La cultura siciliana perde un grande “piccolo” editore, il trapanese Salvatore Coppola. Aveva 60 anni. Da diversi giorni era ricoverato presso l’ospedale Villa Sofia di Palermo, dove in coma era giunto dall’ospedale di Trapani, a causa di un aneurisma che non poteva essere operato. A trovarlo nella sua abitazione, prima del ricovero, alcuni amici, che da giorni non avevano avuto sue notizie.
Uomo di grande spessore culturale, amante dell’arte e della letteratura, fonda nel 1984 a Trapani la sua casa editrice, puntando alla pubblicazione di libri ‘impegnati’ come lui li chiamava, trattando spesso storie emblematiche di mafia, dando spazio ad inchieste scomode.
Salvatore Coppola ha vissuto per alcuni anni a Parigi mantenendo sempre viva la sua passione per l’arte, la poesia e la letteratura. Instabile e orgoglioso del suo lavoro, era costantemente in giro per la Sicilia e non solo, per far conoscere i suoi lavori.
Tra le pubblicazioni più importanti si ricordano certamente i libri come “Ciao Mauro”, di Salvatore Mugno e “Le siciliane” di Giacomo Pilati. Celebri le collane “Accollati un libro” e i “Pizzini della legalità”: due casi unici nell’editoria italiana. I “pizzini”, nati subito dopo la cattura del boss Bernardo Provenzano, sono diventati uno strumento straordinario di comunicazione fra gli operatori della legalità: società civile, volontariato e tutti gli altri protagonisti del Mezzogiorno onesto e laborioso.
Un percorso letterario ed editoriale, quello di Salvatore Coppola, che ha sempre dato protagonismo a quella parte indomita di siciliani che lottano, facendosi lui stesso testimone della battaglia contro la criminalità organizzata, a fianco di personalità e associazioni come Addio Pizzo, Rita Atria, Telejato, I Siciliani Giovani.
La sua casa editrice resta, fra quelle indipendenti, una delle più prestigiose del territorio siciliano.