E’ trascorso quasi un anno e mezzo dalla devastante alluvione del 22 novembre 2011 che ha lasciato, una volta eliminato il fango, una crisi economica ancora più mordente della precedente. Le aree colpite – non è un mistero – vivono un periodo nero aggravato dalle leggi del patto di stabilità che non sono state sospese neppure in una situazione tanto delicata.
Adesso, dopo lunghe attese, a far sentire la propria delusione nei confronti di coloro che decidono chi e quando deve ricevere aiuti e risarcimenti sono gli imprenditori che quel 22 novembre si offrirono di aiutare le città colpite anticipando gli sforzi economici ed umani utili a togliere il fango. Simili spese possono però essere anticipate per un periodo breve perché a lungo andare qualsiasi azienda in tempo di crisi potrebbe trovarsi costretta a rientrare altrimenti delle perdite.
E’ il caso di Francesco Calabrese (nella foto), un imprenditore dell’altra parte dello Stretto che in questi giorni, dopo aver dovuto licenziare alcuni dipendenti per far fronte alla crisi, si è incatenato presso l’ingresso del municipio di Barcellona P.G., la città alla quale prestò soccorso in quel 2011.
La Technology Aspiration Environmental Ecology Construction sta affrontando molte vicissitudini e Calabrese dice di essere giunto al limite. Il reale creditore nei suoi confronti sarebbe la Protezione Civile Nazionale che, ricordiamo, quasi all’indomani dell’alluvione riuscì più facilmente a raggiungere i centri colpiti grazie all’operato dei suddetti imprenditori e dei moltissimi cittadini che si erano nel frattempo aiutati reciprocamente coi pochi mezzi a propria disposizione.
Oggi tocca invece agli imprenditori ed alle famiglie degli operai licenziati rivivere un incubo simile, seppur virtuale: l‘ondata di scartoffie burocratiche che li ha sepolti (e che sembra non avere mai fine) sta loro impedendo di vivere giorni tranquilli. La solidarietà cittadina non è mancata e nel pomeriggio di ieri si sono riunite alcune rappresentanze a Palazzo Longano per chiarire le difficoltà economiche e burocratiche in cui si trovano le 120 imprese che hanno partecipato alle operazioni di soccorso.
Nei giorni scorsi la Protezione Civile ha comunque dato primi segni di interesse al disagio sbloccando 48 milioni di euro da ripartire tra i comuni alluvionati: Barcellona P.G, (7 milioni), Saponara (5,5 milioni), Rometta (3,3 milioni) e Villafranca (1 milione) e così via, sino alle comunità meno popolose. Gli imprenditori, preso atto dell’esistenza di un provvedimento che impegna i vari comuni ad utilizzare parte dei fondi per ripagarli, hanno concesso una “tregua della protesta” che avrà fine nel momento in cui tra due settimane non riceveranno effettivamente i pagamenti loro promessi da istituzioni sempre più lente e collettivamente avvertite come lontane. (CARMEN MERLINO)