“Mediterraneo sei tu”
la mostra della rivista d’arte e cultura internazionale Charade / Wall Magazine
Parco Horcynus Orca – Complesso Monumentale, Sala Gialla
27 luglio – 4 agosto 2013
Charade inizia le pubblicazioni a maggio del 1993 a cura di Aldo Palazzolo ed Enea Bottaro.
Nato come periodico con la vocazione di parlare di culture altre, oggi Charade cambia formula e diventa un wall magazine. Accanto ad un nuovo sito e ad una presenza sui principali social networks, ogni numero della rivista cartacea è pensato come un’esposizione itinerante che sviluppa ed amplia i contenuti del magazine. I testi dialogheranno con le opere degli artisti attraverso immagini, sculture, videoistallazoni.
Charadeoggi guarda a sud, al Mediterraneo, il mare da cui si dice tutto abbia avuto origine. Ricomincia dai contrasti violenti del Mare nostrum in subbuglio, tra ansia di libertà e affermazione economica, fondamentalismo, piccoli e grandi egoismi. Ricomincia come sempre dai pensieri, dalle parole, dalle opere degli amici, in un dialogo tra mondi e egenerazioni diverse.
All’Horcynus Festival Charade / Wall Magazinepresenta:
MEDITERRANEO SEI TU
Parco Horcynus Orca, Complesso Monumentale – Sala Gialla
Immagini e testi di: Naguib Mafhuz, Adonis, Moncef Ghachem, Ronny Someck, Mahmoud Ch’Albi, Fabio Iemmi, Biagio Guerrera, Giovanni Robustelli, Sonia Maklouf, Ouejdane Mejri, Afef Hagi, Raed Tarrab, Rosario Bruno, Laura Casielles, Carmen Camacho, Aldo Palazzolo, Paola Ghirotti, Hela Hammar, Khaled Mattawa Roberto Gobesso , Kali Jones, Sasha Vinci, Irene Catalfamo, Abderrahmane Djelfaoui
Progetto: Aldo Palazzolo
Direzione artistica: Aldo Palazzolo, Biagio Guerrera
una produzione Studio Focus, De Arte, Leggerete
in collaborazione con: Resa Libera Art Gallery (Siracusa), Clang (Scicli)
La potenza del mezzo – Conversazione con Horcynus Orca
con Giancarlo Alfano, a cura della coop. Scirin e edizioni Mesogea
Parco Horcynus Orca – Complesso Monumentale
27 luglio, ore 19.30
Inserito nel ciclo di incontri “Sguardi sul Mediterraneo”, il 27 luglio, alle 19.30, nella Torre degli Inglesi di Capo Peloro, “La potenza del mezzo – Conversazione con Horcynus Orca” ruota intorno al romanzo dello Stretto per eccellenza, Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo. Se ne discute con uno dei massimi studiosi del romanzo, il professore Giancarlo Alfano. Nel corso della serata sarà proiettata un’intervista inedita a Stefano D’Arrigo, a cura di Sergio Palumbo. L’incontro è organizzato dalla cooperativa SCIRIN, in collaborazione con Edizioni Mesogea, la Fondazione Horcynus Orca, la cattedra di Filosofia Teoretica dell’Università di Messina (DICAM), l’Associazione culturale Terraceleste.
Horcynus Orca è un libro scritto da Stefano D’Arrigo tra gli anni ’50 e gli anni ’70, pubblicato da Mondadori nel 1975, poi per molti anni caduto nel dimenticatoio e soltanto di recente ricomparso nelle librerie.
Giancarlo Alfano (1968), saggista e storico dei fenomeni letterari, si è formato tra Italia, Spagna e Francia. È professore associato di Letteratura Italiana alla Seconda Università degli studi di Napoli ed è considerato uno dei massimi esperti di Horcynus Orca. A questo proposito di recente è uscito Gli effetti della guerra. Su Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo e un contributo in Il Mare di sangue pestato: studi su Stefano D’Arrigo. Alfano si occupa in prevalenza di letteratura medioevale, cultura del Rinascimento e barocca e di letteratura del Novecento, storia della cultura, con un costante interesse per il rapporto tra la raffigurazione letteraria e la teoria psicoanalitica.
