INIZIA LA CAMPAGNA ELETTORALE DI FELICE CALABRÒ: IN CASA PD, È ANCORA IL ROCK CHE UNISCE TUTTI!

 

E’ stanca e rassegnata, volgare e incosciente, ammutinata e avvelenata ma è anche bella e devota, insolente e ammaliante la città di cui parla Edoardo Bennato nel brano che Felice Calabrò ha scelto come colonna sonora che accompagnerà la sua campagna elettorale, il cui inizio è stato segnato stamane da una conferenza stampa tenutasi presso il comitato di via 1° Settembre.

E’ Napoli la città cantata dal rocker campano, ma la descrizione calza a pennello anche a Messina e le somiglianze, alla vigilia del pagamento della neo-tassa sui rifiuti, si addicono anche all’aspetto delle strade sommerse dal pattume.

Solita aria da “ragazzo della porta accanto”, barba incolta e stile elegante ma casual, così si propone, come al solito, il candidato sindaco del centro-sinistra. “Ora basta!” è lo slogan che ha scelto. Annuncia un mese caratterizzato da incontri “sul campo”, una campagna che si svolgerà per la gente tra la gente quella dell’avvocato, già consigliere comunale.

La fidelizzazione del territorio è il dictat che in molti, lui compreso, hanno posto tra le priorità. Non aspettiamoci trenta giorni di proclami standard ma proposte e ascolto delle istanze della gente, almeno questo è quello che il vincitore delle primarie di aprile garantisce.

La “follia consapevole”, che lo ha portato a concorrere al ruolo di candidato della coalizione, è la stessa che oggi lo anima ad andare avanti, portando una croce il cui peso, a suo dire, sarà sorretto non da lui solo ma anche dalla squadra con la quale affronta questo percorso impervio e che domani costituirà (potrebbe costituire!) la sua giunta. E’ il progetto il comune denominatore di questi apostoli ma, di fatto, Calabrò non si sbilancia sui punti in agenda che, a quanto pare, saranno esposti in itinere. Una campagna fondata sul sospetto come se si trattasse di un’azienda che propone una strategia di guerrilla insomma ma, di norma, la politica ha altre regole!

Appena qualche giorno fa lo avevamo sentito parlare del partito come l’unico che non subisce lo spauracchio delle spaccature interne “nessun gruppo di giovani turchi”, ci aveva raccontato ai microfoni di #Democracity. Di fatto le crepe sono evidenti e voci attendibili lasciano supporre che domani, tra i nomi dei candidati alle presidenze di circoscrizione, gli “epurati” (anche se non ufficialmente) renziani, potrebbero decidere di andare “da soli”.

Anche Grioli e Fragale non si chiamano fuori dalla corrente di dissidenza intestina e, entrambi ex primaristi, hanno presentato recentemente la loro lista “La farfalla” che, pur restando in odore di centro-sinistra, non è propriamente democratica e, verosimilmente, un po’ di grane al candidato Calabrò le darà. Ma lui sembra ottimista: corre per vincere ed a quanto pare è certo di farcela. D’altra parte, dopo il successo “inatteso” alle primarie, nonostante la (iper)tardiva discesa in campo, non ci sarebbe da meravigliarsi se sbaragliasse la concorrenza di nuovo. E’ vero però che, stavolta, da contraltare ad un apparato, non ci sono solo movimenti e liste civiche ma un’altra struttura che -historia docet- a Messina non ha mai sfigurato e, che in questa occasione, ha assoldato il suo uomo migliore, trasversalmente apprezzato, Enzo Garofalo (che oggi ha incassato anche l’appoggio ufficiale di Grande Sud).

Tornando ai renziani, Calabrò lascia intendere che per loro potrebbe esserci posto all’interno di una squadra d’alto livello. (Accetteranno/accetterebbero?)
“E per quanto riguarda D’Alia e Genovese?”, ci chiediamo con quel pizzico di malizia che non guasta mai. Sembra convinto nel dire che vi si interfaccerà laddove cercherà referenti nelle alte sfere: non quelle della coalizione locale ma quelle di Roma, anche a costo di sbattere i pugni per essere ricevuto e ascoltato. Quindi non le due colonne della dirigenza messinese ma un parlamentare e un ministro, a beneficio di chi aveva immaginato uno spettacolo di burattini e burattinai. (!)

“Non cambierà niente se ci credo solo io”,sottolinea Calabrò e lui ci crede evidentemente e ci crede tanto da proporre una candidatura che non è proiettata a governare la città per i prossimi cinque anni, ma per il doppio del tempo addirittura (quindi dovrebbe vincere, governare, ricandidarsi a scadenza del mandato e, aver fatto così bene da essere riconfermato dall’elettorato … cosa che noi, ovviamente, ci augureremmo indipendentemente da chi fosse il vincitore delle prossime amministrative). E’ chiaro che il centro-sinistra, a differenza di ciò che viene detto, compatto non è ma, d’altra parte, non c’è compattezza neanche in casa centro-destra.

Un comune denominatore però, i candidati del Pd, da Roma a Firenze a Messina ce l’hanno: l’amore per il rock, certo. Ma, alla Nannini di Bersani e al Bennato de “La mia città”, qualcuno potrebbe mostrare di preferire i Muse (che, a scanso d’equivoci, non sono britannici come si pensa ma assolutamente…turchi)! (ELEONORA URZI’)

 

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