Non è una storia nuova e originale quella che anima di dibattito, post lettura dei quotidiani, il sabato dei siciliani.
Già un anno fa , il periodico Panorama sbatteva in copertina l’immagine in bianco e nero del Governatore e titolava “Le relazioni pericolose dell’antimafioso Crocetta”.
Oggi, a poco più di 24ore dall’uscita del settimanale centonove in edicola, si torna a parlare del Presidente della Regione e di Procura, quella Messinese presso la quale, in occasione del suo ultimo passaggio in città, il teatralissimo Rosario si era recato per sporgere una delle sue tante denunce (si sa che per lui una delle tappe obbligatorie è sempre quella di depositare un esposto nella città presso la quale si reca…ormai è quasi tradizione!). Questa volta però non è lui il denunciante!
Ebbene, ieri il giornale messinese raccontava di un’iscrizione nel registro degli indagati proprio di Crocetta, a seguito di un esposto dell’ingegnere Roberto Sciascia, ex dirigente al comune di Gela, ove, per lungo tempo, è stato delegato alla gestione dell’ufficio ecologia.
Ed oggi, questo tecnico dalla fama di uomo dalla specchiata integrità – non è il primo caso di denunce da lui presentate (a suo rischio e pericolo, ovviamente) – torna ad essere oggetto dell’attenzione di stampa e amministratori tirati in causa dalle dichiarazioni rese nel 2012 all’allora procuratore antimafia nazionale e oggi Presidente del Senato, Piero Grasso .
“E’ da tempo che ritiene di rassegnare le proprie doglianze presso diverse autorità giudiziarie”, così commenta Nicolò Marino, delegato regionale all’energia. “Questa persona è già stata querelata dal presidente Crocetta e da me quando rese alcune dichiarazioni al settimanale Panorama e il procedimento è pendente a Milano“, precisa l’assessore.
L’ex pm di Caltanissetta, oggi nella giunta crocettiana, lascia intendere con le sue dichiarazioni che le questioni portate a galla nell’ultimo anno -precise accuse rivolte a Palazzo D’Orleans – siano frutto di una strategia per infangare l’operato dell’ex sindaco di Gela agli occhi dell’opinione pubblica: “l’azione di pulizia che col presidente Crocetta stiamo portando avanti nei vari rami dell’amministrazione e che ha anche coinvolto personaggi della politica messinese dà molto fastidio”, sottolinea.
Sciascia, stando a quanto riportato nell’articolo di Enzo Basso, avrebbe parlato del Governatore come di “un formidabile sceneggiatore degno di un premio letterario” e, sempre stando al pezzo di centonove, proprio l’ingegnere-blogger (sul web troverete a suo nome una pagina dedicata proprio allo sviluppo delle inchieste nate o arricchite da suoi contributi) di Porto Empedocle, avrebbe svelato “i retroscena dell’attacco sferrato nel maggio 2009 al magistrato etneo Carlo Caponcello, in predicato per una nomina alla Dda Nazionale, nemico giurato del magistrato Nicolò Marino”.
Parla di un “formidabile assist per il pm che da anni indagava su di lui, l’attuale assessore all’energia, in forza alla Dda di Caltanissetta, che aveva passato al setaccio, secondo il racconto del funzionario, sette anni di Crocetta al Comune e alcune sue disinvolte condotte, come utilizzare cinque telefoni cellulari per non essere intercettato” (centonove).
Allo stato attuale non c’è conferma dell’esistenza dei nomi di Crocetta e Marino nel registro degli indagati e, come detto, l’assessore ha smentito immediatamente la notizia. Ciò che è certo è che un tornado di questa portata non giova all’immagine sempre meno ammirata del buon Saro che, tra promesse voluttuarie e proclami degni di una costante campagna elettorale, ha sin qui deluso più che ammaliato, affermandosi più credibile come prezzemolino tv (ospite fisso all’Arena di Giletti) che non come Governatore della Sicilia, Regione che, dal suo arrivo, non sembra aver visto il concretizzarsi di uno solo degli auspici che appariva condividere con la gran parte degli stanchi isolani.
Così, l’uomo che ha fatto della lotta alla criminalità organizzata il proprio baluardo e il leitmotif assoluto della sua politica, mostrandosi agli occhi degli elettori come un missionario senza macchia, oggi viene sporcato da un altro alone grosso e ingombrante che, se veritiero anche solo in minima parte, risulterebbe eticamente rivoltante.
“Crocetta indagato a Messina per un fatto tecnico”, Crocetta accusato già in passato di aver stretto amicizie quantomeno equivoche; si ricordino le dichiarazioni di Malafarina – il Megafono – secondo cui la campagna elettorale 2002 dell’allora aspirante sindaco fu in parte seguita e gestita da tal Emanuele Celona, appartenente alla cosca degli Emmanuello. Secondo il presidente di Italia Nostra, Saverio Di Blasi, addirittura, i due sarebbero stati intimamente vicini e, allor quando il Di Blasi si preoccupò di informare Crocetta sulla pericolosità dell’”amante”-cit.-, lo stesso Celona provvide a minacciarlo esplicitamente con tanto di pistola alla mano, stando alle testimonianze fornite. Questi solo alcuni dei riferimenti contenuti tra l’altro nell’articolo di Panorama del novembre 2012.
Certamente queste notizie non alimentano le belle speranze dei siciliani, la cui amministrazione regionale, fino a poco tempo fa, appariva degna d’esser presa a modello come prototipo di gestione nuova, fresca, sana, in controtendenza col passato. Un esempio da seguire ad ogni livello, esportando nelle altre regioni e finanche a Roma uno schema apparentemente ben macchinato.
Italia e Sicilia, quest’ultima una potenziale metafora del mondo, con le sue difficoltà strutturali ma anche esistenziali: la sicilitudine, l’isolitudine … sarà un caso ma non possiamo non riconoscere che in fondo, ha sempre avuto ragione Sciascia. Leonardo ovviamente! (ELEONORA URZì)