27 luglio, ore 21.30
Cinque musicisti che si ritrovano a suonare insieme quasi per caso. Sette strumenti – il marranzano, la zampogna, il tamburello, il flauto ma anche il pianoforte, la fisarmonica e il sax – che, a rigor di tradizione, non dovrebbero essere suonati sullo stesso palco. L’idea di un concerto tanto improbabile quanto affascinante, che poi si trasforma in film. È un’avventura musicale delle più bizzarre e riuscite Silence: all roads lead to music, il documentario firmato dal regista italo-iracheno Haider Rashid, presentato lo scorso anno inanteprima a Dubai e poi a Bari e Seattle, che approda quest’anno in anteprima siciliana all’Horcynus Festival. Il documentario racconta il viaggio nella musica e nell’arte di cinque musicisti che proprio nella cornice della nona edizione dell’Horcynus Festival si incontrano e improvvisano, sperimentando, contaminando e fondendo suoni diversi in un’unica melodia, un suono senza territorio né nazionalità ma che deve tutto alla cultura musicale di ciascuno. Protagonisti di quest’avventura musicale sono Tom Donald, pianista e compositore australiano londinese d’adozione, Giancarlo Parisi, fiatista messinese re-inventore della zampogna a paro “cromatica” e del suo utilizzo in tutti i generi musicali, Tanino Lazzaro, fisarmonicista di Milazzo co-fondatore della storica folk-band “Taberna Mylaensis”, Luca Recupero, ricercatore e polistrumentista catanese fra i pochi suonatori al mondo di marranzano elettronico, Giacomo Farina, percussionista e marranzanista di Messina, ideatore dell’insolito connubio. Il documentario sarà proiettato in siciliano e italiano con sottotitoli in inglese. La proiezione sarà anticipata da una presentazione dell’opera accompagnata da brevi interventi musicali di Giancarlo Parisi e Giacomo Farina.
Il film, per la sezione Arcipelaghi della Visione, diretta da Franco Jannuzzi, sceglie la forma del dramma familiare per raccontare il conflitto israelo-palestinese, tra soglie e confini che riflettono la stratificazioni complessa dei rancori accumulati in quei territori nella Storia.
Uscita Cinema: 14/03/2013
Genere: Drammatico
Cast: Jules Sitruk, Emmanuelle Devos, Areen Omari, Khalifa Natour, Pascal Elbé, Mahmud Shalaby, Marie Wisselmann
Sinossi:
Joseph Silberg, israeliano, scopre durante la visita militare che il suo gruppo sanguigno non è compatibile con quello dei genitori. È stato scambiato diciotto anni prima con Yacine Al Bezaaz, palestinese dei territori occupati della Cisgiordania. La rivelazione getta nel caos le rispettive famiglie che provano a incontrarsi e accorciare le distanze culturali. Ma le ‘questioni politiche’ hanno la meglio sul buon senso e sui padri, che finiscono per rinfacciarsi in salotto il dolore dei rispettivi popoli. Rifugiatisi in giardino, Joseph e Yacine provano a interrogarsi sulla loro identità e sul loro destino. I loro incontri si faranno sempre più frequenti, fino a quando non decideranno di entrare l’uno nella famiglia dell’altro, frequentando la vita che avrebbero dovuto vivere e rientrando in quella che gli è capitato di vivere. Scambiando letteralmente le esistenze di due bambini, la regista Lorraine Lévy, francese di origine ebraica, produce l’occasione, per occupati e occupanti, di osservare, vedere e magari anche capire l’altro, uscendo dal cul de sac in cui il mondo pare essersi infilato. Ebreo cresciuto da palestinesi Yacine, palestinese cresciuto da israeliani Joseph, i due giovani protagonisti vivono al di là e al di qua di un confine odioso, alimentato dalla paranoia e dai pregiudizi che ogni divisione, muro o recinto porta con sé.
Nel cast spicca Emmanuelle Devos (Sulle mie labbra, Coco avant Chanel), una delle maggiori interpreti francesi di oggi. Il film è stato presentato fuori concorso al 30° Torino Film Festival.