ANCORA VARA: ACCORINTI RISPONDE AD ADDIOPIZZO, “LA CITTA’ HA COMPRESO, VOI NO”

Che al direttivo AddioPizzo non siano andate giù le modalità con cui l’amministrazione ha gestito la realizzazione dell’evento ferragostano è stato chiaro già dal day after quando, in occasione della conferenza stampa indetta da Pistorino e co., i consociati si sono espressi chiaramente sull’argomento.

Ai membri della Onlus non è piaciuta l’inclusione all’interno del (nuovo) Comitato Vara di due nomi noti alle forze dell’ordine. Essi hanno inoltre propugnato un miglioramento nelle scelte future per ciò che afferisce la “selezione” degli organizzatori dell’evento più importante del ferragosto messinese, oltre ad aver avanzato una serie di proposte per ottimizzare le risorse e rendere più sicuro e conforme ai dettami della legalità -come essi la intendono- la processione nelle future edizioni.

Se AddioPizzo ha idealmente battuto i pugni e tirato le orecchie al sindaco, d’altra parte Accorinti non ha subito silenziosamente le accuse. Nella nota diramata ieri dall’ufficio stampa di Palazzo Zanca si leggono osservazioni del primo cittadino, non di poco conto, che vale la pena di riportare integralmente.

 “Non posso che esprimere profonda amarezza per le dichiarazioni rilasciate da AddioPizzo Messina. Nella lettera alla città, pubblicata giovedì 15, ho sottolineato espressamente che la Vara è una festa che appartiene a tutto il popolo messinese. Al contempo ho ribadito che contro ogni tipo di ambiguità e in netta discontinuità col passato, per la prima volta è stato istituito un Protocollo di legalità per regolamentare le funzioni del nuovo Comitato Vara, mettendo al centro i principi etici indiscutibili di legalità e di contrasto alle mafie. Tale protocollo – prosegue il sindaco Accorinti – è nato proprio in virtù dell’importanza data da me e dalla Giunta municipale ai gravi avvenimenti della Vara 2012, quando volontari di AddioPizzo furono aggrediti da due componenti del disciolto Comitato Vara. Più di un mese fa, quando si è trattato di andare a costituire il nuovo Comitato Vara ho invitato personalmente i componenti di AddioPizzo a venire alle riunioni e ad entrare a far parte del predetto comitato per poter valutare e condividere tutti insieme le scelte più appropriate anche in merito ai suoi componenti. Inoltre, ho chiesto loro di sfilare alla Festa della Vara con lo striscione di AddioPizzo; hanno rifiutato entrambe le proposte. Il mio messaggio della lettera alla città, l’indossare la maglietta AddioPizzo e, al contempo, prendere il posto del Capo Vara sono stati gesti dalla forte carica simbolica, molto concreti e precisi, il cui senso è stato compreso chiaramente da tutta la città. Non vedere il risultato straordinario ottenuto; quello di un popolo unito, oltre che nella fede, anche nei principi della legalità; non vedere che si sono superate mille difficoltà, presagite fino a qualche minuto prima della partenza della Vara; anzi, piuttosto, trovare qualcosa per scomporre e dividere un messaggio di cambio epocale, è come di chi guarda il dito e non guarda la Luna. É utile solo ad indebolire questo percorso. Con spirito – conclude Accorinti – sempre propositivo e alla ricerca delle soluzioni migliori, rinnovo ad AddioPizzo, a tutti i cittadini e alle associazioni l’invito a collaborare sin d’ora al fine di migliorare il Protocollo di Intesa per la futura Vara 2014”.

Quanto avevamo già sostenuto nei giorni scorsi, allorquando vi avevamo raccontato della conferenza stampa indetta dalla Onlus, ribadiamo ancora oggi: con buona probabilità, questa volta, l’associazione anti racket ha un po’ esagerato, alzando i toni in maniera assolutamente sterile.

A chi abbia osservato attentamente gli eventi occorsi il 15 agosto, è apparso palese un colpo di coda da parte dell’amministrazione che, con quei gesti estremamente plateali, profondamente contestati da alcuni, ha “solo” voluto sottolineare l’intenzione di sovvertire un sistema in atto da tempi immemori, appropriandosi dello scettro del potere, rappresentato dalla bandiera arrecante l’inno all’Assunta.

Il Re(nato), in piedi sul carro votivo, ha esibito la maglia di AddioPizzo e si è autoinvestito del ruolo di capo vara, da sempre di pertinenza del leader rionali, come la stessa tradizione vuole. Oggi che suddetta tradizione entra in contrasto con questioni morali e di ordine pubblico -a seguito degli eventi verificatisi lo scorso anno- Accorinti non ha fatto altro che dar prova di intensa difesa della legalità, sfidando quanti non la rispettino, pubblicamente a tenzone. Il guanto della sfida si è mostrato in tutta la sua concretezza in quella condotta dell’amministratore.

Spiace ammetterlo in modo così schietto ma a chi non ha colto la natura di un’azione le cui motivazioni sono apparse palesi andrebbe suggerito d’essere meno distratto (non potevamo renderla in modo più “grazioso”). E chi ha contestato il sindaco, megalomane tanto d’essersi posto sulla piramide mobile, è chiaro che ha peccato di malizia o superficialità. Ritenere la condotta accorintiana un semplice  exploit da egocentrico, offende l’intelligenza degli stessi che questo pensiero hanno sviluppato: troppo banale!

A volte, prima di analizzare un fatto, bisogna osservarlo bene e comprenderlo. A qualcuno (sottoscritta compresa), la dinamica e la sua ratio erano parse lapalissiane da subito. Per altri è stato necessario leggere la nota del Comune. Qualcun altro continua a pensare che l’arkè di quel comportamento sia il narcisismo del “folle barbuto in pigiama” (cit.).

Probabilmente ad AddioPizzo non piacerà la risposta che il sindaco ha voluto rendere ufficiale.

In fondo è probabile che prima di entrare nel quartier generale municipale, lo stesso Accorinti avrebbe avuto da recriminare in una situazione analoga, gridando al “si è fatto troppo poco” ma, una volta dentro le stanze dei bottoni (tanto di Palazzo Zanca quanto d’altri edifici della pubblica amministrazione), è quantomeno obbligatorio ammettere nel proprio vocabolario anche termini sgradevoli come “compromesso”.

La differenza la fanno gli uomini e ci sono certi uni che dimostrano di saper gestire suddetti “compromessi” in modo vincente. E’ un fatto che la delibera sia stata firmata, come è un fatto che per la prima volta la Vara, che fino a qualche settimana fa non era neppure di certa realizzazione,  sia stata faccenda della Città tutta e non solo di alcune zone. A dimostrazione di ciò, a dirigere la musica non un capo corda tra quelli -tradizionali- rionali ma proprio il rappresentante di Messina: il sindaco!(ELEONORA URZI’) 

foto di Luigi Giacobbe

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it