PALAZZO ZANCA E SERVIZI SOCIALI: I LAVORATORI DELLE COOPERATIVE “NOI NON VOTEREMO”

 

 

I membri delle cooperative messinesi di servizi sociali stamane riuniti in protesta a Palazzo Zanca: “il comune ci dice che non ha soldi per pagarci, ma i 18 milioni per farsi la campagna elettorale li hanno trovati”.

“Non c’è futuro a Messina”. È triste sentirlo dire ad un sola persona, ma quando a pensarlo sono intere generazioni ci si approssima alla percezione della disfatta e della conseguente, incontrovertibile necessità di un cambiamento radicale. Le esigenze dei lavoratori sono diventate emergenze. La settimana messinese è scandita da manifestazioni, presidi permanenti, richieste sindacali. Urgenze che privano il cittadino di qualunque fiducia nel futuro e nelle istituzioni, lasciandolo senza speranze e con troppi quesiti.

Anche oggi la storia si ripete. A Palazzo Zanca i membri delle cooperative messinesi che si occupano di servizi sociali attendono risposte. Ad essere ricevuta una delegazione composta dalla rappresentanza sindacale e da un rappresentante per ciascuna cooperativa. I lavoratori denunciano: “C’è gente che avanza un anno di mensilità, chi ne avanza sei mesi, chi sette. Noi abbiamo lavorato e vogliamo essere pagati, dobbiamo mangiare, la gente non può più andare avanti”. La situazione è stazionaria dal 2009, il comune si dice impossibilitato a pagare a causa del dissesto, ma oggi, a ridosso delle elezioni amministrative e a seguito di una campagna elettorale durante la quale spese non indifferenti sono state sostenute, i lavoratori sono ancora più agguerriti. Molti di loro hanno famiglie a carico, figli disoccupati e spesso anche nipoti.

Senza alcuna aspettativa per il futuro né fiducia nell’amministrazione, fanno sapere che non hanno intenzione di votare alle prossime elezioni e che, piuttosto, raccoglieranno le schede elettorali per inviarle direttamente a Roma con l’obiettivo di portare i vertici a conoscenza delle condizioni in cui versa la città e del comportamento delle istituzioni che la guidano.(LAURA MANTI)

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