TRUFFA AI DANNI DELL’INPDAP: TRE CONDANNE

Tre le condanne inflitte dal gup Antonino Genovese nell’udienza preliminare dell’inchiesta sulle truffe ai danni dell’Inpdap e di istituti finanziari. Con il rito abbreviato il giudice ha inflitto 5 anni di reclusione ad Angelo Genitore, 56 anni, considerato la mente del gruppo e dipendente dell’Inpdap fino allo scorso febbraio, quando è stato licenziato. Condannati anche Rosario Grasso (3 anni) e Tommasa Bonna (2 anni). Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, truffa aggravata in concorso e falso.

L’operazione della sezione di PG della Polizia scattò il 26 gennaio scorso e portò all’arresto di 12 persone. Secondo l’accusa a capo dell’organizzazione c’era il 56enne messinese Angelo Genitore che grazie alla sua posizione all’interno dell’istituto, avrebbe convinto alcuni complici a presentare false autocertificazioni con pensionati ormai defunti, quasi tutti uomini, non coniugati, allo scopo di  far riscuotere la pensione di reversibilità dal falso consorte.

Ma la truffa riguardava anche contratti con delle finanziarie, che prevedevano la trattenuta del quinto dello stipendio sulle singole rate della stessa pensione di reversibilità.  Il danno patrimoniale alla pubblica amministrazione è stato stimato in 105 mila euro, quello alle società finanziarie, in circa 155 mila euro.

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