Gli aggettivi stanno finendo e il rischio di apparire ripetitivi diventa sempre più alto. Mettiamola così, l’unica nota stonata della nuova impresa della Roma è rappresentata dal fatto che, per la prima volta in stagione, i giallorossi hanno vinto con un solo gol di scarto. Statistiche e ironia a parte, la capolista è riuscita a superare anche l’ostacolo Udinese nonostante le condizioni non fossero tra le più propizie. La trasferta del Friuli si presentava ostica di per sé, vuoi per la consistenza dell’avversario – sempre temibile, specie tra le mura amiche – vuoi per le pesantissime assenze di Totti e Gervinho. Se a ciò aggiungiamo l’espulsione in corso d’opera di Maicon, il quadro è completo e risulta facilmente intuibile come fossero più che fondate le speranze delle dirette concorrenti, che confidavano per lo meno in un pareggino, anche perché gli uomini di Guidolin più volte avevano sfiorato il vantaggio.
E invece monsieur Garcia al 78′ ha tirato fuori dal cilindro il coniglio Bradley, il gregario patriota della Lupa americana, che dopo 4 minuti dal suo ingresso in campo ha regalato il piattone da 3 punti. Successi come questo hanno un valore psicologico inestimabile, rafforzano la consapevolezza nei propri mezzi e integrano le inequivocabili stigmate della squadra da battere, ormai nitidamente visibili anche agli occhi dei più miscredenti. Non resta che aggiornare lo score della battistrada: primato a punteggio pieno, frutto di nove vittorie in altrettante partite disputate, 23 reti all’attivo e una sola al passivo, numeri che parlano da soli.
Venendo adesso alle due più immediate inseguitrici, distanziate sempre cinque lunghezze dalla vetta, Napoli e Juventus hanno sbrigato già nella prima frazione le rispettive pratiche Torino e Genoa con il più classico dei risultati, riprendendo così la marcia dopo gli stop dello scorso weekend. La doppietta dal dischetto dell’ormai recuperato Higuain ha deciso il lunch-match del San Paolo, mentre allo Stadium i bianconeri hanno superato il Grifone grazie al penalty di Vidal e alla quinta prodezza in campionato di Carlitos Tevez, una vittoria che non ammette discussioni nonostante il contatto da rigore tra Biondini e Asamoah in realtà sia avvenuto appena fuori area: soltanto i miracoli di uno stratosferico Perin hanno, prima e dopo, evitato la goleada in una gara a senso unico.
Capitolo milanesi: pioggia di gol nelle due sfide che hanno visto impegnate le blasonate compagini meneghine. Sorride l’Inter, che sorpassa al quarto posto il Verona rivelazione imponendosi per 4-2 nel confronto diretto di San Siro. Gli scaligeri possono recriminare per il punto del 4-3 ingiustamente annullato a Luca Toni, che avrebbe riaperto la contesa ad un quarto d’ora dalla fine, ma anche in questo caso vale sostanzialmente il discorso fatto per la Juve, tre punti meritati e chiacchiere al vento.
Chi non riesce invece a trovare continuità è il Milan, che chiude con la beffa del Tardini la settimana dell’ottimo pari imposto al Barcellona in Champions League. Di questo passo, però, l’anno prossimo i rossoneri potranno ascoltare le celeberrime note della musichetta di Händel soltanto dal divano: 4 sconfitte e, soprattutto, 11 punti di distacco dal terzo posto – accumulati in sole nove giornate – sono davvero un’enormità. La dea bendata, peraltro, al momento aiuta poco i rossoneri, uccellati da una punizione last second del buon Marco Parolo, centrocampista di quantità e qualità che sinora ha segnato quanto i già menzionati Tevez e Higuain. E chissà come l’iracondo Mino Raiola di questi giorni prenderà le dichiarazioni di Allegri, che nel dopo partita, oltre a confermare l’arrivo di Keisuke Honda a gennaio, ha definito Mario Balotelli “un giocatore come gli altri, che può essere sostituito”.
Morale altissimo, al contrario, in casa Fiorentina. I viola capitalizzano lo show di Juan Guillermo Cuadrado e piazzano la seconda rimonta consecutiva, espugnando il Bentegodi e condannando il Chievo al momentaneo ultimo posto in graduatoria. La posizione di Sannino è in bilico, ma sembra che la dirigenza clivense sia disposta a concedere un’ulteriore settimana al tecnico campano.
Per restare in tema di allenatori sulla graticola, possono finalmente respirare Petkovic e Pioli. Il poliglotta timoniere della Lazio deve ringraziare Miroslav Klose. Sono infatti bastati tre minuti al navigato panzer, appena subentrato al brasiliano Ederson, per far saltare il banco sardo: gol del vantaggio e rigore del raddoppio procurato – poi trasformato da Candreva – per centrare nuovamente il bottino pieno dopo oltre un mese. Mentre il tecnico felsineo accenderà un cero a Crespo, che di nome non fa Hernan – bensì José Angel – e di mestiere il difensore, ma che ha ugualmente consentito al Bologna, con la sua zampata di rapina, di archiviare le tre sconfitte consecutive e agguantare così al penultimo posto Catania e Sassuolo, che nell’abulico pomeriggio del Massimino hanno impattato a reti inviolate. Avrebbe vinto la noia anche nel primo anticipo di questa nona giornata, disputatosi sabato pomeriggio a Marassi, ma la prima prodezza in serie A di Shkodran Mustafi, centrale della Samp e della Germania under 21, ha orientato a favore dei blucerchiati la sfida contro l’Atalanta.
E domani sera si ricomincia: proprio gli orobici ospiteranno l’Inter nel derby nerazzurro che fungerà da antipasto del turno infrasettimanale.(JODY COLLETTI)