ANTICIPAZIONE
l produttore Jerry Bruckheimer e il regista Gore Verbinski, i filmmakers del franchise di grande successo Pirati dei Caraibi, presentano un nuovo film Disney/Jerry Bruckheimer: The Lone Ranger, un’avventura elettrizzante caratterizzata da azione e umorismo, in cui il celebre eroe mascherato acquista una nuova dimensione. Il guerriero indiano Tonto (Johnny Depp) racconta la storia inedita che ha trasformato John Reid (Armie Hammer), un uomo di legge, in un leggendario giustiziere, trasportando il pubblico in un’epica girandola di sorprese in cui i due improbabili eroi, spesso impegnati in comici alterchi, combatteranno fianco a fianco contro l’avidità e la corruzione.
The Lone Rangervede tra i protagonisti anche il vincitore del Primetime Emmy® e del Golden Globe Award® Tom Wilkinson (John Adams) nei panni del politico Latham Cole; William Fichtner (Il cavaliere oscuro) nel ruolo dell’acerrimo nemico di Tonto e del Lone Ranger, Butch Cavendish; il vincitore del Primetime Emmy Award Barry Pepper (The Kennedys) nel ruolo dell’intransigente Capitano J. Fuller; James Badge Dale (Iron Man 3) nel ruolo del Texas Ranger Dan Reid, fratello maggiore di John; Ruth Wilson (Luther) nel ruolo della moglie di Dan e vecchia fiamma di John, Rebecca Reid; e Helena Bonham Carter (Il discorso del re), due nomination all’Oscar® e sei nomination al Golden Globe, nel ruolo della proprietaria del saloon Red Harrington, dai modi coloriti e con una gamba sola.
Il film è diretto da Gore Verbinski, che l’ha prodotto insieme a Jerry Bruckheimer, da un’idea di Ted Elliott & Terry Rossio (tutti i quattro film Pirati dei caraibi) e Justin Haythe (Revolutionary Road), con la sceneggiatura di Justin Haythe e Ted Elliott & Terry Rossio. I produttori esecutivi sono Mike Stenson, Chad Oman, Ted Elliott, Terry Rossio, Johnny Depp, Eric Ellenbogen ed Eric McLeod.
UN’EREDITÀ RINATA
Ottant’anni dopo il loro primo ingresso nell’immaginario collettivo, i personaggi classici del Cavaliere solitario e Tonto continuano a rimanere stabilmente inseriti nel contesto culturale americano. “C’è qualcosa in questi personaggi che ha affascinato ogni generazione fin dalla loro invenzione”, nota il produttore Jerry Bruckheimer. “Sono cresciuto a Detroit, e gli spettacoli radiofonici e televisivi di The Lone Ranger hanno fatto parte della mia adolescenza, come di milioni di altri”.Radio, televisione, cinema, fumetti, libri, romanzi illustrati e videogame: la popolarità costante di questi personaggi icone d’America rappresenta un continuum che conferma il fascino che da sempre il pubblico subisce nei loro confronti.
Il programma si fece strada per la prima volta sulle onde radio per gentile concessione della radio WXYZ di Detroit, Michigan, il 30 gennaio 1933. Il proprietario della stazione, George W. Trendle, voleva un Western che affascinasse il pubblico dei bambini. Il personaggio da lui creato era retto, onesto e una figura autoritaria che i bambini potessero ammirare. Così era nata l’idea del Cavaliere solitario, passata poi a Fran Striker, uno sceneggiatore di Buffalo, e al direttore del personale della stazione radio, James Jewell.
Jewell continuò a dirigere la serie radiofonica “The Lone Ranger” per tutto il 1938, quando ormai era un fenomeno nazionale. Il suocero di Jewell era proprietario del Campo Kee-Mo-Sah-Bee a Mullet Lake, in Michigan, che divenne così l’ovvia ispirazione linguistica per il nome che Tonto diede al suo amico, il Cavaliere Solitario (Tonto fu inserito in undici episodi della serie). Si pensa che il nome del campo derivi da una parola Ojibwe, “giimoozaabi,” tradotto come “esploratore fidato” o persino “chi sceglie un percorso diverso dal normale”. Anche il nome Tonto potrebbe derivare da un’altra parola Ojibwe, “N’da’aanh-too” (pronunciato “Nda-n-to”) che significa “selvaggio” o “cambiare”. Jewell suggerì anche la “Ouverture del Guglielmo Tell” di Gioachino Rossini come tema musicale del programma.
