BROGLI ELETTORALI A CASA SERENA: DIVIETO DI DIMORA PER UN PRESIDENTE DI SEGGIO

“Do ut des, ossia tu dai tre voti a chi dico io, che io do una pelliccia a te”.  Se si potesse ironizzare, il ruolo di Antonio La Trippa potrebbe essere magistralmente interpretato da Gaetano Portaro. Ma quello che emerge dall’inchiesta sui brogli elettorali a casa Serena è un quadro fin troppo detestabile, giacchè vittime sono anziani, donne e uomini della cui fragilità qualcuno ha approfittato.

Ma il lavoro degli inquirenti prosegue. Ed è stato finalmente accolto il ricorso proposto dalla Procura nei mesi scorsi, relativo all’inchiesta sui brogli elettorali che si sarebbero consumati alle Amministrative di giugno, nella struttura di accoglienza permanente per anziani “Casa Serena”.

Si era infatti aperta una vera e propria disfida tra Procura e Ufficio gip sulle esigenze cautelari del caso, che vedono coinvolto il presidente di seggio designato, Gaetano Portaro, accusato di aver formato falsamente alcune schede elettorali, di aver abusato delle proprie attribuzioni, e dei reati di cui all’art. 41 del D.P.R. 570/60 (si tratta delle norme sul voto assistito di disabili), creando un vero e proprio stato di “soggezione elettorale” tra gli anziani di Casa Serena. Il pool dei magistrati che si occupano di pubblica amministrazione aveva richiesto l’arresto del Portaro, formulando le ipotesi di carte sopra descritte alla Procura, ma il gip aveva rigettato la richiesta, ravvisando nelle condotte tenute dal presidente di seggio una rilevanza penale solo virtuale.

Ma lo scenario adesso –come riporta la Gazzetta del Sud – è cambiato: a carico del Portaro sussiste un quadro accusatorio  più che concreto, la possibilità di inquinamento probatorio è reale, le esigenze cautelari, a distanza di mesi, sembrano sussistere; non è stato disposto l’arresto perché il tempo passato dai fatti in questione è troppo, ma il collegio del Riesame ha disposto a carico del Portaro il divieto di dimora in città per la durata di tre mesi, misura restrittiva che è “… in grado di impedire all’indagato di entrare in contatto con le persone offese e di consentire una rapida e genuina acquisizione della prova”.

Adesso, per far sì che le accuse per la “massiccia attività di proselitismo elettorale”e per aver coartato la libera scelta del voto degli anziani di Casa Serena  –apponendo la X sulla loro scheda elettorale, o limitandosi ad indicare loro il nome del candidato da votare- non diventino decisive per l’imputato, l’unica strada processualmente percorribile per Salvatore Papa, avvocato difensore di Gaetano Portaro, è il ricorso in Cassazione.

Quindi come l’On. La Trippa, anche il democratico Portaro “seguiterà a combattere” e “passerà alla storia”, non d’Italia, ma delle più eclatanti inchieste di Messina. (F.A.)

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it