La questione del bilancio comunale costituisce un punto oscuro della gestione commissariale del Comune di Messina. Le attese “operazioni verità” non hanno avuto un seguito, e adesso anche i candidati a sindaco sono allarmati, perché di fatto nessuno sa cosa dovrà affrontare a breve la nuova amministrazione.
Ieri l’appello di Gianfranco Scoglio, a cui si sono uniti anche Enzo Garofalo e Felice Calabrò: “Le preoccupanti notizie che provengono da Palazzo Zanca sul dissesto mi inducono a chiedere a TUTTI i candidati Sindaco di sospendere gli impegni della campagna elettorale per chiedere al Commissario Straordinario, dott. Croce, un urgente incontro per discutere del problema – ha affermato il candidato di Nuova Alleanza, ex assessore – Ritengo che soltanto il Sindaco ed il Consiglio Comunale eletti potranno e dovranno occuparsi della situazione finanziaria del Comune di Messina”.
“Mi unisco alla richiesta avanzata da Gianfranco Scoglio – fa eco Garofalo del Pdl – in merito alla necessità di un incontro immediato tra il Commissario Luigi Croce ed i candidati a sindaco al fine di analizzare la delicatissima situazione economico-finanziaria del Comune di Messina”.
Sulla questione interviene anche con un comunicato Renato Accorinti (Cambiamo Messina dal Basso):
“L’intera vicenda solleva domande pesanti ed inquietanti. Perché attendere la prossimità delle elezioni (con la conseguente limitazione di poteri del Consiglio Comunale) per dichiarare inevitabile il dissesto? Perché lasciare la palla alla nuova amministrazione? Perché non sfruttare procedure e opportunità di finanziamento abbondantemente utilizzate da altre municipalità in condizioni sostanzialmente identiche a quelle di Messina (basti citare il caso di Reggio Calabria, Comune commissariato ed in condizioni di pre-dissesto che ha ottenuto 187 milioni di anticipazioni)?
Appare poco credibile l’asserzione del Dott. Coglitore e del Dott. De Leo, secondo cui il Comune di Messina avrebbe solamente 5 milioni di Euro di crediti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012. Non ammontava la massa debitoria a più centinaia di milioni di Euro? Oppure, se tanto basso risulta essere il monte debitorio, come può affermarsi che il Comune si trovi in dissesto? Appare infatti questionabile che dai debiti considerati dal Dl 35/13 debbano essere esclusi i debiti fuori bilancio. Infine, quale buon padre di famiglia, potendo spalmare un debito (anche piccolo, di 5 milioni) ad un tasso agevolato ed in un periodo trentennale preferisce ricorrere al credito ordinario, più oneroso in termini di interesse e meno esteso nel tempo?
L’intera vicenda sembra essere stata trattata con imperdonabile leggerezza, oppure tradisce una inaccettabile confusione, una incredibile non conoscenza delle stesse cifre attorno alle quali, pure, da mesi si assiste ad un indecoroso balletto. La classe politica messinese, le deputazioni regionali e nazionali, dovrebbero insorgere contro questi fatti, rispetto ai quali assumiamo l’impegno (qualora eletti) di fare piena luce, individuando eventuali responsabilità, perché il mancato ricorso agli “spazi finanziari” del Dl 35/13, la “predichiarazione” di dissesto e l’inaccettabile transizione di responsabilità operativa alla prossima amministrazione costituiscono un grave danno alla città. Si domanda, peraltro, se, a seguito della lettera firmata dal Commissario e dai Dirigenti della Ragioneria, non sia opportuno considerare “atto indifferibile” la dichiarazione di dissesto, incardinandola nei lavori dell’attuale Consiglio, pur in scadenza”.