Ci furono 2.956 episodi radiofonici di “The Lone Ranger” (l’ultimo nuovo episodio venne trasmesso il 3 settembre 1954), una storia lunga 21 anni che di fatto coincise con l’omonima serie televisiva di grandissimo successo interpretata dal vigoroso Clayton Moore come protagonista e il maestoso Jay Silverheels nel ruolo di Tonto. Questo programma, che divenne un fenomeno internazionale, cominciò a essere trasmesso sulla ABC nel 1949 e continuò fino al 1957.
L’enorme popolarità dello show diede vita anche a due lungometraggi teatrali, “Il cavaliere senza volto”(1956) e “Il cavaliere azzurro della città dell’oro” (1958). Ma ora è giunto il momento che Johnny Depp e Armie Hammer appongano il loro marchio indelebile su Tonto e Lone Ranger. Se da un lato rispettano alcune delle tradizioni stabilite negli ultimi ottant’anni, dall’altro interpretano i personaggi senza paura per una generazione tutta nuova.
LA CREAZIONE DELLA STORIA
Come nel caso di molti progetti ambiziosi, è stata una strada lunga e tortuosa quella per realizzare una nuova versione di The Lone Ranger. Ma né il produttore Jerry Bruckheimer né il regista Gore Verbinski sono uomini facili da dissuadere una volta che i loro cuori e le loro menti hanno scelto un obiettivo. “Sapevamo che era arrivato il momento di far rinascere The Lone Ranger e il genere western” afferma Bruckheimer, “proprio come Gore e io sapevamo che era arrivato il momento di risuscitare i film sui pirati quando abbiamo sviluppato per la prima volta Pirati dei Caraibi per il grande schermo dieci anni fa. C’è un motivo per cui il pubblico ha apprezzato questi personaggi e questi generi per decenni e noi sapevamo che se li avessimo reintrodotti in modo fresco ed entusiasmante, si sarebbe innamorato di loro ancora una volta”.
Verbinski era interessato a dirigere The Lone Ranger solo se si fosse ripresa la storia classica rinnovandola completamente. “Penso che se sei un fan della serie TV originale” racconta Verbinski “rimarrai sorpreso dal film, perché tutti conoscono quella storia e non è la storia che raccontiamo noi. Noi raccontiamo la storia dalla prospettiva di Tonto, come Don Chisciotte raccontato dal punto di vista di Sancho Panza. Oserei dire che nel suo centro, la nostra versione è un buddy film avventuroso d’azione con molta ironia e umorismo e abbastanza singolare da renderlo completamente diverso”.
Per scrivere la versione rinfrescata di questa storia leggendaria, i produttori hanno ingaggiato la brillante squadra di sceneggiatori formata da Ted Elliott e Terry Rossio, che avevano anche scritto tutti i quattro film di grandissimo successo dei Pirati dei Caraibi, di cui i primi tre sono stati il risultato della collaborazione tra Jerry Bruckheimer e Gore Verbinski, e Justin Haythe, che ha scritto Revolutionary Road per Sam Mendes.
Commentando la storia, il produttore Jerry Bruckheimer afferma: “Questa è la storia di come John Reid diventa Lone Ranger” aggiunge Bruckheimer “ma nel contesto di una ‘drammedia’ tra due personaggi dalle origini completamente diverse, che all’inizio della storia sono davvero ai ferri corti e poi, nel corso del loro rapporto, arrivano a una sorta di legame irrequieto. La nostra versione è ricca di emozione, avventura, dramma, commedia, spettacolo e sentimento. E, grazie alla visione di Gore, è anche grandiosa”.
Bruckheimer era elettrizzato all’idea che il suo partner del franchise di Pirati dei Caraibi Gore Verbinski facesse parte della squadra per The Lone Ranger. “Gore è un regista di incredibile talento, qualcuno che racchiude tutto in sé. A volte succede di trovare un regista che sa fare bene la commedia ma non l’azione oppure che sa fare solo l’azione” afferma Bruckheimer. “Gore è uno dei pochissimi registi in grado di fare tutto: azione, dramma, commedia, animazione, tutto lo stesso stile brillante. È un grande visionario e non permette che qualcosa gli impedisca di creare sequenze mai viste prima, e in qualche modo trova il modo di girarle con il massimo effetto”.
