Che la sanità pubblica non sia un fiore all’occhiello per la nostra terra non è una notizia, del resto i problemi legati a strumentazioni, fondi dedicati e liste d’attesa interminabili rappresentano un vero e proprio dramma riguardante l’Italia tutta.
Si continua a parlare di ospedale Margherita e stamani, presso la Sala Falcone Borsellino, il sindaco e l’assessore Mantineo hanno incontrato una rappresentanza di organizzazioni sindacali di categoria, alcuni consiglieri comunali (tra cui Santalco e P.David) e la deputazione regionale. Proprio questi ultimi costituiscono uno degli elementi di quella “squadra” convocata ad inizio del mandato da Accorinti, che a pochi giorni dal suo insediamento volle confrontarsi con i messinesi che siedono sulle poltrone governative di Roma e Palermo, Ministro compreso.
Stavolta la delegazione presente non era poi così numerosa come si sarebbe sperato. Con tutte le attenuanti del caso -che non sta a noi giudicare, non avendo elementi per farlo- resta il dato di cinque presenti su undici deputati, ossia Laccoto, Panarello, Grasso (che è oltretutto proprio membro della commissione sanità dell’Ars), Greco e Zafarana. Non hanno risposto all’appello, invece, Germanà, Rinaldi -assenti anche al briefing di inizio estate- , Ardizzone, Formica, Currenti e Picciolo.
E i membri dell’Assemblea sono essenziali per sbrogliare il bandolo della matassa giacchè “i nostri interlocutori rimangono l’assessore regionale alla sanità, Lucia Borsellino, e il commissario straordinario Manlio Magistri”, specifica Mantineo, il quale sottolinea inoltre come quest’ultimo continui “ad adottare provvedimenti in contrasto con l’apertura del Pta all’ex ospedale Margherita”.
Com’è chiaro, alla nuova amministrazione, la scelta di spostare la strumentazione utile alla risonanza magnetica dall’ex struttura ospedaliera del Viale della Libertà non va giù. Che i barcellonesi abbiano diritto quanto i messinesi di poter usufruire di un servizio necessario è lapalissiano. L’auspicio di tutti, associazioni e sindacati presenti compresi, è che questa non diventi una controversia di natura politica “perchè il politichese non ci interessa ma non si può non pensare ci sia altro sotto”, commenta qualcuno in sala.
Nell’attesa di avere un feedback concreto da Palermo -nella persona dell’assessore Borsellino-, da Palazzo Zanca giunge la conferma del ricorso al Tar per bloccare immediatamente il trasferimento della risonanza magnetica al Cutroni Zodda. Si era già notato come fosse stata piuttosto bizzarra la tempistica con cui suddetto trasferimento era stato disposto, nella giornata di ferragosto, proprio dal Commissario Magistri.
Centocinquantamila europer dislocare la macchina diagnostica, la cui presenza nella struttura ospitante permetterebbe una riduzione di tempi d’attesa che a Messina hanno del tragicomico: due mesi almeno, e si sa quanto la risonanza sia determinante per una diagnosi, ragion per cui pensare a tempistiche bibliche è in netta antitesi con il concetto di diritto alla salute -la stessa legge prevede che non si superino i tre giorni- .
Era stata proprio l’assessore Borsellino a chiarire che il macchinario non si sarebbe mosso dal plesso del Margherita e che, anche laddove si fosse presa una decisione in controtendenza, ciò sarebbe comunque avvenuto di concerto con l’amministrazione messinese che, com’è evidente, è invece stata chiamata in causa solo per recepire passivamente una disposizione del Commissario dell’Asp. “E’ una scelta arbitraria di Manlio Magistri”, aveva commentato Mantineo appena qualche giorno fa.
“La salvaguardia della salute dei cittadini è uno dei compiti che mi competono direttamente nel mio ruolo istituzionale e sotto l’aspetto umano”, tuona Accorinti, il quale, d’accordo con “i suoi”, difende il Pta e richiede chiarezza sulla questione nonché sostegno ai deputati di casa nostra. La questione su cui accendere i fari è in primis relativa alle competenze di ciascuno e se vi state chiedendo se il Commissario Straordinario sia o meno nelle condizioni di fare il buono e il cattivo tempo circa la situazione, la risposta è scontata.
Staremo a vedere come si pronuncerà il Tribunale Amministrativo, quel che è certo è che, per una spesa di 4 milioni, sarebbe più opportuno mettere mano al portafogli del carrozzone pubblico, quello che consente sprechi multimilionari e che il Governatore aveva promesso di far cessare. Ad oggi non sembra che da Palazzo D’Orleans qualcosa si sia mosso in questa direzione, proclami nel pomeriggio domenicale di RaiUno a parte. Che si consenta la nascita di controversie e finanche faide tra “malati” è quantomeno squallido, ma appartiene ad una tradizione di politicanti che il significato di bene comune non sanno proprio dove stia di casa.
Speriamo che la prossima “gita palermitana” risulti più produttiva e non solo l’ennesima chance di visibilità a cantastorie che negli ultimi mesi tanto le hanno dette grosse da aggiudicarsi anche una pagina dedicata su social network.
Continuando così, il caro Presidente, rischia di diventare più popolare di Chuck Norris.(ELEONORA URZI’)