CROCETTA E ACCORINTI ALLA FESTA CGIL: DIALOGO APERTO, IN ARRIVO DALLA REGIONE 45 MILIONI DI EURO

Porte aperte  alla cittadinanza, dalle 17 circa , per partecipare alla prima delle tre giornate dell’evento organizzato, per il terzo anno di fila, dalla Cgil. Nello scenario dell’ormai semi abbandonato quartiere fieristico inizia una festa, quella del lavoro … che non c’è.

 

Proprio dai drammi dei lavoratori di Teatro Vittorio Emanuele, Triscele, Metromare, Aicon, e molte altre realtà che, negli ultimi anni hanno subito sconquassamenti con violente ripercussioni sui dipendenti, inizia il dibattito, introdotto dal segretario cittadino del sindacato, Lillo Oceano, e moderato dal giornalista Piero Orteca.

 

Intervengono, nell’ordine, l’assessore regionale al bilancio e l’economia Luca Bianchi, il presidente del consiglio direttivo di Confindustria Sicilia Antonello Montante, Michele Pagliaro che di Cgil Sicilia è segretario generale e il sindaco Renato Accorinti.

 

Spetta agli ex padroni di casa (per modo di dire viste, tra l’altro, le controverse questioni su a chi spetti realmente la competenza dell’area) dare il là alla presentazione delle vertenze. E’ la sig.ra Patrizia Calabrò a raccontare la situazione dei dipendenti della Fiera di Messina, ente in liquidazione e ancora in attesa della nomina di un commissario liquidatore.

Pressocchè inascoltati da tempo, sono mamme, fratelli, mariti, padri e figli quelli che incontriamo con le loro scrivanie fuori dal quartiere: sfrattati per morosità dall’Autorità Portuale che gestisce la struttura e ignari di cosa potrà riservargli il domani; e come Grazia, Dario, Maria, la stessa Patrizia (Calabrò, sopra citata) e gli altri dipendenti della Fiera, ci sono moltissimi ex operai, operatori della formazione, precari della Provincia e chi più ne ha più ne metta che, da mesi o anni addirittura vivono la tragedia di assoluta mancanza di prospettive. Hanno un viso, un nome e una storia: sono persone con un fardello da portare che ogni giorno è più gravoso. Non numeri che riempiono le stime percentualistiche di disoccupazione in Italia ma Anna, Luigi, Marco, Paola: persone, amici, parenti, conoscenti. Sono contribuenti e sono risorse per la comunità tutta, persone che si sentono abbandonate non solo dalle istituzioni ma anche dalla società di cui fanno parte.

 

Bisogna essere onesti: le teste coronate presenti hanno fatta molta retorica, in risposta alle richieste dei lavoratori intervenuti, qualcuno ha avanzato proposte più o meno valide, altri illustrato progetti che-numeri alla mano- potrebbero essere risolutivi-in parte- , qualcun altro ha solo prodotto fumo con quelle belle parole che, ahinoi non mancano mai.

“Ci avete lasciati allo sbaraglio, senza alcun ammortizzatore sociale”, denuncia qualcuno degli intervenuti.

“Siamo stati positivi, accordando non solo la nostra fiducia ma anche il nostro Tfr alla famiglia Faranda, e ora che facciamo? Noi solo birra sappiamo fare!”, reclama risposte un ex Triscele. “Sappiamo che ci sono trattative alla Regione ma non sappiamo ne come ne in che modo”, continua l’operaio. “Sindaco, pensaci tu!”.

 

Ecco che l’immagine di fata turchina (barbuta) si disegna ancora una volta su Accorinti che, per quanto garante e megafono dei suoi cittadini, non ha certo la bacchetta magica. Ma ha voce, eccome se ce l’ha. E quando arriva (in “lievissimo” ritardo) il Governatore Crocetta, gliela fa sentire, senza indugi.

Accorinti introduce alcuni punti bisbigliando al Presidente: “Rosario siamo solo io e te, non ci sente nessuno”, e da lì, il via all’elenco delle possibilità da attuare e dei poteri forti da combattere. Dalla flotta comunale alla zona Falcata da valorizzare, il sindaco spazia toccando i suoi noti cavalli di battaglia e riscuotendo enorme consenso di pubblico.

