Un accorato grido contro tutte le mafie è quello che si è levato sabato durante un incontro, tenutosi alla Multisala Apollo: un mix tra comizio elettorale e appuntamento in favore della legalità, come i molti che in questi anni si stanno svolgendo anche nella nostra città. Ospiti d’eccezione a questo appuntamento che ha visto il candidato Renato Accorinti protagonista, Angela Manca, madre dell’urologoAttilio “suicidato” nel 2004 a Viterbo e Sonia Alfano, eurodeputata e figlia di Beppe, noto giornalista ucciso dieci anni prima del medico.
Si commuove il professore di educazione fisica che con la sua t-shirt brandizzata, immagine di una lotta che dura da anni, corre per la poltrona di Palazzo Zanca, davanti a queste parenti di vittime divenute veri e propri simboli della lotta a quell’istituzione che, anche nelle istituzioni, continua a muovere i tentacoli penetrando nelle stanze del potere. “La nostra è una provincia che ha dato natali a gente per bene ma anche a molti criminali; qualcuno continua a reggere le fila di un sistema mafioso-istituzionale”, dichiara la Presidente della Commissione Speciale Antimafia del Parlamento Europeo. “Noi continueremmo a sbagliare se pensassimo che le mafie sono quelle che sparano. Le vediamo ogni giorno con i loro colletti bianchi,che decidono per noi, che scelgono per noi a chi appoggiarsi,che interessi ci sono dietro un’opera o dietro una candidatura”.
Lo spazio lasciato ai proclami in vista del ballottaggio è davvero minimo, quasi impercettibile. “Se credete al cambiamento non pensate al voto di domenica (23/06). Andate invece a parlare con le persone, perchè noi dobbiamo dare il segno ma dobbiamo impegnarci insieme comunque, dall’ indomani delle elezioni”, esorta Accorinti il suo elettorato intervenuto. Spende anche una parola per il competitor, l’avvocato e coordinatore e consigliere democratico uscente, Calabrò: “ Felice è un bravo ragazzo ma i potenti che stanno dietro di lui devono andare via”. Il riferimento è chiaramente a figure come quelle dei cardini della “santa alleanza” che è alla base del centro-sinistra messinese, i due onorevoli (il primo dei quali, ad oggi, Ministro della Repubblica) D’Alia e Genovese e a quell’ apparato che, da mesi, viene contestato pubblicamente da più parti. E proprio circa le loro possibili ingerenze sull’operato del candidato Calabrò, lo stesso concorrente del Pd ha più volte smentito ogni possibilità, dichiarando che i due parlamentari saranno suoi interlocutori (così come anche il Governatore Crocetta) solo come interfaccia romano e palermitano, per la buona amministrazione della città. “E se sarà necessario, sbatterò i pugni”, tuonava appena qualche settimana fa. Che si tratti di proclami elettorali o verità concrete solo il tempo potrà dirlo, e solo se sarà l’uomo della coalizione ad avere la meglio. Torniamo a stamattina. E’ Accorinti a prendere la parola per primo e introdurre le due donne che hanno scelto di mobilitarsi in suo sostegno: “Noi parliamo alle frequenze del cuore e poi di programmi, e io mi prostro davanti ad Angela,lei ha messo la sua vita a disposizione del risveglio delle coscienze”. L’intervento della signora Manca suscita forti emozioni nei presenti in sala: una madre che racconta il suo dolore: inevitabilmente lo fa vivere anche agli altri, rivivendolo anch’essa infinite volte. Ripercorre ancora una volta le fasi che dal ritrovamento del cadavere del figlio sono poi passate per le dichiarazioni del boss Francesco Pastoia ( impiccatosi -?- nella sua cella), alla chiusura e riapertura dell’inchiesta, soffermandosi specificatamente sull’anello che congiunge queste due fasi: Pietro Grasso. Fu proprio l’allora Procuratore Nazionale Antimafia a ritenere che non ci fossero prove sul possibile coinvolgimento dei corleonesi nella vicenda dell’omicidio -presunto, va specificato per dovere di cronaca-. “Grasso sta occupando indegnamente il suo posto da Presidente della Camera, perchè lui si porta dietro segreti immensi: va con i piedi di piombo nelle inchieste ma al contempo fa carriera rapida”, denuncia la madre della presunta (?) vittima. La signora Manca, ribadisce, ciò che in passato ha più volte sottolineato ossia che la Procura non abbia “mosso un dito”, chiedendo alla famiglia stessa che si occupasse di reperire le prove necessarie per