Palermo, 19 luglio 1992. A due mesi di distanza dall’attentato mafioso ribattezzato “Strage di Capaci”, in cui persero la vita il giudice, Giovanni Falcone, sua moglie, Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, un nuovo attentato fu messo in atto in quel pomeriggio del 19 luglio di ventuno anni fa. In via Mariano D’Amelio, dove viveva la madre di Paolo Borsellino, dalla quale il giudice si era quel giorno recato per una visita, l’esplosione di una bomba radiocomandata a distanza mise fine alla vita del giudice Borsellino, a quella del suo caposcorta, Agostino Catalano e a quella degli agenti, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Due delle pagine più nere e tragiche nella storia della lotta alla mafia erano state scritte, a cinquanta giorni di distanza l’una dall’altra.
«Io ho fatto scelte diverse da quelle di mio fratello. A 27 anni ho lasciato Palermo perché ero stanco di vedere la distruzione e la rovina della mia terra, i morti ammazzati ad ogni angolo della strada. Paolo invece ha scelto di restare e di combattere la mafia. Adesso io sono ancora qua, mentre lui è morto, ma la scelta più giusta non è stata di certo la mia». Così aveva parlato Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato, in occasione della sua visita a Messina, lo scorso aprile, quando visibilmente commosso aveva parlato ai tanti, tantissimi ragazzi presenti quel pomeriggio nell’aula ex chimica del Dipartimento di Giurisprudenza, sottolineando come «È proprio nei giovani che bisogna trovare quella forza per lottare, per non rassegnarsi, per non perdere mai la speranza».
Ed è proprio per non perdere mai la speranza, per coinvolgere tutti, soprattutto i più giovani e per rendere omaggio a chi, spinto dagli ideali di giustizia, si è battuto finché ha potuto per difendere la propria terra, che il Comitato XIX Luglio ha organizzato per questa giornata due importanti iniziative. La deposizione, questa mattina, in Piazza Pugliatti, di fronte al Rettorato dell’Università, di una corona di fiori ai piedi dell’albero Borsellino, l’ulivo che, nel 2007, i ragazzi dell’associazione universitaria Atreju hanno simbolicamente piantato accanto a un piccolo monumento che riporta le parole del magistrato “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente, misteriosa mafia svanirà come un incubo“. Questa sera invece, alle 20.30, si svolgerà l’ormai tradizionale fiaccolata di commemorazione. Il corteo partirà da Piazza Castronovo, proseguirà percorrendo la via Garibaldi e si fermerà sulla rotonda di Viale Giostra, intitolata a “Vittime e martiri della Mafia”, dove verranno letti alcuni estratti del libro “Paolo Borsellino. Silenzio e Voci”, realizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati, sezione di Palermo. (Debora Runci)