«Non avrei mai immaginato fino a che punto l’immobilismo potesse spingersi!»: con questi toni Daniela Faranda spiega le sue dimissioni dall’incarico di Vicepresidente del CdA dell’ente teatro Vittorio Emanuele, che ormai da un anno vive la drammatica situazione di stallo economico e culturale.
Faranda spiega, non facendo trapelare toni amari e delusi, che una mancata pianta organica, piano di equiparazione e stabilizzazione dei professori d’orchestra siano stati quegli ingredienti velenosi che hanno soltanto peggiorato la gravosa condizione dell’ente, vessata ancor di più dal taglio del contributo regionale del 27% per il 2013 «neanche sufficiente a coprire i costi fissi». Certamente hanno influito anche i toni aspri e i botta-risposta tra i sindacati e il Presidente Ordile, accusato dall’ex vicepresidente di aver «curato personalmente i rapporti con le OO.SS. nonostante i ripetuti inviti da parte delle stesse al coinvolgimento dell’intero CdA.».
Sulle ipotesi, invece, di un commissariamento prossimo salvando Presidente e Sovrintendente, Faranda ha sottolineato che «se ciò fosse vero, una tale evenienza mi parrebbe un controsenso, considerato che i ruoli principali nella gestione diretta sono svolti dai suddetti, nei confronti dei quali la sottoscritta – com’è noto – ha spesso manifestato il proprio dissenso.»
L’ex vicepresidente non risparmia neanche qualche considerazione su Rosario Crocetta, «che più volte ha rivolto il suo benevolo sguardo verso l’ente e che in questi mesi non ha voluto supportare il Consiglio in carica, ponendo ogni forma di ostruzionismo possibile per arrivare al commissariamento anche del Teatro di Messina.»
Daniela Faranda chiude così questa sua collaborazione con il Vittorio Emanuele, ma non senza aver ricevuto una risposta, dal momento che in una nota i tre consiglieri Carmelina David, Carmelo Letto e Gustavo Ricevuto hanno dichiarato che «le suddette argomentazioni sono del tutto personali e non rispecchiano né le nostre posizioni né il nostro stato d’animo.» (CLARISSA COMUNALE)