CASTING & PERSONAGGI
Con Johnny Depp coinvolto fin dall’inizio nel progetto e già ingaggiato nel ruolo di Tonto, i produttori erano alla ricerca del perfetto John Reid alias Lone Ranger. Jerry Bruckheimer e Gore Verbinski hanno subito intuito che il tanto ricercato ruolo di Lone Ranger era fatto su misura per un attore giovane, di incredibile talento e di bell’aspetto di nome Armie Hammer. Grazie al segno lasciato a Hollywood con la sua interpretazione nei panni dei gemelli Winklevoss nel film di David Fincher The Social Network e insieme a Leonardo DiCaprio nel film di Clint Eastwood J. Edgar, Bruckheimer e Verbinski se lo sono assicurato per The Lone Ranger proprio al momento giusto.
Descrivendo Armie Hammer, il regista Verbinski afferma: “Quando incontri Armie, capisci subito che nel suo corpo non c’è un solo osso cinico o smaliziato. Armie ha una sorta di grande, cieco ottimismo nel modo in cui osserva il mondo. Avevamo proprio bisogno di qualcuno che fosse credibile nella sua difesa d’idee di altri tempi”.
Gli altri membri del cast di The Lone Ranger incarnano l’eccellenza. Tom Wilkinson, che interpreta il politico e costruttore della ferrovia Latham Cole, è riconosciuto come uno degli attori britannici più validi e versatili, con le sue due nomination all’Academy Award® (per In the Bedroom e Michael Clayton) e le quattro nomination al Golden Globe®, vincitore per la sua interpretazione nel ruolo di Benjamin Franklin nella miniserie della HBO John Adams. “Latham Cole è, in un certo senso, uno dei padri dell’America com’è oggi”, spiega Wilkinson del suo personaggio. “Oggi sarebbe definito un capitalista di ventura. Per Cole, costruire la Ferrovia Transcontinentale non è solo un’opportunità per fare soldi, ma anche la sua visione di una grandezza unificata. Ma Cole non è sempre complicato nel modo in cui ottiene ciò che deve ottenere, ma credo che lo sia stato sempre. Le persone che hanno una visione grandiosa non sono riluttanti a calpestare i diritti legali di altre persone”.
William Fichtner ha assunto il ruolo del fuorilegge Butch Cavendish, acerrimo nemico di Lone Ranger e un personaggio noto a tutti i fan di questa leggenda. Nel corso degli anni, Fichtner si è creato una grande reputazione per la sua versatilità e il suo repertorio. Irriconoscibile nei panni di Cavendish, Fichtner è comunque riuscito a trovare un centro nel suo personaggio che ne fa più che un semplice mostro. “A volte interpreto persone dal carattere rude, ma cerco sempre di trovare qualcosa che li renda reali. Cavendish è piuttosto semplice nei suoi processi mentali su quello che vuole, ma è intelligente e concentrato. Credo si possa affermare che tra tutti i personaggi sorprendenti protagonisti di questo film, l’ultima persona che si vorrebbe incontrare in un vicolo buio sia Cavendish. Penso che nemmeno Cavendish vorrebbe incappare in se stesso”.
Il vincitore dell’Emmy Award® Barry Pepper è il Capitano Fuller. Nelle ricerche per questo ruolo Pepper ha studiato i più famosi “rivali degli indiani” della fine del XIX secolo, come George Armstrong Custer, Ranald Mackenzie e Phillip Sheridan. “Erano uomini molto esuberanti ed egocentrici, che parlavano con ostentazione piena di vanagloria, con in testa obiettivi ancora più altezzosi. Si possono quasi sentire gli slogan e i discorsi delle campagne agitarsi nella mente di Fuller. L’ho visto come un pavone vanitoso travolto dal compito grottesco di sbarazzarsi degli indiani spingendoli fuori dalle praterie, un Cavaliere nella mascherata del progresso”.
La determinazione dei produttori nell’associare i migliori talenti possibili ai loro ruoli specifici ha pagato ancora con la scelta del newyorkese James Badge Dale nei panni di Dan Reid, un Texas Ranger il cui duro carattere di frontiera è in netto contrasto con quello di suo fratello John, raffinato e molto istruito. “Dan Reid è il fratello maggiore di John, è più meschino e stanco della vita” racconta Dale del suo personaggio. “Ci sono molte sfumature di grigio nella visione del mondo da parte di Dan, e forse in un altro mondo e in un altro tempo avrebbe anche potuto passare tra le fila dei fuorilegge. Il bene e il male non sembrano più così distinti per lui”.
