Ritmo, ironia e tanta passione hanno contraddistinto l’esibizione dei Confusional Quartet .
Giovedì scorso, infatti, il palco dell’Horcynus Horca ha ospitato gli alfieri della “No Wave” italiana di fine anni 70, ritornati alla ribalta grazie all’omonimo album “Confusional Quartet” pubblicato nel 2012 per la Hell Yeah Recordings.
Un’ora di dissonanze, cambi di tempo , tastiere futuristiche e chitarre figlie del post punk non è bastata a saziare la curiosità degli ascoltatori presenti che sin dalle prime note hanno dimostrato grande interesse per l’esibizione del quartetto Bolognese.
Una performance strumentale lunga un’ora e senza respiro che si apre con “Volare”, la cover del celebre brano di Modugno rivisitato e letteralmente stravolto dai Confusional Quartet, e che procede incentrandosi soprattutto sui brani che contraddistinguono l’ultima fatica discografica della band.
“Ritmo Speed”, “One Nanosecond in Tunisia” , i brani più apprezzati dai presenti insieme al singolo “Futurfunk” scritto insieme a Bob Rifo a.k.a. “The Bloody Beetroots”.
Un’esibizione che ha letteralmente coinvolto sia i fan della prima ora, mentalmente preparati all’impatto scenico della band, sia tutti coloro che per pura curiosità hanno assistito al concerto e, invogliati dalla schizofrenia sonora di brani come “Cani alla Menta” e “Newnewwave”, hanno accompagnato l’esibizione danzando o semplicemente saltando sul posto.
La riuscita della serata è certificata dalla richiesta da parte del pubblico non solo di un “bis” ma addirittura di un “tris”, con i Confusional Quartet felici di accontentare proprio quel pubblico che ogni anno si dimostra sempre più aperto, attento e voglioso di musica.
Fortunatamente, esistono realtà come Retronouveau e Onda Wave che anche quest’estate infiammeranno Capo Peloro con concerti dal sapore internazionale e “indiependente”.
I prossimi appuntamenti musicali sono fissati per Venerdì 19 con “ Mombu ” e Sabato 20 con l’esibizione di “ Veebelfetzer & The Manigold ”. Rimanere a casa ? un delitto. (FRANCESCO ALGERI)
FOTO MAURO KUMA