In un mondo ideale…un Governatore che fonda la solidità delle sue relazioni sulle sole promesse non viene atteso con trepidazione.
In un mondo ideale, un ospite che tarda ingiustificatamente l’appuntamento non ha diritto a riguardi speciali.
In un mondo ideale, un consiglio comunale si occupa delle delibere.
In un mondo ideale, un’amministrazione le fa arrivare in aula per l’approvazione, ‘ste benedette delibere.
In un mondo ideale, se un incontro tra amministratori -cittadini e regionali- è previsto di mattina, il consiglio comunale invece è convocato per il pomeriggio e si richiede la presenza degli assessori per discutere delibere che – puntualmente – vengono rinviate al mittente o ritirate, gli assessori danno il benservito a chi tarda l’appuntamento (di otto ore, non venti minuti per code sulla Messina-Palermo!!!) e si congedano, almeno momentaneamente, dal briefing per riferire in Aula come richiesto dai rappresentanti eletti dal popolo.
Ma non viviamo nel mondo ideale, viviamo nel mondo reale, quello istituzionale, fatto di etichette e di comportamenti che si devono tenere, anche turandosi il naso: sfido chiunque, nelle stanze dei bottoni quanto tra corridoi addobbati con moquette rossa srotolata per l’occasione, a dire che ieri non abbia digrignato i denti, provato fastidio o si sia snervato o sentito offeso per il mancato arrivo del Governatore, atteso a Palazzo Zanca in tarda mattinata. Anche il pazientissimo sindaco avrà provato almeno una puntina di disappunto, suvvia, persino al Dalai Lama sarebbe scappata la pazienza, a tutto c’è un limite. La colazione era organizzata, il catering ordinato dal giorno prima e il red carpet pronto ad accarezzare le suole delle scarpe degli ospiti palermitani, al loro arrivo.
Che Crocetta non sia il principe della puntualità è cosa nota -e spesso plausibile-, ma dopo quasi due ore di ritardo evidente, iniziano gli ammutinamenti e Palazzo Zanca comincia via via a svuotarsi dei consiglieri che erano lì schierati – giacché convocati – per accogliere il Governatore. La prima a mollare è stata la cons. Faranda che, dopo aver guardato per l’ultima volta l’orologio, ha scelto di lasciare il Municipio, snervata dal comportamento irriguardoso. “E’ arrivato adesso alla Provincia!”, annunciavano i bene informati gironzolando per i corridoi. La Pidiellina abbandona il palazzo, facendo d’apri pista ad alcuni colleghi e commentando come non sia chiaro per quali meriti, in fondo, si sia organizzata un’accoglienza in pompa magna! “Mancava solo l’orchestra ad accoglierlo”, ironizza. E invece no! L’orchestra c’è, o almeno una rappresentanza degli orchestrali del TVE – insieme ad altri lavoratori pronti a manifestare le proprie istanze – che alla fine però non suoneranno.
I consiglieri si ritroveranno in Aula appena qualche ora dopo per la seduta odierna al fine di proseguire l’attività deliberativa. Ma proseguiranno un corno! Tra i punti all’odg figurano l’approvazione delle modifiche al Regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sulla pubblicità e del diritto sulle pubbliche affissioni e il regolamento del servizio di fognatura per le acque bianche. C’è un piccolo, apparentemente insignificante particolare: non sono presenti gli assessori, impegnati a pochi metri di distanza con i loro omologhi regionali.
Sulla prima faccenda, il vicesindaco richiede per iscritto alla Presidente che la discussione sia rinviata a nuova seduta, in modo da poter operare nuovi approfondimenti in merito, previa convocazione di un tavolo tecnico con le associazioni di categoria. “Andava fatto prima”, osserva la cons.Amata (DR) dagli scanni. “Siamo davanti a un bivio: 15 giorni fa ci dicevano che era urgente e alla nostra richiesta di ritiro hanno detto di no perché avremmo rischiato un danno erariale”, commenta il cons. Mondello (Udc). Il presidente della commissione bilancio sostiene la necessità di lavorare alla realizzazione di un piano generale sugli impianti pubblici, “ci vuole una strada maestra da seguire”. Dal suo canto prende la parola in merito anche il sempreverdecons. Santalco (Felice per Messina): “soprassediamo!L’ assessore sarà nell’ altra stanza ad attendere la venuta del Messia –Crocetta– dobbiamo compiere un ulteriore atto di responsabilità”, conclude. (Avete notato quanto sia diventata “di moda” la formula “atto di responsabilità” ultimamente? ).
