SERIE A, ILPUNTO: “GAME OVER”

 

Se il campionato fosse un videogame da sala giochi dei primi anni 80, dalle 16.49 di ieri pomeriggio probabilmente lampeggerebbe, in bella vista, la scritta a caratteri cubitali “GAME OVER”. Le lancette segnavano infatti quell’orario quando Emanuele Giaccherini, nato il 5 maggio, trafiggendo Andujar con un destro sporco faceva esplodere lo Juventus Stadium e cuciva sulla maglia bianconera 2/3 di scudetto. La Signora accelera, si traveste da scalatore d’Alpe d’Huez e prova lo scatto decisivo. Il Napoli non riesce a rispondere all’allungo, arranca, è sulle gambe e dietro sta persino arrivando una scheggia rossonera.

Fuor di metafore, la 28ma giornata di Serie A potrebbe rivelarsi essenziale nell’economia del nostro massimo campionato. La capolista fa il vuoto in classifica, portando il suo vantaggio sui partenopei a +9 (+10 considerando gli scontri diretti), grazie alla vittoria in extremis contro il Catania ed alla contemporanea debacle -nella Verona riconfermatasi fatale- degli uomini di Mazzarri, che non solo vedono svanire i sogni scudetto, ma temono concretamente di subire il sorpasso da parte del Milan: uno scenario catastrofico che inibirebbe ai campani l’ingresso dalla porta principale della Champions League, costringendoli a sgomitare per entrare almeno col preliminare.

Come avrete notato, un paio di condizionali qua e là fanno comunque capolino, perché la storia è maestra, di vita ma anche di rimonte formidabili, tipo quella concretizzatasi il giorno in cui Giaccherini compì 17 anni, quando Gresko oscurò Manzoni. Chiudendo la doverosa parentesi riservata ai giochi tricolore, va precisato che gli azzurri contro il Chievo hanno sciorinato una delle peggiori prestazioni stagionali, vero, ma Marchisio e compagni non è che abbiano incantato contro la compagine rossazzurra, autentica rivelazione dell’annata. I campionati però si vincono anche così, credendoci sempre, cercando l’episodio decisivo fino alla fine per riuscire a sbrogliare la matassa più intricata. Insomma, ci vuole una notevole solidità mentale e -tra le due contendenti- una l’ha sempre palesata, l’altra quasi mai, scivolando sempre sul più bello e sciupando tante, troppe occasioni per restare in scia alla banda di Antonio Conte.

Proseguendo lo screening della giornata con un occhio alla graduatoria, si era già accennato alla rimonta del Milan, che ha vinto anche a Genoa grazie alle reti di Pazzini e Balotelli e adesso punta concretamente quell’importantissimo secondo posto che a metà stagione sembrava mera utopia. Complimenti ad Allegri. L’innesto di Super Mario è servito ad infondere fiducia ad un ambiente in ristrutturazione, certo, ma se il rospo è diventato principe il merito è tutto del tecnico livornese. Per completezza, vanno segnalate le lamentele genoane per le imbarazzanti sviste arbitrali a loro danno, ma va detto che ce ne sono state anche a loro favore, sotto forma di mancate espulsioni. Ad ogni modo, di certo quest’anno i rossoneri non possono proprio lamentarsi dei fischietti.

Scendendo di un gradino, al quarto posto troviamo l’esaltante Fiorentina di Vincenzo Montella, che in posticipo ha violato l’Olimpico e superato in un sol colpo la stessa Lazio e la sciagurata Inter, candidandosi seriamente al ruolo di outsider in ottica qualificazione Champions. Ancora decisiva la coppia dell’est, ancora a segno Stevan Jovetic e Adem Ljaijc, con quest’ultimo che sembra finalmente essere esploso. I biancocelesti -al contrario- sono in piena involuzione, come dimostrano i miseri 5 punticini raccolti nelle ultime 8 gare. Se non sarà posto un freno alla caduta libera, la società di Lotito rischierà di mancare anche la qualificazione alla prossima Europa League.

Venendo adesso all’allegra brigata di Stramaccioni, sono stati già utilizzati quasi tutti gli aggettivi: infierire sarebbe poco cavalleresco. I nerazzurri, nell’altro scontro della domenica sera, sono capitolati a San Siro al cospetto del Bologna, vittorioso con una zampata di Alberto Gilardino. Lo spunto più simpatico di questo weekend in casa meneghina è stato rappresentato dalla conferenza stampa della vigilia, quando -interpellato sulla bontà del progetto alla luce della disfatta contro il Tottenham- il tecnico romano aveva esortato i presenti a non mettere tutto in dubbio alla “prima sconfitta”. Il simpatico Strama evidentemente ragionava a compartimenti stagni, dato che fino a quel momento, considerando il solo campionato, i suoi ragazzi di sconfitte ne avevano collezionate ben otto, con questa nove.

Prima della veloce carrellata finale, un veloce accenno alle tristi vicende di Sicilia, sponda tirrenica, s’intende. Il Palermo perde anche l’ultimo treno, cedendo il passo in casa al Siena compagno di sventure…e Zamparini che fa? Ma ovviamente scrive il nuovo atto della tragicommedia stagionale. Altro giro, altra corsa. Via Gasperini: da domani dovrebbe tornare Sannino, cacciato dopo una manciata di giornate, per quello che sarebbe il quinto avvicendamento in panchina. Tornano tutti, non tornano però i conti ai poveri tifosi rosanero.

Nelle altre partite, da segnalare i successi interni di Cagliari (3-1 ai danni della Samp con triplo Ibarbo) e Atalanta, impostasi di misura sul Pescara nel lunch match grazie alla doppietta di Denis. Sorrisi anche al “Tardini” di Parma, dove i ducali hanno superato il Torino con un eccessivo 4-1 recante in calce la firma di Amauri, autore di una tripletta; mentre l’unico pareggio della giornata si è registrato al “Friuli” dove, nell’anticipo del sabato sera, Udinese e Roma hanno impattato sull’1-1 per effetto delle reti dei talentuosi Lamela e Muriel. (JODY COLLETTI)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it