La notizia della possibile dismissione o declassazione dell’ente Teatro di Messina a favore di quelli di Catania e Palermo, che nei giorni scorsi ha acceso gli animi di quanti con il teatro lavorano, ha indotto alla protesta concretizzatasi questa mattina. Piacevolmente sorpresi i manifestanti, da concretezza e onestà del commissario Regionale Rosario Cultrone che hanno incontrato per la prima volta.
Operatori dell’ente, orchestrali e sindacati, si sono ritrovati davanti al Vittorio Emanuele per poi trasferirsi al quarto piano dello stabile, al fine di ascoltare cosa le istituzione avessero da dire. Ma, colpo di scena, l’incontro congiunto con il Presidente Maurizio Puglisi e il Commissario della Regione Rosario Cultrone non è stato esattamente come molti lo avevano immaginato.
C’è lo spiega il pianista Giovanni Renzo il cui spettacolo, lo ricordiamo, ha subito le conseguenze dei tempi ed è stato cancellato. “L’incontro con il Commissario non è andato male come nelle previsioni, i toni sono stati smorzati”. La prospettiva non è quella che si paventava, di portare a Messina spettacoli di Palermo e Catania, ma piuttosto di cooperare nella messinscena degli stessi.
Scongiurato, insomma, lo spauracchio del declassamento…?
Secondo quanto emerso, la revisione dell’ente non sarebbe attuata nella forma della sostituzione ma piuttosto in quella della cooperazione, fermo restando che ogni teatro manterrebbe la propria orchestra. La preoccupazione del teatro messinese, per l’appunto, si basava in particolare sul fatto che, non figurando in organico come invece è per il Bellini di Catania e il Massimo di Palermo, orchestrali, maestranze, artisti messinesi sarebbero rimasti fuori.
Il nuovo corso prospettato dal Commissario, invece, impone di mettere i teatri in rete in modo da ottimizzare le risorse carenti, senza però tagliare fuori nessuno. Ciascun Teatro, insomma, continuerebbe ad avvalersi dei propri artisti organizzando la programmazione in funzione di quella degli altri teatri: “ che senso ha produrre la Boheme a Messina quando il mese dopo c’è a Catania?” interroga Cultrone. Ai fini del coordinamento e dell’ottimizzazione delle risorse, anche le direzioni artistiche saranno unificate. Un unico direttore artistico, quindi, che comprenda sia lirica che prosa. A tal proposito, il commissario si aspetta che la nomina sia immediata, al massimo entro la prossima settimana.
Resta il problema che, si sa, “senza soldi non si canta messa”. Il commissario Cultrone sarebbe riuscito a rintracciare ulteriori fondi, per un totale di circa 5 milioni di euro da destinare all’ente. Adesso non resta che attendere per verificare se alle buone intenzioni seguiranno i fatti.
Positivo l’atteggiamento del Presidente Puglisi che spera di poter ripartire con la programmazione e l’attività entro 15 giorni dall’appianamento delle questioni in sospeso. (LAURA MANTI)