Ha sbaragliato tutti Walter Siti, che la notte dello scorso 4 Luglio ha vinto la sessantasettesima edizione del premio “Strega”, con il suo romanzo Resistere non serve a niente, edito da Rizzoli, casa editrice che non si aggiudicava la vittoria da ben dieci anni. 165 voti sui 412 complessivi sono stati il discrimine di una scelta in netta differenza rispetto agli altri finalisti, tanto che il secondo classificato Alessandro Perissinotto con Le colpe dei padri ha ottenuto 78 voti.
Dopo aver “bagnato” la vittoria con il classico liquore, ha dichiarato a La Repubblica: “Non dedico il premio a nessuno in particolare. Ci sono persone a cui tengo e spero il libro sia stato scritto per loro. Ho fatto una scommessa. Ho pensato un personaggio che fa cose molto brutte, ma ho cercato di renderlo simpatico”.
Resistere non serve a nientetratta della vita del borgataro Tommaso, un personaggio che si mostra come in cerca d’autore, disponibile a raccontare la propria storia in cambio dell’acquisto della casa da cui sta per essere sfrattato lo scrittore. Alle spalle un passato che lo ha segnato emotivamente, ma soprattutto fisicamente. Le cicatrici profonde e vaste sul suo corpo sono il saldo da pagare di anni di lunga obesità, da cui la matematica sembrava essere l’unica scappatoia.
Le strade della finanza si spalancano, poi, come un dolce pasticcino da gustare e Tommaso entra in un mondo facile, perversamente economico, legato alla legge del danaro, del potere, di quello smisurato senso di onnipotenza che, però, non potrà mai comprare i rapporti umani. Attorno a lui una società malata, quell’alta società che si traveste di bianco e nasconde sotto la gonna un materialismo caino. Sembrano mosse di un gioco d’azzardo gli spostamenti di capitali virtuali e le descrizioni sanguigne dei complotti non mostrano mezze verità, ma danno chiara contezza di probabilità sempre più rischiose.
Siti, il cui linguaggio viaggia tra la ferocità misera degli alti ambienti della finanza e l’elevatezza letteraria, non offre una morale, non ci consegna soluzioni; fotografa una realtà che viaggia alla velocità della luce, in cui mafia, soldi e sesso appaiono sinonimi. Prima di qualsiasi moralismo avviene la constatazione, per Siti, di un mondo al contrario, un mondo miseramente creato e annientato con le nostre stesse mani, di una pallida democrazia solo di facciata, senza distinzioni tra legalità e illegalità. Il titolo provocatorio, dunque, si trasforma in un’interrogazione: davvero la resistenza non serve a nulla? Crediamo comunque che il vortice entro cui siamo entrati sia infallibilmente fagocitante? Questione che rimane aperta, libera di essere interpretata da ogni lettore nel momento in cui si addentra nell’affascinante romanzo Resistere non serve a niente, lontano dai classici standard letterari popolari.
Walter Siti, originario di Modena, vive a Roma. Ha insegnato nelle università di Pisa, Cosenza e L’Aquila. È il curatore delle opere complete di Pier Paolo Pasolini. I suoi ultimi libro sono Troppi paradisi, Il contagio, Il canto del diavolo e Autopsia dell’ossessione. (CLARISSA COMUNALE)