Quando in nome della spending review si calpesta la dignità del lavoro. E’ l’amara constatazione alla luce dell’ultimo appalto che riguarda la pulizia delle caserme. 22 metri quadrati al minuto, una stanza di medie dimensioni per chi non è pratico di misure: ovvero la superficie che un lavoratore dovrebbe pulire nelle mansioni ordinarie – perché a queste si sommano poi nell’arco delle settimane e dei mesi quelle straordinarie- secondo il nuovo appalto delle Caserme della provincia di Messina affidato dalla Prefettura e vinto con un ribasso della base d’asta del 52,33% dalla New service di Marsala.
67 lavoratori in tutto che, secondo gli standard dell’appalto che rispetto al precedente hanno mantenuto invariato il servizio ma dimezzandone il costo, si sono visti dimezzare le ore di lavoro a parità di prestazioni fino a una media di 4/5 ore la settimana spalmate su tre giorni per uno stipendio che mensilmente arriva ad 80 euro circa.
A denunciare la situazione la Filcams, la categoria della Cgil che segue il settore, che all’indomani dell’esperimento della gara, aveva immediatamente richiesto alla Prefettura la convocazione dell’Osservatorio provinciale sul pulimento, un organismo nato proprio per vigilare sugli appalti anomali, che ad oggi non è stato ancora convocato.
“Una vera anomalia- osserva Francesco Lucchesi, della Filcams Messina-, anche perché in questa vicenda c’è da sottolineare come la stazione appaltante sia proprio la Prefettura”. Inoltre, il 25 settembre, un incontro era stato chiesto proprio alla Prefettura, Ente appaltante, ma anche qui nessuna convocazione.
La Filcams contesta soprattutto la clausola dell’appalto che nel bando vincola l’affidamento all’offerta con il massimo ribasso piuttosto che a quella economicamente più vantaggiosa. E di sicuro l’offerta della New service, che pur partendo da una base d’asta di 480mila278 euro per 28 mesi e tutte le caserme e relativi uffici per 97 locali complessivi della provincia di Messina per un totale di 105mila324 mq, è stata aggiudicata per 227mila140 euro.
“Vittime di questa tipologia di ribassi nati sull’onda di una spending review esasperata che ha riportato indietro le condizioni dei lavoratori e che non tiene conto dell’effettiva fattibilità del lavoro chiesto e ancora meno delle persone coinvolte, sono le persone : da un lato chi dipende dalle imprese che vincono le gare impegnandosi a espletare i medesimi servizi in metà tempo a metà costo, dall’altro chi in quei locali vive e lavora- commenta Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina che sottolinea: “La battaglia dei sindacati però ha reintrodotto le norme che vietano il ribasso, nelle gare d’appalto sui prezzi legati al costo del personale, quindi la cosa corretta da fare oggi è revocare l’appalto”.
La versione definitiva del decreto del Fare varato dal Governo Letta infatti, ha reintrodotto nel Codice dei Contratti il comma 3bis dell’art.82 che che dispone esplicitamente il divieto di ribasso nelle gare d’appalto sui prezzi che compongono il costo del personale.
Cgil e Filcams oggi chiedono quindi l’annullamento della Gara per l’affidamento del servizio di pulizia delle Caserme della provincia di Messina; la riattivazione dell’Osservatorio sulle imprese del pulimento; l’introduzione nelle gare del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa al posto del massimo ribasso e la stipula di Protocolli di legalità per il rispetto delle norme sulla sicurezza e la piena applicazione dei Contratti collettivi di lavoro.