La terza giornata dell’undicesima edizione dell’Horcynus Festival si apre con la presentazione del libro Blocco 52, del collettivo Lou Palanca, edizioni Rubettino. Partecipano Lou Palanca 2, Paolo Benvenuti e Tonino Perna. Due documentari – Le pietre scartate di Sibylle Righetti e Lettera al Presidente di Franco Jannuzzi – introducono il tema della serata, “Il confine tra follia e normalità”.
Se ne discute con il sindaco di Messina, Renato Accorinti, e lo psichiatra Angelo Righetti, a partire dall’esperienza che il Distretto Sociale Evoluto, di cui la Fondazione Horcynus Orca fa parte, porta avanti da anni con gli internati dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto nell’ambito del progetto “Luce è Libertà”.
Indaga il filone anche il film che chiude il programma del 29 luglio: Viva la libertà di Roberto Andò.
ECCO NEL DETTAGLIO GLI APPUNTAMENTI
Blocco 52: presentazione del libro del collettivo Lou Palanca con Lou Palanca 2, Paolo Benvenuti e Tonino Perna – Eventi Letterari Parco Horcynus Orca – Complesso Monumentale 29 luglio, ore 19.30
È un collettivo di scrittura calabrese – Lou Palanca – a firmare Blocco 52 (Ed. Rubbettino). Il libro sarà presentato all’Horcynus Festival con gli interventi dell’autore Lou Palanca 2, del regista Paolo Benvenuti e del professore universitario Tonino Perna.
Palanca, i calciofili lo ricorderanno, era un attaccante mancino dai baffi folti e il piedino di fata, bandiera e cannoniere del Catanzaro in serie A, capace di segnare 13 gol direttamente dal calcio d’angolo. Lui di nome faceva Massimo, loro Lou (unica concessione allo pseudonimo editorial-calcistico) e sono cinque scrittori dislocati tra varie città calabresi e Roma.
Il Blocco 52 che dà il titolo al loro primo romanzo è lasezione del cimitero di Catanzaro in cui riposa Luigi Silipo, dirigente del Partito comunista e segretario del sindacato dei braccianti, ucciso misteriosamente nel capoluogo calabrese il 1° aprile 1965. Un omicidio eccellente, rimasto da allora irrisolto. Ma non è l’unico mistero che avvolge questa storia. L’altro è la “damnatio memoriae” che colpì Silipo, personalità di spicco della politica e del sindacalismo calabrese, già pochi giorni dopo la sua morte. Una rimozione collettiva voluta dal Pci come dalla città: non una sezione di partito, non una strada, non una piazza a Catanzaro portano il suo nome. Perché?
Blocco 52non fornisce risposte, ma pone interrogativi. E soprattutto riapre il caso del dirigente comunista. Lo fa con il linguaggio avvincente del romanzo, mischiando finzione e realtà attraverso una struttura che mette insieme diversi piani narrativi e temporali: un romanzo corale realizzato con molteplici io narranti e diverse prospettive che si intrecciano in un mirabile gioco di specchi.
Le pietre scartate – Proiezione del documentario di Sibylle Righetti – Doc/Eventi Speciali Parco Horcynus Orca – Complesso Monumentale 29 luglio, ore 21.00
A partire dai volti e dalle storie di persone internate nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, il documentario racconta il progetto della Fondazione di Comunità di Messina “Luce è Libertà”, che ha permesso negli ultimi due anni di liberare sessanta persone dalla detenzione in Opg. “Luce è Libertà” propone, per la prima volta in Europa, un modello di welfare comunitario capace di generare quelle libertà strumentali che sono fondamentali per la soddisfazione dei diritti individuali delle persone più fragili. L’incontro tra i detenuti e la Fondazione di Comunità di Messina, l’accesso a queste libertà strumentali, i pensieri e gli stati d’animo sono raccontati dalla regia di Sibylle Righetti, con la collaborazione di Stefano Roveda di Studio Azzurro.