riaprire il caso. Conclude il suo toccante intervento specificando come mai avrebbe pensato di sostenere pubblicamente un candidato sindaco ma “conosco Renato, lui è vicino a chi soffre e in un momento di crisi come questo che è prima di tutto morale e di valori, ci vuole una persona che li incida nelle coscienze e nell’educazione non solo dei suoi ragazzi ma della società tutta. Ve lo dico da mamma: è un amico pronto a sentire i vari problemi e a condividerli. Non dico possa risolverli e di certo non da solo ma con voi ce la può fare” e prima di lasciare il microfono, riporta una frase letta poche ore fa su social network: “non lasciate che pochi politici traffichini facciano di Messina cosa loro”. Si dice dispiaciuta di non poter incidere col suo voto sul cambiamento di questa nostra città invece Sonia Alfano che, già nei giorni scorsi, aveva speso, tramite media, parole di enorme sostegno ad Accorinti. “Qui c’è la Procura che ancora dopo vent’ anni e mezzo si occupa dell’ assassinio di mio padre e, in questi vent’anni e mezzo ci sono state venti commemorazioni. Per nostra fortuna abbiamo visto poche facce note. Che non fosse lo spazio per una passerella politica era evidente anche a loro. Ma in questi vent’ anni e mezzo, una faccia c’era sempre. Tra la gente spuntava puntualmente la maglietta di Renato seduto a terra silenzioso come a volerci dire io ci sono!” Si sofferma sui poteri forti della “città babba” che è tale per etichetta, da decenni. L’eurodeputata spiega come ciò dipenda dal fatto che la mafia, la ndrangheta e chi per loro, avesse bisogno di un luogo calmo in cui “ricoverare” nei periodi di latitanza boss e affiliati “ma chi li portava qui dandogli guida,sostegno,assistenza? I pezzi dello Stato, chi era interno alle Istituzioni”, tuona. Non si fanno attendere considerazioni relative alla cosiddetta Trattativa Stato Mafia e l’affondo al Gen. Mori, “colpevole” oltretutto d’aver “impiegato sei ore e mezza, qualche giorno fa, per rilasciare dichiarazioni spontanee e non le ha impiegate per difendersi dalle accuse infamanti ma per attaccare altri come me ad esempio, sostenendo che sarei a capo di una cordata di sostenitori e difensori della magistratura con specifico riferimento a questo processo”. Sulla questione ci sarebbero numerose parentesi da aprire ma non ci sembra questa la sede e, probabilmente non si sarebbe dovuta considerare tale neanche la sala dell’Apollo, stamane ma, come detto, l’incontro non era un comizio elettorale da protocollo (infondo quelli di Accorinti non lo sono mai) ma un appuntamento contro le mafie. “Tutte le mafie”, si fanno eco tra loro i relatori. Dalle vicende testimoniate da Manca e Alfano a contorte logiche da stanze dei bottoni spesso viziate da poteri collusi e pratiche tutt’altro che trasparenti: dall’Università alle precedenti amministrazioni (non solo locali) ce n’è per tutti. Il pubblico ascolta e applaude mentre le due donne riportano le rispettive esperienze e al contempo offrono supporto al candidato che, della lotta alla mafia ha fatto uno dei capisaldi del suo attivismo. “Perchè noi i nostri congiunti li abbiamo già pianti ma la verità è di tutti non di parte di noi. La mafia ci ha toccato violentemente ma ancor più tocca voi ogni giorno. Non esistono vittime singole, esiste un Paese che è vittima, nella sua totalità”.E continua: “dietro le facce pulite ci sono sempre i soliti poteri. Renato è la più alta espressione di politica in questo momento” conclude la barcellonese, lanciando un appello anche a quanti hanno “sin qui sbagliato” a non sostenerlo pubblicamente perchè membri di movimenti terzi (riferimento al M5S palese e ovvio): “è il momento di fare ammenda e rimediare all’errore. Domani sarà troppo tardi”. L’unico dato politicamente impattante nella questione ballottaggio concretamente detto, risulta essere -e abbiamo il dovere di segnalarlo- la nomina degli ultimi tre assessori designati dal prof. Accorinti (gli altri sono stati resi noti nelle scorse settimane): gli ing. Cucinotta e De Cola e il direttore del Cnr Messina dott. Cacciola. “Ho sempre pensato che tutto può cambiare, gente compresa. Io non ho chiesto voti ma partecipazione”, ribadisce il candidato e, dando un’occhiata ai numeri fin qui risultati sembrerebbe aver già ricevuto una risposta importante. (ELEONORA URZI’ )