Una storia poco moderna, una storia che si ripete: l’università di Messina teatro di anomalie su cui in molti chiedono di fare chiarezza. Ma c’è chi è andato oltre le parole, denunciando in Procura alcuni episodi da porre al vaglio della magistratura.
Il 2 e il 22 luglio il prof. Giuseppe Restifo, ordinario di storia moderna alla Facolta di Lettere e Filosofia dell’ateneo messinese, assistito dall’avv. Maria Falbo, si è recato presso la segreteria della Procura della Repubblica di Messina per depositare due esposti.
Il primo riguarda le procedure di un concorso, ancora in atto, per ricercatore a tempo determinato presso l’Università di Messina; il secondo invece concerne la successione di fatti, ripresi dalla stampa nazionale, nell’ambito dell’Abilitazione scientifica nazionale a professori ordinari e associati. In particolare la vicenda riguarda il caso del curriculum del professore Angelo Sindoni. Ambedue gli esposti vertono sul settore concorsuale della Storia moderna.
Le due vicende si sono incrociate nel corso dell’ultimo anno. “Visibili anomalie erano state segnalate per tempo – dichiara Restifo – già dal luglio 2012, prima all’allora Rettore Tomasello, poi successivamente, dal gennaio 2013, ai ministri dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo e Maria Chiara Carrozza. Malgrado le sollecitazioni, giunte anche da altri docenti e altre associazioni, non è pervenuta alcuna risposta fino al mese di luglio 2013. Alla procedura concorsuale locale sono interessati nove candidati; in quella nazionale, gestita dall’Anvur, l’Agenzia ministeriale di valutazione, gli interessati sono in 327.
Si conta dunque sulla preparazione e accuratezza, dimostrate in questi anni dal Procuratore e dai sostituti di Messina, per l’accertamento dei fatti, a garanzia dei candidati alle procedure concorsuali ancora in corso”.