Lettera al Presidente – Proiezione del documentario di Franco Jannuzzi – Doc/Eventi Speciali – Parco Horcynus Orca – Complesso Monumentale – 29 luglio, ore 21.30
Leo Gullotta legge la lettera al Presidente della Repubblica Italiana firmata dal Distretto Sociale Evoluto, dunque da tutte le organizzazioni che hanno costituito la Fondazione di Comunità di Messina. La lettera racconta l’orrore dell’internamento in Ospedale Psichiatrico Giudiziario, con particolare riferimento a quello di Barcellona Pozzo di Gotto, e parla della speranza che esiste per gli internati fuori dagli Opg.
Questo è il testo della lettera:
Al Presidente della Repubblica Italiana
Con grande sorpresa e commozione, quelli di noi che hanno ascoltato il suo discorso di fine anno, si sono sentiti per la prima volta cittadini italiani, che abitano un territorio sino ad ora oltre il confine dell’umano, temuto e rimosso dalle forme di vita e di relazioni riconosciute o accettate.
Chiudere questi posti orribili dove, con la forza, siamo costretti a vivere senza domani, è davvero un segno di recupero e riconoscimento della dignità umana, per noi e per tutti i cittadini italiani.
Sappiamo di una legge, che prescrive la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari entro marzo del 2013. Ci viene comunicato che, però, non saremo liberi, ma rinchiusi da qualche altra parte, con arredamento nuovo e bagni funzionanti.
Pur essendo la gran parte di noi non pericolosi, non abbiamo più posto dove andare, né risorse per esercitare una scelta.
Viviamo in questo luogo di sospensione del perdono con l’unico conforto delle nostre famiglie, per chi ce l’ha, e di quanti si prodigano in questo compito impossibile.
Pochissimi di noi sarebbero ancora in carcere se avessimo potuto avere un giudizio e la sanzione fosse stata commisurata al reato che ci viene imputato. Noi siamo prosciolti, non giudicabili e si potrebbe pensare non punibili, ma da custodire prima ancora che curare perché pericolosi per la società.
Vorremmo tanto essere giudicati per i reati commessi, condannati, rieducati, riabilitati, come dice la nostra costituzione, non semplicemente indicati come pericolosi ed estinti dentro un limbo di eterna attesa.
Nessuno di noi è irrecuperabile, e nessuno di noi si pensa pericoloso agli altri.
Le sue parole, a noi indirizzate in un giorno così importante, ci hanno fatto sentire di poter essere perdonati, di esistere e di poter a nostra volta perdonare tutto ciò, ed è tanto, che qui dentro abbiamo dovuto vivere sul nostro corpo e su quello dei nostri custodi. A causa di una legge che pretende di eliminare il male attribuendolo alla follia e incarnandolo nella pretesa nostra incapacità di intendere e di volere e trasformandoci quindi, in rappresentanti viventi dell’assenza e punto zero della ragione.
Anche l’amore rende incapaci di intendere e di volere e noi lo scegliamo per ringraziarla della sua attenzione che ci riporta in vita. Lo abbiamo scelto, in questi ultimi anni per rispondere di sì, alla Fondazione di Comunità di Messina, che ci ha proposto di lavorare nei diversi ambiti del Distretto Sociale Evoluto: negli archivi multimediali, nelle industrie culturali, nelle produzioni design, nelle serre, nella gestione dei gruppi d’acquisto, nell’innovazione tecnologica e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Lo abbiamo scelto accettando di condividere e sperimentare un’economia paziente, portatrice di senso, maschile e femminile, che lotta le mafie, capace di prendersi cura e di valorizzare le capacità delle persone più fragili.
Molti di noi, liberati e rendendosi utili a se stessi e agli altri, hanno immaginato che la vita può esistere di nuovo, anche ripartendo dal fondo dell’inferno.
