Altro week end di eventi, no, non quelli della nightlife messinese ma quelli delle mattine pre-elettorali. Procediamo per gradi.
Alle 10.00, l’aula giunta di Palazzo dei Leoni era già allestita per ospitare la conferenza stampa del Popolo dell’Avvenire. Il nuovo soggetto politico nasce con l’intento di proporre strategie votate a “far quadrare i conti e rendere possibile una buona amministrazione” dichiara il suo fondatore Massimo Simeone. Seduti uno accanto all’altro, il padrone di casa Nanni Ricevuto (ancora Presidente della Provincia), il deputato regionale Nino Germanà, il promotore dell’iniziativa (Simeone per l’appunto) e, alla sua sinistra, l’on. Vincenzo Garofalo, candidato sindaco del centro-destra (in realtà, sarebbe più corretto dire “centro-destra meno un pezzetto”).
Stop! Doverose le specifiche a beneficio dei nostri lettori che, probabilmente staranno pensando ad un caso di omonimia: non vogliamo vi confondiate quindi saremo banalmente lineari. Massimo Simeone, consigliere uscente della 4^ municipalità, eletto nella lista “Genovese sindaco” appena cinque anni fa, oggi ha prestato giuramento al candidato Garofalo, al cospetto del gotha del Pdl locale.
Andiamo ai fatti, dopo aver puntato l’attenzione su un frammento della storia del numero 1 del Pda.
Di cosa si è discusso?
Attenzione al territorio e quadratura dei conti ovviamente. Ma condicio sine qua non è “la necessità di una reale continuità con l’amministrazione pregressa” (?) sottolinea il consigliere di quartiere uscente, il quale ammette d’aver pensato originariamente ad una sua propria candidatura alla poltrona di Palazzo Zanca salvo poi, appresa l’ufficialità del nome scelto dal centro-destra, aver dirottato la propria attenzione al supporto dell’onorevole che, secondo Massimo detto Max (così leggevamo qualche anno fa sui suoi “santini”) sarebbe un “ottimo amministratore, come ha già dimostrato in passato, rivestendo gli incarichi che gli sono stati affidati”.
Non stupisce granchè il passaggio da una coalizione all’altra, da un estremo (mica tanto) all’altro, specie considerate le argomentazioni che hanno spinto al grande passo l’aspirante consigliere comunale: ossia l’evidente cambiamento che, durante le campagne elettorali, tutti sbandierano ai quattro venti e, in pochi poi rispettano. Così, precisa l’ex democratico, nel Pdl “il quid novi è palese: la palingenesi del partito è rappresentata dal binomio Garofalo-Germanà”, e questo rinnovamento, è plausibile, abbia rappresentato per lui un’illuminazione, come quella sulla via di Damasco per Paolo. Ma, prima di cedere la parola all’onorevole azzurro, puntualizza “non vi stiamo dando carta bianca, saremo l’anima critica della coalizione e vi pungoleremo” conclude,temibile, Simeone.
Il candidato sindaco Garofalo evidenzia, dal canto suo, la straordinarietà del “progetto ambizioso di Massimo e i suoi, nel momento in cui la politica ha creato disaffezione.- E, continua- richiamare le persone ad una nuova sfida alla quale partecipiamo è molto importante”. Ma la sfida, quella vera, verrà dopo le elezioni, a dire dei relatori in coro. “Sono convito sia possibile fare più di quanto non immaginiamo grazie ad esperienze che vengono da tutti:la ricchezza della società è fatta di novità ma anche di esperienza e saggezza. Questa è la ricetta vincente” sostiene l’ingegnere attualmente deputato a Roma. “Ci deve essere non un patto generazionale ma un patto tra generazioni” conclude, accompagnato dal plauso dei presenti.
E a proposito di patto generazionale, ricorderete che, appena prima delle elezioni regionali, fu Alberto De Luca, ricercatore universitario, da sempre politicamente attivo ed ex dirigente nazionale di Azione Giovani, a proporre questa locuzione, per presentare una proposta politica fatta per lo più di under 30. Oggi De Luca torna a far parlare di sé in modo più “istituzionale”, ha infatti inaugurato nella sede di via del Vespro la sua segreteria. Il giovane Politico (che, nel suo caso è un vero e proprio nomignolo, affibbiatogli già ai tempi del liceo), che alle scorse amministrative non vinse la competizione elettorale a causa di un unico voto, ci riprova. L’ospite della sede precisa a chi è intervenuto che questa volta la candidatura avverrà “nella prima lista anche se ci vogliono molti piu voti, perchè volevamo prenderci le nostre responsabilità.” e, dichiara fiducioso che “a differenza di cinque anni fa, quel voto non mancherà”.
Supporto incondizionato anche da parte sua al candidato Garofalo che gli è accanto durante la presentazione. “E’ una battaglia che ci vede a fianco perchè il comune di Messina ha bisogno di persone per bene e che ci mettono impegno” , specifica De Luca. “Qui dentro non si può dire che la passione manchi” sottolinea, elogiando il lavoro duro di quei ragazzi che ogni giorno lavorano con lui e, grazie al cui impegno è stata recuperata quella bottega che, per i messinesi rappresenta un vero e proprio pezzo di storia. Proprio lì infatti sorgeva il laboratorio di nonno Billè “che si alzava prima dell’alba e veniva qui a preparare i suoi pasticcini”. Una saracinesca abbassata dodici anni fa e rialzata di recente, messa a nuovo e presentata oggi ai tanti compagni di viaggio storici, supporters, amici e parenti, molti dei quali hanno un nome e un cognome noti alla politica e l’imprenditoria messinese (da Luigi Ragno a Nino Germanà e Nanni Ricevuto).
A tagliare il nastro che argina l’ingresso della segreteria, una donna simbolo, la vedova Ragno, moglie del defunto senatore Totò. Ancora stavolta la scelta ha una matrice di incontro generazionale. Prima di brindisi e auguri, prende la parola Garofalo che, De Luca introduce come l’uomo il quale rappresenta differenti facce della città: “Enzo conosce bene Messina,si è occupato della periferia da uomo borghese del centro. In lui convivono e sono rappresentate le anime di questa.” Insomma, il nuovo corso del Pdl che punta ai giovani ammalia e seduce anche chi aveva lasciato il partito del Cavaliere, inseguendo chimere di futuro e libertà, poi risoltesi in un nulla di fatto per l’ex presidente della CameraFini e i suoi seguaci, alcuni sopravvissuti e traghettati altrove, altri pressocchè scomparsi.
“ Diamo il via a questa bella campagna per poi occuparci della città che ne ha drammaticamente bisogno” si fanno eco tra loro Garofalo e De Luca, amplificando la loro voce con un piccolo megafono che “non è un oggetto a me troppo caro, in questo momento” ironizza l’aspirante sindaco. Ma, ilarità a parte, in questo caso voleva essere soltanto uno strumento e non anche un simbolo, tranquilli! (ELEONORA URZì)