E’ finito in manette in Germania Vincenzo Crascì, latitante mafioso di spicco ricercato dal 2011. Su Crascì, 53 anni, nato in Australia ma residente in Sicilia, gravano pesanti accuse, tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidi plurimi, estorsione e danneggiamento, per le quali è stato condannato a scontare una pena di 21 anni. Si nascondeva a Singen, tranquilla cittadina della Germania. I carabinieri di Parma, dopo anni di ricerche in collaborazione con la polizia tedesca, lo hanno scovato e arrestato .
Vincenzo Crascì, 53enne, affiliato alla famiglia dei Chiofaliani, ha vissuto per 10 anni a Colorno, vicino Parma. In paese lo hanno sempre visto dietro il bancone del bar che gestiva con la moglie, o ancor prima nel suo negozio di ortofrutta. Ma nella sula “vita precedente” era stato condannato a 21 anni per omicidi plurimi in concorso ed estorsioni (operazione Mare Nostrum).
Nel 2011 l’uomo è stato condannato a 16 anni e mezzo di prigione, mentre cinque li aveva già trascorsi in carcere preventivo prima di trasferirsi in Emilia. A Messina, precisamente nel paese di Barcellona Pozzo di Gotto, negli anni ’80, il clan di Crascì aveva combattuto una guerra di mafia con 39 omicidi in tre anni.
È stato rintracciato grazie all’attenzione dei carabinieri di Parma, che da due anni a questa parte, da quando l’uomo era divenuto latitante, non hanno mai smesso di sorvegliare la moglie e i figli minorenni. Nel marzo scorso, la famiglia aveva lasciato Parma per andare a vivere lei pure i Germania con i bambini.
Vincenzo Crascì è stato arrestato dalla polizia tedesca a Singen, nel Baden-Wurttemberg, al confine con la Svizzera.
Alla scuola della figlia ha detto che sarebbe tornata dopo una settimana, invece il trasloco voleva essere definitivo. Ha cercato di cancellare ogni traccia, anche cambiando numero di telefonino, per andare a raggiungere il marito, che nel frattempo si era messo a fare l’imbianchino. Non sapeva di essere già seguita.
I Carabinieri di Parma e l’Interpol di Roma hanno allora coinvolto la polizia tedesca, che a inizio settembre ha arrestato Crascì e oggi il latitante è stato trasferito in Italia, nel carcere di Rebibbia, ma la sua destinazione finale potrebbe essere ancora Parma, nel carcere di via Burla.