La notizia circolava già da un po’ ma adesso è certo: il piano regolatore che tra le tante cose prevedeva la costruzione del Parco commerciale di Contrada Siena, nella zona industriale di Barcellona P.G., ha portato a 15 avvisi di garanzia emessi in questi giorni dalla Procura della Repubblica.
Tra le persone raggiunte dal provvedimento deciso dal sostituto procuratore Francesco Massara vi sono molti nomi noti: oltre all’Avv. Rosario Cattafi (agli arresti al 41 bis per reati di mafia) vi sono anche la di lui sorella, Maria Idea Cattafi (64 anni), ed il figlio Avv. Alessandro Cattafi (36 anni). Essendo la “Di.Be.Ca.” l’azienda famigliare posta sotto i riflettori, un avviso è stato inviato anche alla rappresentante legale Ferdinanda Corica (56 anni), mentre si è deciso di non procedere nei confronti della madre di Rosario Cattafi e del presidente della Gdm Spa (che avrebbe dovuto realizzare il centro commerciale) i quali risultavano in un primo abbozzo di comparizione.
Ma, come sempre succede in questi casi, l’indagine colpisce anche alcuni vertici del palazzo comunale che di fatto studia ed approva i piani regolatori: ecco dunque altri avvisi per i progettisti (alcuni a detta dell’accusa intervenuti senza incarico formale) Mario e Santino Nastasi, Giuseppe Gangemi e Giovanni Cattafi, nonché per i componenti della commissione urbanistica in carica in quel 2007 in cui tutto ebbe ufficialmente inizio. Tra questi dunque anche il Rup Ing. Orazio Mazzeo (61 anni) che è attualmente dirigente di VII settore di Palazzo Longano (ed uno dei sei funzionari sospesi lo scorso maggio per volontà del ministro Cancellieri in seguito ai risultati dell’ultima indagine prefettizia).
Le prime verifiche sul caso ebbero luogo in seguito ad una esplicita richiesta del Senatore Francesco Lumia che a suo tempo segnalò in commissione parlamentare alcuni dati da lui dichiarati “sospetti”.
La vicenda negli ultimi anni ha rappresentato una vera e propria spada di Damocle sulla testa di un’intera città esposta al continuo rischio di scioglimenti di giunta, commissariamenti ed, ovviamente, imbarazzanti processi nei confronti di esponenti importanti della cosiddetta “Barcellona bene”.