Vi avevamo preannunciato che sarebbe stata una settimana piena di news di quelle da far venire la pelle d’oca a qualcuno e i bollori a qualcun altro. Numerosi gli endorsements che si stanno producendo in queste ore tra chi sostiene il candidato del centro-sinistra Felice Calabrò (come i suoi fedeli alleati di coalizione), chi dichiara apertamente appoggio al competitor Renato Accorinti (ad esempio la prof.ssa Pucci Prestipino,unica donna tra i concorrenti alle primarie di aprile, in corsa sotto le effigi del Centro Democratico di Tabacci, al tempo della competizione) e “gli svizzeri”, neutrali almeno ufficialmente (il Pdl su tutti).
Venerdì a mezzanotte si chiuderà ufficialmente la campagna elettorale, prima del silenzio che precede il secondo turno e, suddetta chiusura avverrà in modo a dir poco sconvolgente. Come era prevedibile, sarà l’artista di Augusta, Roy Paci, da sempre vicino ad Accorinti, a “benedire” nella piazza del Duomo, l’amico in lizza per la sindacatura, mercoledì sera. Un vero e proprio one man show più che un semplice concerto, sigillerà la campagna del professore in questi giorni meno visibile a talk e confronti -e per questo, spesso criticato- a causa degli scrutini, quelli della scuola in cui esercita la sua professione di educatore e preparatore atletico.
L’avvocato democratico non sarà da meno, anzi, per meglio dire, data la notizia resa nota appena questo pomeriggio, porta a casa un punto -o una serie di punti- nella partita in corso, con un vero e proprio colpaccio: Matteo Renzi testimonial dell’ultima ora.
Nel giorno in cui Alessandro Russo, presidente uscente della V circoscrizione, annuncia pubblicamente l’intenzione di ricorrere al TAR, tramite un post su facebook, il sindaco di Firenze conferma la sua presenza all’evento di chiusura della campagna di Calabrò. Intorno alla figura dell’amministratore toscano, proprio Russo, insieme al compagno di avventure e collega Francesco Palano Quero, ha costruito gran parte della propria strategia della differenza, della rottura rispetto alla “vecchia politica” che ha viziato gli “apparati” della politica. E proprio per quel trentottene dissidente, i due si sono spesi, viaggiando su e giù per l’Italia, sostenendo il loro leader, in occasione delle primarie indette per la scelta del segretario del Pd.
Evidentemente, essere dei renziani non ha pagato, e così, Quero e Russo restano fuori dai giochi, non solo perdendo entrambi alle primarie pre-politiche e pre-amministrative ma non venendo neppure riconfermati come candidati della coalizione alla presidenza delle due circoscrizioni di cui erano già presidenti. Sono andati da soli i Castore e Polluce de no’artri, ottenendo un successo al IV quartiere e una sconfitta -seppur parziale e, ad oggi, presumibilmente in vista di verifica- al V.
Fuori dai giochi: da tutti i giochi. E chi si aspettava una nomina assessoriale per uno dei due, allo stato attuale, resta deluso.
Voci di corridoio sostenevano che la dichiarazione di appoggio incondizionato ad Accorinti dei renziani fosse un’ipotesi molto plausibile ma, formalmente, i due si sono sempre detti “fedeli al Pd”.
“Siamo uomini di partito” ribadiva appena qualche settimana fa Quero.
Ma quale partito? Quale leader è quello a cui guardano Palano Quero e Russo?
Di certo non era Bersani, difficilmente sarà Epifani e verosimilmente non sperano nella “buona guida” di Letta. Loro, come del resto l’Italia intera, sono in attesa del prossimo congresso del partito che, verosimilmente, si terrà in autunno, per scoprire quale ne sarà la sorte ed eventualmente applaudire la loro guida, laddove ottenuta la segreteria democratica.
Oggi però si apre una nuova parentesi nella vicenda dei Dioscuri messinesi: Renzi sarà in città per sostenere il candidato del centro-sinistra, quella coalizione che li ha evidentemente tenuti a margine, tanto nelle scelte quanto nei ruoli che -obiettivamente- sono stati mortificati dalla dirigenza. Stando così le cose si profilano due possibilità: o Quero e Russo accetteranno di buon grado questa decisione che potrebbe avere il profumo di una reunion delle differenti correnti del Pd locale, per la serie “la quiete dopo la tempesta”, gestita dal sapiente sindaco fiorentino che farebbe così da “pacere”; oppure ai due si sta rivolgendo, ancora una volta, un torto imperdonabile, per di più, stavolta, la matrice sarebbe proprio il loro capofila.
Raggiunto telefonicamente, Russo ha dichiarato: “ad ora, a noi non risulta l’ufficialità di una venuta di Renzi a Messina. Se sarà così assumeremo una posizione”
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C’è da scommettere che domattina saremo invitati a prendere parte ad una conferenza stampa, della quale vi daremo notizie. Ciò che è certo è che se fosse confermata -e non c’è ragione di credere il contrario- la visita del politico toscano, Calabrò porterebbe a casa una vittoria schiacciante, almeno in termini d’immagine, per quella elettorale propriamente detta saranno le urne a parlare.
Una domanda però sorge spontanea (Lubrano docet): chi si occuperà dell’accoglienza dell’ospite? Chi gli farà da Cicerone? Chi lo introdurrà sul palco? Staremo con gli occhi aperti perchè questi -apparentemente insignificanti- dettagli possono, invece, essere estremamente chiarificatori su rapporti e relazioni intestine al Pd. (ELEONORA URZI’)