Oltre 3800 spettatori per l’opera di Leoncavallo. Venti minuti finali di applausi e ripetuti applausi a scena aperta.
Stagione lirica esaltante a Taormina, dove il regista Enrico Castiglione ha inanellato in un mese ben tre successi consecutivi di grande portata internazionale, grazie anche alla diffusione in atto e futura delle sue produzioni operistiche sulle maggiori emittenti e piattaforme televisive mondiali. Dopo “Rigoletto” e “Cavalleria rusticana”, anche “Pagliacci” ha conquistato la platea cosmopolita del Teatro Antico, che ha fatto registrare quasi il tutto esaurito. Alla fine ben venti minuti di applausi rivolti da oltre 3.800 spettatori al nuovo allestimento e agli interpreti del capolavoro di Leoncavallo, terzo ed ultimo titolo del cartellone programmato quest’estate nella Perla dello Jonio.
Una terna di opere che ha permesso ad Enrico Castiglione di approfondire cause ed esiti cui conducono amori “malati” e passioni esasperate. Se l’amore paterno non basta a riscattare il “cortigiano” Rigoletto, se il triangolo di “Cavalleria” precipita nel sacrificio rituale di chi ha violato le regole, in “Pagliacci” la vicenda si snoda come un femmicidio ante litteram, che la regia di Castiglione analizza nel progressivo inverarsi all’interno di una vicenda all’apparenza “normale”, anzi brillantissima e comica.
Una messinscena che il pubblico ha salutato con applausi a scena aperta e richieste di bis. Possente e tragico il Canio del tenore Piero Giuliacci, sapientemente padrone del ruolo del marito-padrone, tanto da infiammare gli spalti al “Vesti la giubba” che chiude il primo atto. Superba, sia vocalmente che scenicamente, la prova del soprano Chiara Taigi, al culmine della propria maturità artistica. Appassionato e generoso il Silvio di Vincenzo Taormina accanto al protettivo e umano Arlecchino di Giuseppe Distefano. Di rilievo anche la prova di Giovanni Di Mare, prima nel “Prologo” e poi nei panni di Tonio, sorta di Jago istigatore degli istinti neri di Canio, al quale – in questa innovativa regia – ruba la celeberrima battuta finale “La commedia è finita”.
Castiglione cera un’atmosfera circence, tanto vivace e colorata quanto struggente e malinconica, che fa da cornice e contrasto alla tragedia della gelosia. Una concezione registica e scenografica innovativa, animata da una cura dettagliatissima dei particolari e dai meravigliosi costumi disegnati da Sonia Cammarata, che con Enrico Castiglione forma dal 2004 una collaudata e applaudita coppia teatrale.
Di alto livello la performance dell’Orchestra Sinfonica del Taormina Festival, diretta dalla prestigiosa bacchetta del brasiliano Luiz Fernando Malheiro, con il coinvolgente e coinvolto Coro Lirico Siciliano istruito da Francesco Costa, insieme al Coro di voci bianche Progetto Suono” di Messina, diretto da Rita Padovano.
La produzione è stata registrata con la regia televisiva dello stesso Enrico Castiglione e sarà trasmessa nei prossimi mesi dalla RAI, che quest’anno ha già messo in onda “Norma” e “Rigoletto”, altre due produzioni operistiche firmate da Castiglione a Taormina, rilanciando il fascino e l’immagine del sito classico che rende unica la Città del Centauro.
La fotogallery è firmata da Paolo Galletta