Arriva il tempo delle decisioni. Anche quella di voler spiegare pubblicamente, nell’ottica di quella lealtà sempre esercitata nei confronti dei nostri lettori, perché da oggi (16 aprile 2013), messinaora.it sceglie di non dare più spazio al movimento 5 stelle, con questo decidendo di assumersi la responsabilità che ogni direttore di una testata d’informazione ha nei confronti non solo di chi legge ma della categoria a cui appartiene: quella dei giornalisti professionisti.
Senza voler fare esercizi di retorica o cercare citazioni adatte a rappresentare il disappunto verso un atteggiamento poco costruttivo e anti-democratico, crediamo che quello che è accaduto a noi, testata on-line, indipendente, di una città in pieno fermento politico-elettorale, sia emblema del delirio di onnipotenza di chi, sotto la bandiera della democrazia partecipativa, non rispetta le regole del gioco.
Così nella periferia messinese il divieto per gli attivisti di partecipare ai talk show televisivi diventa divieto di confronto con gli altri candidati, con i giornalisti, con gli stessi elettori internauti: i grillini fanno da se, e noi non ci opporremo di certo. Ma allo stesso tempo non siamo disposti a stare zitti rispetto almodus operandi di “Gesù Grillo e i suoi discepoli”. Certi divieti categorici che potrebbero essere liquidati sotto il termine di “ridicolo”, rasentano piuttosto l’imbarazzante categoria del tragi-comico. Così giusto per essere più realisti del re, i pentastellari messinesi si sottraggono al confronto, riconoscendo “libertà d’informazione” solo se a senso unico.
Non è dato capire come mai il “divieto” anti “talkshow” si sia allargato anche ad un mezzo tanto caro al deus ex machina come internet, così ci appare solo una forma di disprezzo e paura del pubblico confronto, il rifiuto di partecipare a DEMOCRACITY, la nostra tribuna politica 2.0 a cui avevamo invitato la candidata a Palazzo Zanca Maria Saja, nell’ottica di conoscere lei, il suo programma, la sua personalità.
Ma avevamo sottovalutato quanto la “personalità” non sia fondamentale in un movimento dove la collettività sembra solo un termine per nascondere l’anonimato, la partecipazione un modo per delegare ogni responsabilità, la rete uno strumento di dominio culturale.
E’ chiaro che la nostra presa di posizione è necessaria, perché “siamo soltanto giornalisti” e cercheremo di fare sempre con onestà il nostro dovere di osservare e criticare, di stimolare un dibattito necessario oggi più che mai, alla luce di quei principi che restano, mentre le idee cambiano con gli uomini cui vengono date in appalto.
Riteniamo quindi di avere ancora la libertà di dissentire dal dogmatismo di grillo e dei grillini messinesi, e di condividere con i nostri lettori la decisione di rifiutare ogni forma di “controllo” sul nostro lavoro: una testata non è “libera” o “credibile” in funzione al numero di comunicati stampa che pubblica, ma per lo sforzo quotidiano di fornire spazi e strumenti di confronto, che passano anche da domande e risposte. (PAL.MA.)