PICCOLI GENOVESIANI CRESCONO, MA FUORI DALLE REGOLE DEI GIOVANI DEMOCRATICI: INTERVIENE MARCO MANCINI

 

“Noi ci riconosciamo in Francantonio Genovese, fermo restando che sapremo ritagliarci il giusto spazio”: un virgolettato sulla Gazzetta del Sud di Antonio Aliotta e Paolo Barbera, foto a colori,  mentre il 24 aprile parlano a nome dei Giovani democratici messinesi,  in  assenza del segretario provinciale Gabriele Lo Re, e di quello cittadino Marco Mancini. Il giornale  definisce già Aliotta come “papabile successore” di Lo Re, mentre (probabilmente visto anche l’ottimo risultato in termini di visibilità) segue domenica l’annuncio di Barbera di candidarsi alla V circoscrizione.

Certo una prova di forza tutta interna agli equilibri della componente giovanile, dove la “corrente vincente” alza la voce, ottenendo facile legittimità dalla stampa locale. Ma a mettere i “puntini sulle i”, chiarendo come questa “pubblica uscita” non sia stata concordata con nessuno, è proprio il segretario cittadino dei Giovani Democratici, che in un duro comunicato mette in evidenza il rampantismo di Aliotta e Barbera, che dal “vivaio delle idee” hanno probabilmente partorito quella più geniale: parlare di unità, con l’intento di spaccarla.

Ecco cosa scrive Mancini:

“I Giovani Democratici di Messina, nella persona del proprio Segretario Cittadino Marco Mancini, si dissociano in maniera netta e decisa dalle dichiarazioni rilasciate ai media locali la scorsa settimana da due dei suoi iscritti: Paolo Barbera ed Andrea Aliotta. Le ragioni di tale dissenso risiedono in motivazioni di tipo formale e di tipo contenutistico.

La questione formale è dettata innanzitutto dalla totale mancanza di rispetto dei passaggi, fondamentali e propedeutici, precedenti alla pubblica esternazione di posizioni ufficiali da parte della struttura politica che il sottoscritto, in questa sede, rappresenta. Convocare una conferenza stampa dove si ha la presunzione, peraltro senza alcun titolo, di parlare per conto di un’intera organizzazione senza aver preventivamente condiviso le proprie legittime posizioni con l’Assemblea degli iscritti e gli organi che li presiedono, configura un atteggiamento molto distante da quella “Democrazia” che costituisce (o quantomeno dovrebbe) il punto di partenza del nostro agire politico. Peraltro, contravvenendo a quanto esplicitamente enunciato al comma 4 primo periodo, dell’articolo 1 dello Statuto dei Giovani Democratici (“I Giovani Democratici assicurano ad ogni iscritto trasparenza e rapidità nell’informazione circa le decisioni assunte ad ogni livello”) non è mai pervenuta notizia, se non successivamente, della redazione di un documento a livello regionale che sarebbe stato opportuno condividere preliminarmente con la totalità degli iscritti con la risultanza che, la giornata di mobilitazione prevista da tale documento per giorno 24 Aprile, non ha avuto luogo. 

La questione contenutistica che si pone, attiene in primo luogo all’immobilismo della Segreteria Provinciale: posta l’inoperosità di quest’ultima, si può e si deve imporre riflessione, ma nelle sedi opportune e con le modalità previste da Statuto senza che alcuno, arrogandosi il diritto di scavalcare i processi democratici, richieda commissariamenti e/o procedure straordinarie di gestione, soprattutto in un momento politico in cui la divisione e la rottura sono strumenti che ulteriormente indeboliscono e vanificano il lavoro svolto in questi anni da “pochi appassionati” come il sottoscritto nell’avvicinare i giovani alla buona Politica (quella dell’aggregazione e della comunione di interessi per il bene del proprio territorio e del proprio paese) sempre più avvezzi all’ “antipolitica” e sempre più lontani da una struttura come la nostra che rappresenta, nonostante tutto, una delle più grandi organizzazioni politiche giovanili dell’intera nazione.

In secondo luogo, come più volte ribadito anche da chi scrive in precedenti occasioni, la “Carta di Cittadinanza” sottoscritta a livello nazionale dai Giovani Democratici e dal Partito Democratico nel Giugno del 2010 sancisce più volte (artt. 1, 4 e 9) la totale autonomia gestionale e di indirizzo politico dei Giovani Democratici che non dipendono e non si riconoscono, a nessun livello e per nessuna ragione, in qualsivoglia soggetto e/o organo politico specifico del Partito Democratico.

Parteggiare pubblicamente per un onorevole piuttosto che per un altro, dichiarare apertamente il sostegno di un’intera struttura a dei candidati al consiglio comunale piuttosto che ad altri, annunciare papabili sostituti ai vari livelli dell’organizzazione giovanile, dimostra anzitutto una profonda mancanza di rispetto nei confronti della pluralità delle posizioni dei singoli associati, proprio in virtù del fatto che non esisterà una lista dei Giovani Democratici a sostegno del candidato sindaco del PD Felice Calabrò (cui va certamente tutto il nostro sostegno ed al quale ricordiamo che i Giovani Democratici costituiscono un pezzo fondamentale della difficile campagna elettorale che ci apprestiamo ad affrontare), nonché una pronunciata volontà di fare, e soprattutto farsi, pubblicità alle porte delle elezioni amministrative piuttosto che dimostrare serietà, coerenza e passione per la Democrazia ancor prima che per la struttura politica”.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it