Correva l’anno 2012 e, proprio di questi tempi, consiglieri comunali delle diverse fazioni presentavano l’ istituzione del Garante dei Diritti per l’infanzia, la cui delibera di riferimento era stata votata all’unanimità. Un appoggio trasversale confermato dalla presenza in conferenza stampa dall’allora presidente del consiglio Previti, Tamà (Grande Sud) e i consiglieri Cocivera e Calabrò (al tempo divisi da una L di troppo nell’etichetta Pd del primo).
Messina finalmente si rivelava pionieristica in qualcosa di positivo: prima città della regione ad avvalersi di questo strumento così importante per la tutela dei più piccoli, i cui diritti – difesi pubblicamente – spesso vengono calpestati nel privato, come purtroppo le cronache raccontano.
Chi a suo tempo mostrò grande entusiasmo per l’iniziativa fu uno dei suoi promotori più fervidi: Saro Visicaro. Il presidente dell’Osservatorio per i Minori Lucia Natoli era soddisfatto nel 2012 e verosimilmente lo sarà ancora di più oggi, scoprendo che il suo è uno dei nomi più accreditati (dall’opinione pubblica che se ne sia interessata) per indossare le vesti di Garante, di cui si sta facendo un gran parlare negli ultimi giorni. E invece di soddisfazione non si può parlare. Perchè? Perchè proprio le associazioni che avevano tanto premuto perchè venisse istituita la figura risultano fuori dai giochi relativi alla concorrenza per l’incarico, oltre che dai tavoli di confronto. Almeno così è stato fino ad ora.
Ferma restando la posizione dell’Osservatorio, ufficializzata già da tempo, di non presentare alcuna candidatura, pare che non sarebbe stato possibile in ogni caso per Visicaro, e chi per lui, aderire al bando che, sembrerebbe escludere a priori dal ventaglio dei papabili qualsivoglia componente di associazioni che si occupano dei minori (che cosa bislacca!).
Ma chi è questo Garante e che compito ha? Il paladino (o LA paladinA) dovrebbe ergersi in assoluta difesa dei diritti dei più piccoli e far sì che i doveri di cui sono titolari venissero rispettati, supervisionando lo stato di salute di quella fetta di società spesso priva di un megafono che consenta di far sentire la sua voce. Un supereroe per i bambini, un trait d’union tra il mondo degli infanti e quello degli adulti che per loro sono chiamati a scegliere e decidere. Ecco, immaginiamo l’identikit di questo personaggio senza macchia e con un riconosciuto attivismo in favore dei bimbi: chi potrebbe corrispondere al profilo?
Stamane, tramite una lettera aperta rivolta alla Presidente Emilia Barrile e al Consiglio Comunale tutto, con specifico indirizzo alla sua componente femminile, la consigliera Pdl, DanielaFaranda, ha richiesto un’attenzione particolare al tema in questione.
Dati oltremodo sconfortanti quelli riportati dal documento firmato dall’ex vicepresidente del TVE, da sempre attiva nel sociale, con specifico impegno verso i disagi delle donne e dei più piccoli. “Quello della devianza minorile è solo uno degli aspetti che coinvolgono bambini e adolescenti ma esistono altri fenomeni quali la dispersione scolastica, i minori stranieri e la loro relativa integrazione, i minori in stato di abbandono, i minori senza fissa dimora, i minori ospiti di comunità, violenza anche domestica e, purtroppo, molto altro”, si legge nella nota. La consigliera pidiellina snocciola numeri oltremodo preoccupanti: tra i dati del Dipartimento di Giustizia Minorile risultano a carico di ragazzi, tra i 16 e i 18 anni, ben 400 denunce penali (reati contro la persona e il patrimonio, spaccio, reati associativi), sintomi evidenti di un grave disagio economico, sociale e culturale “non più circoscritto ai quartieri tradizionalmente considerati a rischio criminalità”, si legge ancora. Di questi, solo 1/3 viene denunciato o scoperto dalle forze dell’ordine.
La Faranda chiede “grande attenzione nel prendere in esame le istanze dei candidati a questo importante e delicatissimo ruolo”, auspicando un’accurata riflessione del Consiglio (unico responsabile dell’affidamento dell’incarico quinquennale) “anche attraverso la ridefinizione dei criteri di nomina”.
E’ chiaro che l’auspicio di tutti è che la scelta ricada su una figura qualificata ed esperta in materia e, trovando una “sintesi su temi che non hanno, non possono, anzi non devono avere colore politico o rappresentare gli interessi di pochi”, continua la consigliera.
Ma dall’Aula escono fuori i primi rumors e, nonostante molti aspetti non siano ancora chiari (chi ha presentato la candidatura? Il bando è stato riaperto?), i consiglieri del centro-sinistra sembrano in gran parte già schierati in favore di un candidato specifico: Pio Lo Re. Il dirigente scolastico, storico preside del Liceo Ginnasio La Farina (e da sempre molto vicino al mondo della politica), pare sia proprio il “prescelto” da alcuni alleati come i consiglieri scudocrociati, i Progressisti e il gruppo Felice per Messina. Sarebbe utile sapere cosa ne pensano gli ex studenti che hanno “toccato con mano” le sue doti da educatore e il suo impegno per difenderne i diritti, quello all’istruzione compreso. Sempre i famosi rumors, vorrebbero che sul suo nome ci fosse anche il placet del deputato regionale, on.Rinaldi.
Insomma, una nomina politica?
E se così fosse, che posizione prenderebbero i colleghi del centro-destra e quelli di CMdB che (al solito, voci di corridoio) parrebbero pensare al promotore del progetto Pedibus, il dott. Sergio Conti Nibali (pediatra), come Garante?
Sarebbe un bene che quelle stesse associazioni promotrici dell’iniziativa fossero interpellate, avendo al loro attivo, di certo, un cursus honorum, un bagaglio esperienziale settoriale e una causa cognita che dubitiamo appartenga in egual misura al Consiglio, non a tutti e 40 i suoi membri almeno (e giacchè tutti e 40 sono chiamati a votare il nome, sembrerebbe opportuno si avvalessero di consulenti competenti in materia). Staremo a vedere cosa succederà, anche se non è affatto chiaro in che tempi e in che modi.
Certi (?) del fatto che la scelta ricadrà sul/la candidato/a più idoneo/a a ricoprire il ruolo-e ovviamente non solo i due sopracitati rientrano nella rosa-, concludiamo riportando una frase della lettera della cons. Faranda, affinchè sia da monito ai lavori dell’Aula.
Speriamo sia colta e accolta da tutti e 39 i suoi colleghi, di ogni colore, numero, genere e provenienza.
“La nomina del garante deve essere un grande atto d’amore verso la parte più debole della collettività: i nostri bambini”. Non un incarico politico (aggiungiamo noi!)
(ELEONORA URZì)