopo varie riflessioni e la manifestazione di solidarietà a forze armate e forze dell’ordine, espresse dentro e fuori dall’aula consiliare, qualcuno ci tiene a dissociarsi in modo palese e chiaro dal comportamento tenuto dal primo cittadino in occasione delle commemorazioni del 4 novembre.
Dunque neanche i chiarimenti del vicesindaco riferiti al civico consesso sono stati sufficienti a convincere i democratici -e non solo- dell’assoluta buona fede con cui il pacifista in fascia tricolore si rivolgeva ai militari presenti in Piazza Unione Europea, lunedì mattina.
La comunicazione continua: “in quanto simbolo di un’istituzione e rappresentante dell’intera città, il Sindaco dovrebbe pubblicamente chiedere scusa a tutte le forze armate che, in Italia, sono oggi forze di pace”. Inutile aggiungere commenti in merito, perchè non è la dicotomia guerra/pace (quasi Tolstojana) ad essere qui in esame ma torniamo sulla questione di chi sia questo Pd e soprattutto chi rappresenti.
Civatiani e Renziani, prontamente interpellati, infatti, non sono d’accordo con il capogruppo dei consiglieri democratici. “Non scopriamo ieri l’essenza del Sindaco. Che sia a favore della smilitarizzazione e contro ogni forma di conflitto è noto da tempo, basta guardare la sua biografia per scoprire che si è anche sottoposto ad un giudizio con accusa di diserzione, tanto è radicato in lui il principio di non violenza. E i messinesi l’hanno votato consci anche di questo”, commenta Piero David. Anche i Castore e Polluce del partito non si uniscono al coro. Russo e Quero, in linea con quanto dettoci anche dal collega di partito sopra menzionato, ribadiscono come solo il segretario provinciale -che non ha ancora un nome- possa eventualmente esprimersi a nome del Pd nella sua totalità, mentre David (Paolo) sarebbe legittimato esclusivamente a riferire per conto dei consiglieri che in lui hanno il portavoce del gruppo.
Interpellato in questo ping pong di commenti a distanza, il membro del civico consesso ha specificato d’aver voluto parlare a nome di tutti solo perchè “lo ritenevo esclusivamente un atto di delicatezza nei confronti dei miei amici democratici”. Per la serie: vi avevo quasi fatto un favore ma fa nulla. (ELEU)