Messina, come Palermo e Catania, non entrerà a far parte dei nuovi consorzi che sostituiranno le province, ma diventerà città metropolitana. Lo ha annunciato il governatore Rosario Crocetta, prima della seduta dell’Ars che ha preso il via poco dopo le 16.30 e che ratificherà l’abolizione delle Province regionali in Sicilia.
Nel pomeriggio il governatore ha precisato i nuovi consorzi saranno 12 o 13 e non ne faranno parte Palermo, Catania e Messina, che diventeranno città metropolitane. Ogni consorzio sarà guidato dal comune capofila con più abitanti. In pratica, alle attuali nove zone in cui è divisa l’Isola, si aggiungerebbero i consorzi di Caltagirone, Marsala e nelle aree dei Peloritani e dei Nebrodi. Crocetta ha quindi anticipato quali potrebbero essere le loro funzioni, e cioè quelle attualmente ricoperte dagli Ato e dalle Srr (Società per la regolamentazione dei rifiuti), e dai distretti turistici. Anticipazioni su cui si baserà il progetto organico di riforma che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre del 2013.
Ieri l’Aula ha approvato tutti gli articoli della norma. Oggi, dopo le dichiarazioni di voto dei gruppi e dei singoli deputati che vorranno intervenire, sarà la volta del voto alla prima riforma del governo Crocetta, che darà il benvenuto ai liberi consorzi di Comuni: un percorso che dovrebbe ormai essere più che in discesa.
A dare battaglia, a prescindere dal voto finale e dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale con i relativi tempi, è pronta l’Unione delle province che già domani ha annunciato l’opposizione dei 9 presidenti delle Province siciliane presenteranno i loro motivi. “In Sicilia si sta facendo un’operazione di trasformismo, una legge bandiera che non affronta i veri nodi e che non fa che aggiungere nuova burocrazia – si legge in una dura nota del presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Antonio Saitta-, cosi’ si rischia di passare dalle 9 Province attuali a 33 Consorzi e 3 Citta’ metropolitane”.