E così via alle votazioni. Votanti 33, astenuti 7, favorevoli 26, contrari 0. La discussione è rimandata!
Servizio di fognatura per le acque bianche è la seconda questione che accende l’Aula. “Si era chiesto il rinvio per parlarne alla presenza dell’ assessore, ma l’assessore non c’ è. In fondo è una giornata particolare”, esordisce diplomatica la pres. Barrile.
Il cons. Carreri commenta che “discutere una delibera in quest’ aula è un fatto raro”; il consigliere Dr fa inoltre notare che trattasi di una delibera “che proponeva Buzzanca nel 2011 quando si sentivano i primi richiami della Corte dei Conti. Serve a fare cassa e rimanda responsabilità ai cittadini. Il paradigma è: Buzzanca la pensa, il consiglio la accoglie e Accorinti ne gode”.
La proposta è di bocciatura.
Vaccarino (Pd) e Rizzo (Udc) tagliano corto: rinviare tutto così da sentire prima l’assessore che dovrà riferire al consiglio al più presto. E’ la Presidente a precisare che “però se noi li invitiamo e non vengono in aula rinviamo sempre le delibere“. Non è d’accordo la cons. Fenech (CMdB) secondo la quale, dal momento che in commissione la delibera è già stata discussa, si è pronti a passare al voto.
Nonostante l’esito con la quale l’Aula con 20 voti favorevoli accoglie il rinvio, il vociare durate la pausa è chiaro. “Si poteva votare in effetti”, dice qualcuno che però ha preferito optare per altro. “Rinviarlo era un atto di coerenza verso i colleghi”, risponde qualcun altro. Insomma tra responsabilità, coerenza, emendamenti, tavoli tecnici e polemiche, un passo dallo stallo non si muove.
La discussione si sposta infine su Fiera e uso del quartiere, con tanto di proposte e solleciti da porgere all’amministrazione circa la posizione da assumere in merito al futuro del quartiere. Idee interessanti e proclami in stile postsessantottino si incrociano tra i banchi, classiche dicotomie pubblico/privato che ricordano il capitolo centrale del libro di storia delle medie, si incontrano ma non creano scontri tra i consiglieri che oggi hanno un nemico comune -anche se non lo dicono è così-.
Dopo una giornata trascorsa in attesa di Crocetta, non aver potuto fruire dell’apporto degli assessori impegnati dal Presidente ritardatario, non aver neanche ricevuto una visita istituzionale dell’ospite e aver ridotto ad un nulla di fatto quest’ennesimo consiglio, gli umori non sono dei migliori ed è comprensibile. Al termine della seduta, la Presidente Barrile si farà portavoce dell’intero pubblico consesso presentando al Governatore una nota relativa alle aspettative che la città tutta ha relativamente a promesse del passato promulgate da Palazzo D’Orleans e non ancora evase e sulle urgenze per le quali Messina ha bisogno di un aiuto Regionale, pena l’impossibilità di riemergere dal baratro. (vedi nota)
In un mondo ideale, ieri gli assessori sarebbero stati in aula nel pomeriggio dopo aver seduto al tavolo di discussione con i colleghi regionali dalla tarda mattina.
In un mondo ideale, il consiglio comunale avrebbe aperto la seduta alle 18 in punto come previsto e non quasi un’ora dopo.
In un mondo ideale, l’Aula avrebbe affrontato tutti i punti all’ordine del giorno.
In un mondo ideale, si sarebbero potute votare delle delibere già pronte, discusse, emendate, rivedute e corrette in precedenza -alcune sono ai box dall’insediamento delle new entry-.
In un mondo ideale sarebbe successo questo, ma questa è Messina non un mondo ideale! (ELEONORA URZI’)
FOTO: SERENA CAFFARELLI