Incroceranno le braccia per l’intera giornata di martedì 1 ottobre, garantendo solo i servizi essenziali, così come previsto dalla legge, i 217 lavoratori che ad oggi garantiscono il servizio di pulizia ed igiene al Policlinico Universitario “Gaetano Martino”.
Alla base della protesta, per la quale i lavoratori chiedono anticipatamente scusa agli utenti, già fortemente penalizzati, il nuovo bando di gara che regolerà il servizio per il prossimo quinquennio e che prevede una riduzione drastica tanto del monte ore di lavoro, tanto dell’importo a base d’asta, circa il 35 % in meno, con gravi possibili ripercussioni sulla pulizia e l’igiene della struttura già fortemente penalizzate.
“Lo scorso gennaio – spiega Silvio Lasagni, segretario provinciale della UILTRASPORTI – abbiamo appreso, come sindacato, che il Policlinico, consorziato con l’ASP di Enna e l’IRCSS Neurolesi (decisione già di per sé discutibile, specie se si pensa al rapporto ore lavoro per metro quadro che prevede differenze sostanziali tra l’ASP di Enna, che prevede 74 minuti di pulizia per metro quadro, e il policlinico che ne prevede invece 51 ), aveva espletato un nuovo bando di gara che incomprensibilmente riduceva le ore lavorative, a fronte però di un cospicuo aumento delle attività di pulimento richieste (vedi attività di giardinaggio, derattizzazione e disinfestazione).
“Nel dettaglio – prosegue Lasagni – il bando passa dalle 5.255,12 ore settimanali del 2005 a un monte ore minimo settimanale da garantire di 3.615,17, con un importo a base d’asta annua che passa dai 4 milioni e 700 mila euro del 2005 ai 3 milioni e 455 mila circa di oggi. Tutto questo preoccupa fortemente il sindacato allarmato per le gravi ripercussioni che un tale provvedimento potrà avere sull’attuale forza lavoro e sulla efficienza dei servizi di igiene e pulizia dovuti ai pazienti del presidio ospedaliero. Non esistendo infatti nel capitolato d’appalto alcuna clausola di salvaguardia per il livelli occupazionali, il timore è che la ditta appaltatrice possa andare ad un ulteriore ribasso, riducendo quindi ulteriormente la qualità dei servizio ed il numero dei dipendenti. Un lusso che una struttura come il Policlinico non può permettersi. Che la cittadinanza non può permettersi.”
“Fare cassa sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini bisognosi di cure è uno sconcio che andrebbe perseguito penalmente. – denuncia Lasagni – visto soprattutto l’alto rischio di infezioni che la carenza di igiene potrebbe produrre in un contesto ospedaliero. Infezioni che se contratte potrebbero tradursi in esose richieste di risarcimento, il cui costo sociale andrebbe a ricadere sempre sulla pelle dei cittadini. “Se a tutto questo – conclude Lasagni – si aggiunge che la direzione generale si era impegnata, con verbale dello scorso 14 febbraio, redatto in conseguenza di una precedente dichiarazione di sciopero, ad instaurare con tutte le organizzazioni sindacali di categoria momenti di confronto sul percorso da adottare nel rinnovo della gara d’appalto, si palesa totalmente la scorrettezza di una controparte più interessata a fare cassa che non a raggiungere, anche all’interno di processi di razionalizzazione, il suo scopo primario, ossia salvaguardare la salute dei cittadini.”
Tutti questi temi saranno alla base dell’assemblea dei lavoratori che si terrà lunedì dalle 9.00 alle 11.00 al Policlinico.