Il quadro della trentunesima di serie A si completerà soltanto stasera con l’affascinante monday night dell’Olimpico, dove andrà in scena il derby di Roma, ma, considerata la scarsa incidenza della stracittadina sulle zone caldissime della classifica, si può comunque già redigere un bilancio dettagliato di questa importantissima giornata di campionato.
Impegnata nel più classico dei testacoda, la Juventus ha faticato più del dovuto per venire a capo della pratica Pescara, archiviata nel segno di Zorro. La capolista ha infatti incamerato i tre punti grazie alla doppietta di Vucinic, implacabile dal dischetto prima e chirurgico sul secondo palo, poi. Adesso i bianconeri proveranno l’impresa ai limiti dell’impossibile contro il Bayern Monaco in coppa, ma era importante tenere chiusa la partita tricolore, ammesso che fosse mai stata aperta. La riserva di champagne nel ghiaccio piemontese sta raggiungendo la temperatura ottimale ed i primi tappi potrebbero già saltare domenica prossima, al termine di quel Milan-Napoli che potrebbe sensibilmente avvicinare la banda di Antonio Conte alla matematica conquista del secondo scudetto consecutivo.
Giacché siamo in tema, analizziamo proprio l’andatura del borsino secondo posto, che ieri ha fatto registrare un considerevole rialzo della quotazione napoletana. Riavvolgendo il nastro, nel lunch-match delle 12.30 il Milan é passato dalle stelle alle stalle nel volgere di pochissimi minuti, sette per l’esattezza. Fino al 66′ i rossoneri conducevano infatti per 2-0 a Firenze, con i viola in inferiorità numerica per l’espulsione di Tomovic, ma già al 73′ Pizarro realizzava su rigore il punto del definitivo 2-2, dopo il primo penalty griffato Ljajic e l’ammonizione del diffidato Balotelli, che dunque salterà per squalifica proprio il big match contro gli uomini di Mazzarri: l’inopinabile, ma anche il bello, del calcio.
Quanto ai partenopei, loro sì, la mission quotidiana -in ottica accesso diretto alla Champions- l’han portata a compimento, superando il Genoa al San Paolo grazie al micidiale uno – due firmato da Pandev e Dzemaili nella prima mezzora. Si complica e non poco, invece, la posizione di un Grifone sempre più in caduta libera, reduce da un solo punto raggranellato nelle ultime cinque e raggiunto a quota 27 dal Siena e dal redivivo Palermo. Due su tre retrocederanno: si preannuncia una roulette russa sconsigliabile ai deboli di cuore di fede rossoblu. Restando in ambito salvezza, la copertina simbolica di questa dodicesima giornata di ritorno non può che spettare giustappunto ai rosanero di Sannino che, superando la Samp a Marassi trascinati da un grande Josip Ilicic, bissano l’exploit della scorsa settimana ai danni della Roma e rientrano prepotentemente in corsa per la permanenza, a dispetto di ogni ragionevole aspettativa. L’allenatore buono Zamparini ce l’aveva in casa ma l’aveva cacciato alla terza giornata: alla soglia dei 72 anni il patron avrà finalmente imparato la lezione? Ai posteri -e non ai postumi, sperano in Sicilia- l’ardua sentenza.
Dopo il brodino infrasettimanale nel recupero contro i doriani, è invece nuovamente franata l’irrecuperabile Inter di Andrea Stramaccioni, capace ieri sera a San Siro di passare dal 3-1 al fantozziano 3-4 contro l’Atalanta, che nell’ultima mezzora ha impartito un’autentica lezione di calcio ai nerazzurri di Milano. Ma su quest’aspetto il simpatico tecnico romano negli spogliatoi ha sorvolato, preferendo soffermarsi essenzialmente sul dubbio rigore del momentaneo 2-3 e sull’emergenza infortuni. Un grande allenatore, oltre che dai risultati, si valuta anche dalle dichiarazioni: in entrambi i casi del bicchiere mezzo pieno non vi è traccia alcuna.
Nelle altre partite, Totò Di Natale (rectius l’Udinese) tra le mura amiche ha superato il Chievo per 3-1, mentre ben tre sfide han fatto registrare il segno ics: la vivace Bologna-Torino di sabato sera, conclusasi sul 2-2, e le soporifere Siena-Parma e Catania-Cagliari, in cui ha vinto solo chi è rimasto a casa a poltrire sul divano. (JODY COLLETTI)