L’attrice britannica Ruth Wilson fa il suo debutto nel cinema americano con The Lone Ranger. “Quando Ruth è arrivata al provino, ci ha semplicemente travolto” afferma Verbinski. “È stata migliore di moltissimi altri e l’ha dimostrato a tutti. Sarà una grandissima stella del cinema”.
Commenta la Wilson: “Lavorare in The Lone Ranger è stato epico in ogni senso della parola: la portata della produzione, lo scenario, la qualità dei talenti coinvolti a ogni livello. Come vedrete è un western che passa dall’umorismo assurdo al sentimento tremendamente serio, il tutto in un momento affascinante della storia americana. Per me è stata un’opportunità a cui non ho potuto resistere e un’esperienza che non dimenticherò mai”.
HelenaBonham Carter si è unita al cast nel ruolo di Red Harrington per un’ottima ragione: “La ragione per cui ho voluto fare il film è data dal fatto che non mi è mai stato proposto di interpretare una maitresse del Sud con una gamba di legno in un western”, racconta la due volte candidata all’Oscar®. Un altro richiamo ad accettare il ruolo potrebbe essere stata l’opportunità di lavorare ancora una volta con l’amico Johnny Depp, con cui in passato ha recitato in cinque film. La Bonham Carter descrive la colorita Red, dall’acconciatura esagerata e con la gamba intagliata, come “la proprietaria di un’attività esotica, che è anche mobile. Red segue la ferrovia man mano che viene costruita, perché tutti i suoi introiti vengono dagli operai. È una donna pragmatica, schietta e di grande potere”.
Il vasto cast di comparse per The Lone Ranger è stato selezionato con estrema meticolosità da diversi settori delle comunità di attori, americane e internazionali. Sono stati scelti due attori diversi per interpretare i guerrieri Comanche che affrontano un futuro incerto: Saginaw Grant, un attore/educatore/attivista molto rispettato della Nazione Sac and Fox, Iowa, e della Nazione Otoe-Missouria, interpreta Capo Big Bear, che continua a essere un grande capo nonostante l’avanzare dei suoi anni e della ferrovia nel territorio Comanche; e Gil Birmingham, anche lui Comanche, interpreta Red Knee, il capo della guerra di Big Bear.
LA REALIZZAZIONE DI THE LONE RANGER
Quando il 28 febbraio 2012 sono iniziate le riprese, è stato chiaro che Lone Ranger e Tonto avrebbero cavalcato ancora insieme. E avrebbero continuato a farlo per più di sette mesi di difficili riprese attraverso quattro stati confinanti del vasto Sud-Ovest americano, più la California del Sud. Nel corso delle riprese Bruckheimer, Verbinski, Depp, Hammer e tutto il cast e la troupe hanno sperimentato tutta una serie di sfide di produzione e ambientali e in qualche modo hanno trovato un modo per superarle tutte. Bruckheimer e Verbinski non solo stavano girando una grande avventura, le riprese stesse di The Lone Ranger sono state una grande avventura.
Le sfide per lo scenografo Mark “Crash” McCreery in The Lone Ranger comprendevano la progettazione di numerosi set imponenti in cui potessero svolgersi il dramma, la commedia e l’avventura del film. I set sono stati creati in esterna, disseminati attraverso cinque diversi stati e alcuni palcoscenici presso gli Studios di Albuquerque.
La romanzata Colby, in Texas, è una città di frontiera polverosa e arida, casa di John Reid e suo fratello Dan. Verbinski e McCreery hanno osservato diversi set permanenti di cittadine western prima di decidere di costruirne una da zero a Rio Puerco, una zona pianeggiate spazzata dal vento a circa 60 chilometri a sud di Albuquerque. “Colby è realismo miscelato ad assurdità” afferma McCreery. “Tutto ciò che presenta una linea netta sembra fuori posto. Gore ama le cose dall’aspetto vissuto, ecco perché c’è un balcone sfondato da una parte o manca un corrimano oppure della vernice è schizzata sul lato di un edificio. Contribuisce al carattere della città; inizi a sentire che c’è una storia”.
