Secondo la classifica pubblicata da Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari delle Regioni, l’Azienda Ospedaliera Gaetano Martino di Messina è il secondo ospedale peggiore d’Italia, preceduto dal Federico II di Napoli, ritenuta l’ultima struttura d’Italia, e seguito da un’altra Azienda Ospedaliera napoletana, il “dei Colli P.Monaldi”.
La ricerca è basata sugli “esiti” dell’attività sanitaria del 2012, basata sulle schede di dimissione. I 1440 ospedali pubblici e convenzionati italiani sono stati classificati in base a una quarantina di indicatori, dalla mortalità per infarto, a quella per gli interventi cardiochirurgici o per l’ictus, dal tasso di cesarei a quello delle operazioni di colecisti in laparoscopia. In pratica, è una radiografia della qualità delle cure. L’agenzia ha preso in considerazione, per tutti gli indicatori, come sono andate le strutture delle Regioni italiane, cioè quali sono state nella media, oppure sopra o sotto. Risulta che la migliore, per qualità sanitaria, è la Toscana.
I migliori ospedali sono al nord: sei dei primi otto classificati sono tutti della Lombardia, a partire dal numero 1 in Italia, il San Raffaele di Milano, seguito dagli Spedali Civili di Brescia e dal Santi Antonio e Biagio di Alessandria (Piemonte).
Replica l’AOU “G. Martino”, che precisa, in un comunicato stampa, che ha effettuato una verifica accedendo al sito di Agenas e in particolare al programma nazionale di valutazione esiti da cui vengono estrapolati i dati.
“L’analisi tiene conto di 15 indicatori; questi ultimi, tuttavia, non sono esplicitati; ciò non consente un confronto chiaro; obiettivo che tra altro Agenas si è posta con la creazione del PNE, il cui proposito non è certo quello di “classificare”, quanto quello di diventare a tutti gli effetti uno strumento di conoscenza e di trasparenza per la popolazione.
Gli indicatori a cui si ferimento in modo esplicito nel testo sono la mortalità per infarto del miocardio, per intervento cardiochirurgico di bypass e la percentuale di cesarei. Per quanto attiene il primo di questi indicatori, si sottolinea che il dato in questione non può riguardare l’Azienda, in quanto l’AOU “G. Martino” non ha un reparto di cardiochirurgia; per ciò che concerne invece i cesarei l’Azienda universitaria di Messina, su una media nazionale del 26, 27%, ha una percentuale di tagli cesarei primari del 15,19%; tale percentuale rapportata alle 10 aziende classificate come “migliori”, fa emergere l’AOU al quarto posto come performance rilevata da Agenas.
Tra gli indicatori che Agenas identifica vi è anche quello relativo alla frattura del collo del femore, intervento chirurgico entro due giorni; in questo caso l’Azienda ha una percentuale dell’86,41% e rispetto alle 10 aziende classificate al top si colloca al secondo posto”.