Interventi mai effettuati, visite a pazienti ignari e rimborsi per operazioni fittizie. Di tutto questo è accusata la dentista Maristella Zagami, condannata dalla Corte dei conti con la società cui era intestato il suo studio a risarcire all’Asp di Messina danni per 184 mila euro.
La dottoressa Zagami esercitava la sua attività in due centri della provincia di Messina, Montalbano Elicona e Furnari, e in qualche caso in studi che non erano accreditati presso l’Asp. Un’indagine della Guardia di finanza, che nel 2011 portò all’arresto della dentista e all’interdizione per un anno dalla attività odontoiatrica, ha accertato che la dentista avrebbe ottenuto il pagamento di prestazioni per almeno 166 pazienti che erano state gonfiate o addirittura non erano state mai effettuate.
In pratica avrebbe percepito dall’Asp, in regime di convenzione, circa 196 mila euro in soli due anni, per interventi, a quanto pare, mai eseguiti o, nella migliore della ipotesi, pesantemente “gonfiati”. L’esempio più eclatante, che diede una svolta alle indagini, i quarantacinque interventi dichiarati in un solo giorno e nei confronti di un solo paziente. Oppure le cure prestate sul dente già estratto in precedenza a un altro paziente. Per non dire dei trenta interventi in sole due settimane (due al giorno, in pratica) su una malata terminale.
In alcuni casi i presunti pazienti hanno dichiarato di non avere mai conosciuto la specialista presso la quale risultavano avere subito interventi costosi.