E’ proprio vero che Milano detta le mode: e così dalla Bocconi a Via Primo Settembre, passando per Palazzo Chigi, la tendenza dei “tecnici” al potere arriva anche a Messina.
Presentata questa mattina presso il quartier generale del candidato sindaco Felice Calabrò la sua squadra di esperti, insieme ai quali l’avvocato quarantenne ambisce ad amministrare la città dello Stretto.
Otto i nomi dei tecnici-assessori designati, schierati a fianco del democratico: la prof.ssa Elvira D’Orazio, preside dell’Istituto Professionale Antonello che, neanche a dirlo, dovrebbe occuparsi della pubblica istruzione; l’arch. Franco Cardullo, professionista e docente presso l’ateneo di Reggio Calabria che, coerentemente con le sue competenze professionali, si occuperebbe di arredo urbano; l’ex dirigente sportivo e medico cardiochirurgo, dott. Andrea Consolo, dovrebbe gestire il settore sport, oltre ad essere già tra i consiglieri eletti nelle fila dell’Udc; al consulente e imprenditore dott.Egidio Bernava spetterebbe la competenza relativa a cultura e spettacolo, come “svelato”, già settimane fa, in occasione dell’incontro/comizio tenutosi presso la cittadella fieristica; l’avv. Carmen Currò, civilista, impegnata principalmente nella difesa dei diritti di coloro i quali sono considerati “i più deboli” (donne, minori, immigrati), acquisirebbe la delega relativa a politiche sociali e diritti di cittadinanza; il prof. Maurizio Lanfranchi, invece, sarebbe investito del ruolo di responsabile dell’assessorato relativo a sviluppo e marketing territoriale, lui che è docente di Economia del sistema agroalimentare e, tra l’altro,vicedirettore del Dipartimento di Scienze economiche, finanziarie, sociali ed ambientali della Facoltà di Economia, e che ha, inoltre, diretto il master universitario di II livello in Economia e marketing agroalimentare e del turismo rurale; l’avv. Salvatore Versaci gestirebbe, infine, i contenziosi legali, essendo esperto in diritto societario e fallimentare. Sulla scelta di quest’ultimo pare si siano levate alcune obiezioni dalla sponda accorintiana, alle quali il candidato Calabrò fornisce un commento secco, dichiarando d’aver cose più importanti a cui pensare che rispondere a cattiverie di chi è mosso dal semplice rancore.
Assente all’incontro il vice-prefetto, dott.ssa Matilde Mulè che, secondo alcuni, avrebbe glissato le ultime uscite pubbliche non per “motivi istituzionali” -questa è la motivazione ufficiale resa- ma per un ripensamento dell’ultima ora; a lei spetterebbe uno dei compiti più ardui: riorganizzazione della macchina amministrativa e delle partecipate.
A quanto pare, Calabrò avrebbe invece scelto di non distribuire le deleghe relative a trasporti e mobilità e quella al bilancio. Su quest’ultimo punto ci permettiamo di fantasticare un po’: chissà che a questa posizione “accentratrice” delle due competenze, non segua, in un secondo momento, una redistribuzione, inserendo nella rosa uno degli “eccellenti esclusi” (tanto da suddetta rosa quanto dal consiglio, non avendo ottenuto la riconferma), l’amico e collega avv. Giuseppe Melazzo che, ricordiamo essere stato, oltretutto, presidente proprio della commissione bilancio.
Il candidato democratico alla sindacatura ha anche paventato la possibilità di portare il numero dei membri della sua giunta da otto a dieci, non incidendo però sulle casse della macchina amministrativa, spalmando invece le retribuzioni già previste tra tutti (e gli eventuali dieci) i suoi assessori.
Insomma, appare evidente come gli incarichi siano stati attribuiti sulla base di curricula pertinenti alle diverse responsabilità che i possibili futuri assessori potrebbero acquisire, laddove al ballottaggio fosse proprio Calabrò ad avere la meglio sul suo competitor. Dati alla mano, sembrerebbe inoltre questo l’epilogo più ovvio. Se poi ai sondaggi -attendibili o meno che siano- si va ad aggiungere l’endorsement (termine tanto in voga in questa tornata) che molti esponenti pidiellini stanno esprimendo pubblicamente verso l’avvocato Pd in questi giorni, la possibilità di veder passare Calabrò da consigliere uscente a sindaco appare sempre più concreta.
E a proposito di appoggio azzurro, speriamo caldamente che i rappresentanti del centro-destra, che in queste ore si stanno pronunciando in merito al sostegno a questo o quel candidato, siano consapevoli che l’elettore che tutto perdona al suo Presidente, rischia di non essere così morbido anche con i dirigenti cittadini. Così, se Berlusconi può contare su un bacino di voti di fedeli e fedelissimi, in tutta Italia, ai quali basta poco per scordare magagne ed errori di percorso del loro leader, numeri alla mano, non è lo stesso per i colonnelli locali del partito, a Messina. Il suggerimento, prima di radicarsi su questa o quell’altra posizione, è di fare il famoso giro sui social networks -e non solo- di cui abbiamo già parlato per altre ragioni e, di testare l’umore dei loro supporters, perchè qualcuno suggerisce che non passeranno cinque anni prima di tornare alle urne (indipendentemente dal “cosa” si tornerà a votare prima del tempo) e chi rischia di uscire ancor più con le ossa rotte -e sono già abbondantemente lesionate- da questo ballottaggio è proprio l’unico grande partito che non vi partecipa direttamente, mentre -invece- i due contendenti reali, chi per un verso chi per un altro, in fondo hanno già vinto entrambi. Occhio, signori, occhio!
Speriamo comunque che i tecnici presentati oggi, laddove venisse eletto Calabrò, possano amministrare meglio, con molta più passione rispetto al becero cinismo dei colleghi che, fino a pochi mesi fa, erano al Governo nazionale al fianco del sen.Monti, perchè di “lacrime e sangue”, senza oltretutto vedere risultati positivi nel medio periodo (e forse neanche nel lungo), la nostra città non solo non può permettersi ma non ne ha proprio più voglia.(ELEONORA URZI’)