Approda finalmente nelle sale italiane l’attesissimo “Monsters University”, film d’animazione prodotto dalla Pixar Animation Studios e distribuito dalla Walt Disney Pictures, diretto da Dan Scanlon.
Il film, disponibile in versione classica e in 3d, racconta della carriera universitaria e la nascita dell’amicizia tra i due mostri Mike Wazowski e James P. Sullivan, meglio noto come Sulley, protagonisti del celebre film “Monsters Inc”, distribuito in Italia con il dubbio titolo “Monsters & Co.” ,nel lontano 2001.
Quattordicesimo film prodotto dalla geniale Pixar, “Monsters University”, ideato già dal 2005 ma accantonato per dissapori tra le alte sfere delle compagnie di animazione occidentali più famose del mondo, è il primo prequel in assoluto prodotto dagli Studios di animazione californiani.
Nel classico stile Pixar, viene proiettato prima del film un cortometraggio animato, “L’Ombrello Blu”, diretto da Saschka Unseld, tenerissima favola sull’incontro tra due ombrelli in una piovosa metropoli.
Dopo l’ombrello tocca ai mostri più simpatici e improbabili del mondo dell’animazione prendere vita tra lo schermo e gli occhiali del pubblico, accompagnando lo spettatore in un viaggio nel loro passato, 12 anni dopo averli conosciuti e visti relazionarsi con la piccola Boo, che per niente spaventata li tratta come cuccioli di pelouche, e divertendosi manda in crisi loro e l’intero sistema su cui Monstropolis, la città/mondo dei mostri si fonda.
E qui viene fuori il carattere geniale della Pixar, capace di intrattenere spettatori di tutte le età, proiettandoli in un universo pop, che fonde colori sgargianti distribuiti e spennellati ovunque nelle bellissime panoramiche che sembrano il sogno di un bambino riprodotto con i colori a dita, una colonna sonora eccezionale, firmata dal pluripremiato Randy Newman, e un 3d leggero, che non appesantisce il film ma lo impreziosisce, conferendo un tocco di realismo che sicuramente incide sulla sospensione dell’incredulità, trascinando lo scetticismo degli adulti in scenari talmente dettagliati e ben animati da sembrare verosimili.
Il tutto è amalgamato da personaggi, dialoghi e situazioni decisamente divertenti, che per la prima volta dopo “Brave”, nell’animazione degli ultimi anni, mi sembrano veramente adatte anche ai bambini, sia per il loro aspetto che per il contenuto e infine il messaggio della storia, universale, corretto e positivo, ma soprattutto comprensibile.
Altro enorme merito, ormai parte della firma di questi giganti dell’animazione, è la cura quasi maniacale di ogni particolare, che quasi non viene percepito dallo spettatore, ma di sicuro comporta ore di lavoro da parte delle migliaia di persone che prendono parte alla produzione di film del genere, la cui realizzazione dura letteralmente degli anni, in questo caso 3. Non c’è scritta, libro o volantino che non sia tradotto in italiano, con la stessa precisione ossessiva di Stanley Kubrick, palese nella famosissima scena legata alla macchina da scrivere di “Shining”.
Grande differenza tra la versione originale e quella italiana è invece il doppiaggio, che negli Usa pullula di star, già in passato coinvolte in “Monsters Inc” o aggiunte per questo capitolo. Voci di attori del calibro di John Goodman, Steve Buscemi e Billy Crystal si affiancano a “nuove reclute” come Helen Mirren, Sean Hayes e Alfred Molina, vengono sostituite da bravissimi doppiatori specializzati, e pochissimi elementi dal mondo dello spettacolo: Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, ex veejay di Mtv poi diventati “I soliti idioti” nel ruolo di Terry/Terri Perry e Loretta Goggi, che sfrutta la sua carriera teatrale e di caratterista per dare voce alla lumacona Roz.
La storia sui mostri che non fanno abbastanza paura ma inseguono con dedizione e impegno il loro sogno di diventare spaventatori conquista tutti i tipi di pubblico, rendendolo l’intrattenimento intelligente perfetto per la fine dell’estate, tempo di bilanci, ritorno alle attività invernali, a scuola, al lavoro e al cinema, per una nuova variegata ed esaltante stagione.
Chicca: consiglio a chiunque vada a vedere il film di non lasciare la sala fino alla fine dei titoli di coda per godere di una piccola sorpresa, come da tradizione Pixar.
(Martina Morabito)