“I dipendenti dello stato e di altre pubbliche amministrazioni nonché i dipendenti degli enti ed istituti di diritto pubblico sottoposti alla vigilanza dello stato, che siano eletti deputati o senatori, sono collocati d’ufficio in aspettativa per tutta la durata del mandato parlamentare”: così recita la legge, e questo richiamo potrebbe essere importante per dirimere una questione che riguarda uno dei parlamentari più giovani della presente legislatura.
Del caso dell’on. Francesco D’uva parla il prof Giuseppe Restifo, ordinario dell’Ateneo messinese, facendo presente che il giovane deputato, prima di essere eletto dai cittadini italiani in parlamento, era dottorando di ricerca “senza borsa” in scienze chimiche nell’ateneo di messina.
“L’on. D’uva si troverebbe – scrive Restifo – adesso, per l’assenza di una norma specifica che vieti o consenta a un dottorando eletto in parlamento di assentarsi dal dottorato per tutto il periodo del suo mandato – nella spiacevole condizione di dover optare fra la carica di parlamentare e il ruolo appunto di dottorando nel corso di alta formazione, per la cui frequenza aveva superato un concorso di accesso, ma da cui potrebbe essere dichiarato decaduto se si assenta per oltre dodici mesi, stando al bando del medesimo concorso cui aveva partecipato”.
Per questo motivo il professore ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Napolitano, affinchè “un suo generoso e autorevole intervento, nel silenzio di una normativa ad hoc, potrebbe scongiurare la malaugurata ipotesi che il dott. on. d’uva possa decadere dal suo ruolo nell’ateneo di Messina oppure che debba rinunciare al mandato parlamentare, una delle funzioni più alte possa svolgere un cittadino italiano”.