 

Oggi ci sono state le prime nomine e le prime persone che sono state mandate via”, esordisce il primo cittadino, in relazione alle notizie del giorno, circa -l’ormai ex- dg dell’ATM. “Sia chiaro, non agiamo contro qualcuno ma nell’interesse comune. A Rosario non andrò a chiedere, perchè sarebbe umiliante per me e per lui”-e qui forse qualche malizioso potrebbe leggerci una velata frecciatina, considerato il fastidio manifestato dallo stesso Accorinti, allora ancora “candidato” alla poltrona di Palazzo Zanca, quando Crocetta, venuto in città in sostegno del competitor Calabrò, si autoidentificò come “governo amico”. In quell’occasione il professore di Cambiamo Messina dal Basso, non fu certo tenero nel giudizio in merito, ricorderete.-

Ma torniamo a ieri.

 

Dopo aver sentito snocciolare numeri e statistiche dai signori di Confindustria, Cgil e Regione, dopo aver commentato alcune valutazioni di pregiati economisti mondiali, Accorinti prende comunque più applausi con un semplice: “parliamo di economia? Guardate che la ricchezza più grande sono le persone”. Cittadini fino a ieri inermi, negli ultimi giorni, hanno offerto manodopera per pulire spiagge, hanno avanzato progetti e si sono proposti come risorse umane a costo zero.

Il sindaco ci va giù pesante, quando parla di Flotta Comunale ma, come si sa, lui non le manda a dire. Canta la Stretto e la sua profonda bellezza; bellezza che è potenzialmente foriera di ricchezza: “fino ad ora, questa ricchezza ce l’hanno solo due famiglie, però. Io non ho nulla contro di loro -lotto contro l errore e non l errante- ma il mio è un giudizio su quello che fanno. Che ci sia poca gente che si arricchisce e noi comunità non solo non ne beneficiamo ma anzi…non va bene, non è possibile”. Continua ancora: “ la Flotta Comunale è un’idea che ho proposto anni fa e che ha fatto tremare le vene ai polsi a molti. Ci sono quelli che hanno una barchetta- comprata di 8^ mano- che va avanti e indietro e così si arricchiscono. Prima c’ era solo Rfi poi il pubblico e il privato insieme -e ben venga, ci deve essere, noi vogliamo ci sia-; poi quest’ultimo è rimasto il solo, il monopolista. La Flotta Comunale è un progetto che ridà dignità al lavoro pubblico, fa entrare in cassa milioni di euro-che le cose pubbliche fanno cassa è la vera rivoluzione-” specifica il pacifista, il quale evidenzia il diritto dei residenti di “pagare poco per passare dall’altra parte, conosciamo piu Roma che Reggio, non c’è continuità territoriale. Questa è un diritto costituzionale, e ce l’hanno stracciata. Noi che siamo fratelli divisi da un fiume stupendo che è lo stretto neanche ci conosciamo. Questo ci impedisce di legare le nostre società, le nostre culture tradizionali e la nostra economia”.

 Come detto, Crocetta arriva molto tardi e, prendendo posto commenta: “eh, se ci fosse l’aeroporto a Messina…

Illustra le sue posizioni e la proposta di legge per sventare parentopoli e mettere fine agli scandali della formazione che riguardano anche casa sua (l’ARS), il piano di riorganizzazione della macchina amministrativa (“ci stiamo lavorando con tenacia e serietà”, dichiara); parla di energia pulita, di pannelli solari e la sacralità dell’acqua come bene pubblico.

 

E andando all’argomento più strettamente politico dichiara: “stimo molto Felice, è un bravo ragazzo e una persona in gamba ma è evidente che la politica a Messina non solo ha fallito ma ha anche delle enormi responsabilità. Questa città ha diritto ad un risarcimento”.

 Il Governatore annuncia, col placet del suo assessore al bilancio, che a breve giungeranno in città 54 milioni di euro … ops… 45! Non è un errore nostro ma loro, in 10 minuti si smentisce e riadegua la cifra… speriamo che da qui all’arrivo della somma, questa non subisca ulteriori ribassi. Anche perchè a questo ritmo (-9 milioni in 10 minuti) rischieremmo di doverne dare noi alla Regione. (ELEONORA URZI’)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it