Nel dibattito post-Vara si inserisce Alessandro Tinaglia, del movimento Reset!, con una nota che di seguito pubblichiamo, che però, come sottolinea lo stesso scrivente,rappresenta esclusivamente, la sua posizione personale, dal momento che della questione non ha discusso l’intero direttivo.
“Ci risiamo: “Guelfi e Ghibellini”. Una città incapace di affrontare le questioni in maniera serena e puntuale è una città che non ha futuro. – scrive Tinaglia – “Addiopizzo”ha posto un problema serio e concreto mentre l’amarezza del Sindaco lascia sgomenti. Sembra quasi che si voglia alimentare una cultura che rende “nemici” del cambiamento tutti quelli che si permettono di fare osservazioni critiche e proposte alternative. Accorinti non si indigna con chi lo accompagnava sul ceppo della Vara ma con chi ha posto, dopo decenni e coraggiosamente, una questione mai affrontata dalla Città e dalla Curia. Questo atteggiamento dogmatico è molto pericoloso poiché non consentirà alla Città di crescere. Mi riferisco a quella crescita culturale tanto sbandierata “dal basso” che solo un confronto ed un dibattito “laico”, privo di preconcetti, può innescare.
Se pensiamo di risolvere tutto con uno slogan, un gesto simbolico ed una maglietta allora inviterei il Sindaco seriamente a riflettere su quella citazione di Gaber che tanto gli piace: “non ho paura del Berlusconi in se ma del Berlusconi in me”. Se la politica degli annunci, degli intenti, della comunicazione fine a se stessa è sbagliata, lo è, ovviamente, a prescindere da chi la utilizza.
Se agli annunci quindi non seguiranno fatti ed atti amministrativi non ci sarà alcuna differenza, nella sostanza, tra il prima ed il dopo, tra il vecchio ed il nuovo. Unica differenza sarà che ad accompagnare la Città al proprio funerale sarà gente certamente nuova, certamente perbene ma ugualmente incapace di dare risposte concrete.
Se qualcuno si sente più tranquillo io ,invece, continuo a preoccuparmi. Proviamo a concentrarci sulle soluzioni serie e sulle attività da mettere in essere per dare lavoro, speranza ed opportunità ai Messinesi.
Il Sindaco conosce i miei dubbi, rafforzati purtroppo dall’approccio e dal metodo portati avanti fino ad oggi da te e dal tuo gruppo, ma, come dico da mesi, sarei felicissimo di sbagliarmi e ricredermi”.