La doccia fredda è arrivata a suon di comunicati stampa. Dopo la manifestazione del 15 marzo, l’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele continua il braccio di ferro con l’Ente Teatro, e a poche ore dall’arrivo nelle redazioni di un comunicato dell’Ufficio Stampa con le ultime notizie in merito alla messa in scena che avrebbe fatto “dimenticare per una settimana – per quanto sia possibile – i problemi economici che stanno ostacolando l’attività dell’Ente”, ecco arrivare un comunicato firmato dalle organizzazioni sindacali di SLC-CGIL, UILCOM-UIL, FIALS-CISAL e S.A.Di.R.S. di Messina che proclamano lo sciopero generale per il giorno 19 marzo , mettendo a rischio la prima dell’opera.
I sindacati hanno informato prima la stampa dello stesso EnteTeatro, che dopo le polemiche seguite all’abbandono della direzione del maestro Fogliani, con un botta e risposta che ha coinvolto anche il direttore Genitori, aveva ottenuto il si dal maestro giapponese Hirofumi Yoshida che nella scorsa stagione è stato sul podio in occasione dell’applaudito allestimento de “La Rondine” di Puccini, e che rischia il 19 marzo di alzare la bacchetta nel vuoto.
“Le modalità di svolgimento dello sciopero vengono indicate attraverso la sospensione delle attività per l’intera giornata lavorativa – si legge nel comunicato che annuncia lo sciopero, a cui non ha aderito Cisl – La protesta coinvolge tutti i lavoratori in organico, stagionali ed a tempo determinato, di ciascun settore di applicazione e/o appartenenza. La protesta, che viene portata avanti da mesi, prosegue sia per la mancata risoluzione delle questioni “storiche” e sia contro la fatiscente gestione da parte della dirigenza dell’ E.A.R. e del suo C.d.A.. Si precisa che, avendo mantenuto lo stato di agitazione dei dipendenti, la norma sulla proclamazione dello sciopero rientra nei canoni previsti dalla L. 146/90 e successive modifiche”.
Tra l’altro la questione della mancata stabilizzazione degli orchestrali dell’Ente Teatro è arrivata in Procura, con un lungo esposto indirizzato non solo al Tribunale di Messina, ma anche alla Corte dei Conti di Palermo. Una denuncia firmata da oltre 30 professori d’orchestra, che dopo anni di contratti a termine, hanno presentato ricorso anche al Tribunale del Lavoro, dove le cause per l’assunzione a tempo indeterminato e la richiesta di risarcimento dei danni subiti sono ancora in corso.
In attesa che possa arrivare un “commissario” dalla Regione, che sembra la soluzione auspicata dai protagonisti della protesta, resta una grande amarezza per la conduzione di una lotta che, in questi termini, non fa bene all’immagine tutta del teatro, e che rischia di compromettere definitivamente i rapporti con gli abbonati, che alla fine subiscono gli effetti di una battaglia per la stabilizzazione dei precari che ha reso in primis “precario” qualsiasi sforzo di programmazione.
In serata un comunicato dell’Ente Teatro che chiarisce: “nel caso in cui la messinscena sia impossibile – a causa dello sciopero – gli abbonati al primo turno avranno diritto a ottenere un posto nei rispettivi settori negli spettacoli di giovedì 21 o di sabato 23. Analogo diritto, in alternativa al diritto di rimborso, avranno gli spettatori che hanno acquistato il biglietto per la prima. Anche gli abbonati della scorsa stagione, in cui “Rigoletto” non è andato in scena a causa dei tagli regionali, e che non hanno rinnovato l’abbonamento, potranno assistere all’opera di Verdi giovedì o sabato. In tutti questi casi, gli aventi diritto – allo scopo di avere garantito il posto nel settore di appartenenza – sono cortesemente invitati a presentarsi al botteghino del Vittorio Emanuele entro le ore 12,30 di giovedì 21 marzo. L’Ente Teatro si scusa con abbonati e spettatori per il disagio, peraltro indipendente dalla propria volontà”.
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