MAN OF STEEL: RECENSIONE IN ANTEPRIMA

E’ oggettivamente complicato raccontare al cinema la storia di Superman per diversi motivi.

Innanzitutto perchè  è complicato rendere interessante un tizio praticamente immortale. In secondo luogo perchè questa difficile operazione riuscì benissimo nel 1978 e nel 1980 a Richard Donner e Christopher Reeve rispettivamente regista e protagonista di Superman e Superman II ed ancora oggi chiunque identifica Superman con Christopher Reeve.
Ci ha sbattuto il muso Bryan Singer con l’orrendo Superman Returns e la Warner Bros, che detiene i diritti dell’uomo d’acciaio, ci riprova nel 2013  a suon di milioni e con la partnership della Legendary Pictures, la casa che ha prodotto l’ultima e bellissima trilogia di Batman.
Come se tutte queste difficoltà non bastassero, sembra che lo scopo della Warner sia creare un universo DC ed accompagnarci ad un ipotetico film sulla Justice League, partendo proprio da questo Man of Steel.

In cabina di regia è stato scelto Zack Snyder, scelta coraggiosissima a mio modo di vedere; reduce dal pessimo Sucker Punch, Zack ha già frequentato il mondo delle graphic novel sia con il sorprendente 300 sia con il controverso Watchmen.

L’idea che è alla base di questo reboot è buona, anzi ottima: Superman viene ridisegnato, partendo dalle origini, dalla distruzione del pianeta Krypton, dalla solitudine del diverso, dal sacrificio di chi comunque vuole fare del bene. E tutto questo è raccontato davvero bene nella prima parte del film, con una narrazione che passa dal presente al flashback in maniera fluida e in certi momenti persino poetica. 

I problemi del film nascono quando entra in scena il generale Zod, interpretato da Michael Shannon: da lì il film diventa un’unica, lunghissima ed estenuante battaglia tra Superman e i suoi compatrioti che vogliono distruggere la Terra: davvero troppo lunga e mal calibrata (non c’è un crescendo, è tutto molto piatto e per questo risulta noioso).
Senza contare che Zack Snyder ogni tanto parte un po’ per la tangente con invenzioni visive e allegorie (ma conoscendolo è andata fin troppo bene).

Michale Shannon è bravissimo come sempre, anche se in certi momenti sembra un po’ a disagio ad interpretare un ruolo poco approfondito (e chi lo ha visto in Boardwalk Empire sa quanto sia bravo); Henry Cavill è perfetto nella parte di Superman, riprende molto lo stile Smallville, ma ha la faccia giusta per questo ruolo (e il numero giusto di espressioni); Amy Adams è come al solito carinissima, ma il ruolo è abbastanza marginale ed infine la guerra tra i padri di Superman la vince alla grande Kevin Costner, Russell Crowe davvero pessimo.

Il film diverte abbastanza, ma non convince. Viste però le premesse e visto che comunque l’idea di un universo DC mi eccita moltissimo, non posso far altro che dire: Welcome to Planet Clark!

(U.P.)

 

(Voto: 6/10)

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