Vincenzo Nibali e Renato Accorinti. Inizialmente può sembrare un accostamento insensato, ma se ci pensiamo bene, il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia ed il nuovo sindaco di Messina hanno tanto in comune, oltre al luogo di nascita.
La bicicletta è un mezzo che accomuna tantissimo i due personaggi. Per Nibali la bicicletta, oltre che passione è anche lavoro. Per Accorinti è l’unico mezzo di trasporto utilizzato. Siamo abituati a vederli entrambi sulle due ruote, anche se per motivi diversi. Il primo ha usato la bicicletta per scalare ripide montagne, con la pioggia e con la neve, arrivando in cima prima di tutti gli altri, innalzando al cielo quel trofeo, con la maglia rosa, che nessun messinese (e siciliano) aveva mai vinto. Il secondo la utilizza semplicemente per spostarsi, perché a lui la macchina non piace per niente. Anche durante la campagna elettorale i cittadini lo hanno visto sempre in giro con la sua amata bicicletta. Durante l’interminabile nottata del 10 giugno, quella dello spoglio del primo turno, Accorinti dopo aver finito l’interminabile giro d’interviste, ha deciso di pedalare da una segreteria politica all’altra per andare a salutare i candidati “rivali”.
Vincenzo Nibali con la sua vittoria ha portato tanto entusiasmo nella sua città natale, regalando una nuova emozione sportiva (inedita questa volta) dopo il recente ritorno del Messina nel calcio professionistico. Al suo ritorno in città è stato letteralmente travolto dall’entusiasmo dei suoi concittadini che gli hanno regalato una stupenda festa nell’Arena di Villa Dante. Festa alla quale avevano partecipato anche i due candidati a sindaco che si sono poi affrontati nel ballottaggio del 23 e 24 giugno, Felice Calabrò e Renato Accorinti. Proprio in quell’occasione Accorinti disse: “in questo sport non ci possono essere favori dall’alto. Qui il figlio di un uomo ricco se non si allena non vincerà mai, mentre il figlio del povero con allenamenti e sacrifici può mettere tutti dietro di sé. Spesso ci siamo vergognati di essere messinesi in passato, ma oggi Nibali con questa vittoria, frutto di lavoro e fatica, ha ribaltato tutto”. Forse oggi Nibali starà pensando le stesse cose su Accorinti, perché nonostante in politica troppo spesso ci siano favori dall’alto, dove solitamente il figlio del ricco è avvantaggiato sul figlio del povero, il candidato di “Cambiamo Messina dal basso” con tanta onestà e tanti sacrifici ha messo tutti dietro di sé. Ed anche se spesso ci si vergogna di essere messinesi, il 24 giugno Renato Accorinti ha ribaltato il concetto di politica a Messina, distruggendo a mani nude una portaerei (come ama ricordare lo stesso sindaco), quella del centrosinistra. Accorinti, come Nibali, ha risvegliato (anche se in modo diverso) l’entusiasmo cittadino, con varie centinaia di cittadini (anzi, qualche migliaio forse) che hanno festeggiato lunedì fino a tarda notte la sua vittoria, in una festa che sembrava tutto fuorché qualcosa che riguardasse la politica. Una festa popolare, perché i messinesi si dicono convinti di aver riconquistato la propria città.
Nibali ed Accorinti si erano già incontrati il 15 maggio del 2011, quando il Giro d’Italia fece tappa a Messina. Prima della partenza Accorinti disse al ciclista: “non dimenticare i problemi della tua terra”.
Il nuovo sindaco di Messina manterrà la delega allo sport e non è un caso forse la dichiarazione di Giovanni Ardizzone, messinese presidente dell’Ars, il quale durante il Convegno di studi su impiantistica sportiva, organizzato dal Coni provinciale ha sottolineato che “lo sport è un esempio morale anche per la politica e noi politici non dobbiamo mai perdere l’entusiasmo del fare per la Sicilia, quell’entusiasmo che anima tantissime associazione che, tra notevoli difficoltà, non perdono mai la voglia di promuovere lo sport ed educare i giovani a questo modello prima di tutto morale e culturale”.
L’estate è arrivata e forse quest’anno, rispetto al passato, vedremo ancora più messinesi passeggiare per la città con le loro biciclette, imitando il loro campione, Vincenzo Nibali ed il loro sindaco, Renato Accorinti. (SIMONE INTELISANO)