Due gruppi di volontari, sostenuti dalla sezione inglese della LIPU, stanno raggiungendo le alture fra Scilla e Cariddi per assistere alla meravigliosa migrazione dei rapaci. Esperti ed osservatori saranno impegnati fino a metà maggio in difesa degli esemplari che seguono la rotta dello Stretto di Messina.
Con il Bosforo e Gibilterra, lo Stretto di Messina è il più importante corridoio europeo per la migrazione degli uccelli. Infatti, stremati dal lungo viaggio che li porta ad attraversare i paesi dell’Africa sub-sahariana e il deserto del Sahara, raggiungono l’area dello stretto di Messina per effettuare nel modo più rapido possibile la traversata che li porterà sul continente.
Secondo i dati forniti dalla LIPU, sono circa 30 mila i rapaci che ogni anno attraversano il braccio di mare tra Sicilia e Calabria, verso i luoghi di nidificazione, in Italia o nel resto d’Europa.
Sarà possibile seguire l’attività di osservazione nella pagina Facebook della LIPU dove, giorno per giorno, verranno inseriti i dati.
Ma la finalità dell’iniziativa va oltre il semplice birdwatching: infatti, proprio per la straordinaria quantità di migratori, lo Stretto di Messina resta un luogo pericolosissimo per gli uccelli che lo attraversano, visto il perdurare di fenomeni di bracconaggio, soprattutto nel versante calabrese.
Quindi il campo internazionale servirà anche a vigilare e segnalare alle Forze dell’Ordine eventuali episodi che possano mettere in pericolo il viaggio dei migratori.
Il campo sullo Stretto è collegato con lo staff LIPU che dallo scorso 20 aprile sta effettuando il Progetto rapaci migratori sulle isole minori della Sicilia, da Pantelleria a Marettimo, da Ustica a Panarea fino alle sponde siciliane dello Stretto.
Al campo di protezione, sarà inoltre presente la sezione inglese della LIPU capitanata da David Lingard, affiancato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato del Nucleo Operativo Antibracconaggio.