Le infinite difficoltà burocratiche, amministrative, legali, che sono state affrontate, ci hanno sì permesso di riprendere la speranza, ma vivendo sempre con “la spada di Damocle” di un possibile ritorno all’indietro.
Pensi, Presidente, che potenziale di trasformazione se tutte le risorse umane, professionali ed economiche, che vengono utilizzate per tenerci rinchiusi ed esclusi dagli altri e dalla legalità, fossero utilizzate per aiutarci a vivere, lavorare ed abitare in un luogo da noi scelto.
E pensi, Signor Presidente, quante cose imparerebbero su di sé, coloro che ci vedono, ci incontrano e ci riconoscono cambiati da queste azioni di rispetto e amore nei nostri confronti.
La follia si nasconde nella normalità, quando essa diventa paura dell’altro, smania di danaro e di potere, violenza rappresentata come modello di relazione tra gli esseri umani.
Sentiamo che quest’anno molte cose cambieranno. La speranza che Lei, Presidente, ci ha dato darà nuovo vigore e forza ad una rinnovata convivenza civile, di cui noi possiamo e vorremmo essere parte.
Ci verrà restituita la responsabilità di ciò che abbiamo fatto, qualsiasi cosa essa sia. E verrà tolta, questa responsabilità, al giudizio della psichiatria, che avrà così l’occasione di legittimarsi come scienza per la qualità delle cure e non per il potere delegato di opprimere e giudicare.
Verremo curati e riabilitati per la nostra malattia mentale, come se fosse una qualsiasi altra malattia. Saremo aiutati noi e le nostre famiglie a uscire dall’estrema povertà, dove in molti siamo precipitati e ci troviamo.
Saranno cancellati questi luoghi di sofferenza, tortura e soppressione dei diritti umani e non verranno costruiti altri manicomi criminali anche se più belli, funzionali e piccoli. Anche questi dove hanno abitato le nostre vite, sono stati un tempo considerati belli e funzionali. E’ lo scopo perverso che li rende sempre e comunque, luoghi terribili, dove le relazioni umane sono piegate “in modo legale” alla violenza, alla sopraffazione e alla vendetta, come se su questo si potessero fondare legalità e diritto.
Ci verrà restituita la dignità di esseri umani che era già nostra e che vorremmo di nuovo condividere con tutti.
Grazie
I compagni di strada e di lavoro del Distretto Sociale Evoluto, assumendo tutti il dolore di chi fra noi ha vissuto l’orrore dell’internamento in OPG.
Viva la libertà di Roberto Andò (Italia, 2012 – 94’), Arcipelaghi della Visione Parco Horcynus Orca – Complesso Monumental 29 luglio ore 23.00
Roberto Andò dirige Toni Servillo, in un film che racconta il disagio del potere. Meglio, dell’essere immagine del potere. Servillo è il segretario del principale partito d’opposizione del paese, in crisi e condannato dai sondaggi, complice passivo della politica-spettacolo fatta di gossip e scenografie pacchiane. Il suo gemello, diverso e filosofo, sorridente e malizioso, è l’uomo che farà scoprire alla folla di avere ancora una passione politica.
Uscita Cinema: 14/02/2013
Genere: Drammatico
Cast: Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto
Sinossi:
Enrico Oliveri è uomo di sinistra e segretario del principale partito dell’opposizione. Contestato durante un congresso e sconfitto da un recente sondaggio, decide di concedersi una pausa e di lasciarsi alle spalle moglie, casa, paese e partito. A Roma, Andrea Bottini, fedele collaboratore, prova a riempire il vuoto: Enrico ha un fratello gemello, Giovanni, professore di filosofia affetto da una depressione bipolare, appena dimesso da una clinica psichiatrica. Sarà lui a indossare gli scomodi panni del fratello, sorprendendo molto presto giornalisti, opinione pubblica e membri del partito. Giovanni risale la scala del gradimento, nel suo esilio volontario in Francia intanto Enrico recupera il suo senso e il senso delle cose.