Costruito nei pressi del set di Colby a Rio Puerco c’era un’altra città, Promontory Summit, il sito storico dove i treni della Union Pacific e della Central Pacific si scontrano frontalmente dopo il completamento della Ferrovia Transcontinentale. Promontory Summit, quella costruita per il film, dà una sensazione molto diversa rispetto alla più decadente Colby; è costruita in modo più solido con legno e mattoni, a indicare maggiore prosperità e una storia più lunga.
Il lato più selvaggio di Crash McCreery si è davvero messo alla prova con i suoi progetti per “L’inferno su ruote”, un paese itinerante che segue gli operai che stanno costruendo la Ferrovia Transcontinentale, ispirato da numerose cittadine che spuntavano dal nulla, realmente esistite nel XIX secolo, e che fa davvero onore al suo nome. La città di tende ha il suo fulcro negli interni sontuosi dell’edificio più grande e più importante, lo Spettacolo itinerante di Red.
Il set colorato e meravigliosamente bizzarro di L’inferno su ruote è stato prefabbricato nei laboratori artistici di Albuquerque per cinque settimane e poi, nel corso di altre sei settimane, è stato montato tra le colline di Lamy, Nuovo Messico. Il risultato finale è una fantastica cornucopia in stile selvaggio west e popolata da una splendida e bizzarra combinazione d’incantatori di serpenti, fenomeni da baraccone, mangiatori di fuoco, mercanti di tè, medici che curano disturbi intestinali, dentisti improvvisati, fanatici religiosi e operai della ferrovia.
Ma cosa accade quando un produttore e un regista hanno bisogno di tre treni americani del XIX secolo per molte delle scene d’azione più ambiziose mai viste in un film? “Li costruiamo” afferma Jerry Bruckheimer, “proprio come abbiamo costruito molte navi a grandezza naturale per i film dei Pirati dei Caraibi. Non ci sono sostituti per la realtà e visto quello che avevamo intenzione di fare con quei treni, la realtà era l’unica soluzione possibile”.
La costruzione dei due treni da 250 tonnellate, e delle rotaie su cui correvano, è stata frutto di una notevole collaborazione tra molte delle divisioni del film e un’impresa tecnica di grande rilievo sotto ogni punto di vista. Le città di Colby e Promontory Summit sono state costruite con otto chilometri di rotaie tutto intorno a formare un ovale, oltre a qualche chilometro di doppia rotaia, così da consentire a Verbinski di girare sequenze dei treni affiancati. Un paio di chilometri di rotaia è stato allestito anche a Creede, in Colorado, per un altro lavoro con i treni.
Ancora in un laboratorio a Sun Valley, in California, il coordinatore degli effetti speciali, vincitore dell’Academy Award®, John Frazier stava costruendo due treni a grandezza naturale che corressero sulle nuove rotaie: lo storico Jupiter e quello che diventò famoso come il treno di Colby, in seguito convertito nel treno di Latham Cole, the Constitution.
I treni rispecchiavano i tratti del periodo fin nel minimo dettaglio, fatte salve due cose importanti: innanzitutto, le locomotive sarebbero state spinte da un moderno motore idraulico al posto del vapore; secondariamente, i vagoni sono stati costruiti tutti come container da imbarco, in modo che potessero essere sollevati e abbassati sul telaio del treno o sul pianale dei camion che formavano il parco automezzi.
Hanno contribuito in maniera incommensurabile alla realizzazione di The Lone Ranger le caratterizzazioni immaginarie e creative del makeup artist vincitore dell’Academy Award® Joel Harlow (Star Trek, Alice in Wonderland); i costumi attempati che rispecchiano il periodo di ambientazione del film di Penny Rose (Pirati dei Caraibi: oltre i confini del mare); la stupefacente fotografia di Bojan Bazelli (L’apprendista stregone, Mr. & Mrs. Smith); gli effetti molto realistici dei supervisori agli effetti visivi Tim Alexander (Rango) e Gary Brozenich (La furia dei titani); e il montaggio di Craig Wood (Rango) e James Haygood (Tron: Legacy), con musiche composte da Hans Zimmer (Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Pirati dei Caraibi: oltre i confini del mare).
Con la promessa di essere l’evento cinematografico più entusiasmante dell’estate, The Lone Ranger arriverà nelle sale il 3 luglio 2013.
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