Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Lucia Tarro Celi, una storica esponente del Pd, che molti ricorderanno per le polemiche seguite alla sua denuncia in occasione delle ultime primarie, e che oggi interviene sulla vicenda che ha coinviolto il PD nell’inchesta relativa al voto di scambio nel Comune di Patti.
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Le vicende di Patti chiedono, oggi, più che mai un Partito libero da intrecci invisibili e sotterranei che finiscono per inficiarne l’immagine e la credibilità attraverso elezioni telecomandate e metodi parentali. Da più parti erano già state messe in evidenza le contraddizioni che quel metodo aveva
determinato nell’esperienza delle primarie, con relative ricadute nelle elezioni politiche.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto sotto i riflettori di un’opinione pubblica che osserva, giudica, persino si ribella. La Storia ci consegna un presente sempre più difficile e drammatico dentro una società che chiede scelte radicali e fuori dalle caste tradizionali. Tocca al PD in un dialogo serrato e costruttivo con tutti i movimenti che segnano la spia di questo profondo disagio assumersi la responsabilità di un protagonismo nuovo, fatto di progettualità concrete, di rinnovamento delle sue classi dirigenti, di fiducia in quei tanti giovani che oggi, con rinnovata passione, esprimono il bisogno di cambiamento. A Milano, a Roma, a Messina, una città dove il PD rischia di smarrire le sue radici, ma anche il senso di una militanza che non trova nella questione morale ed etica la sua ragion d’essere. Questa strada è divenuta per tanti inaccettabile. Per tali motivi sento il bisogno di chiedere, oltre la sospensione dal Partito di coloro che sono inquisiti, la
Convocazione di un’assemblea straordinaria in grado di scegliere, a livello provinciale, una guida autorevole, riconosciuta per i suoi consensi nella società civile e non per la quantità di voti ottenuti da circoli senza volti e senza radicamento sociale. Questa è la strada di un declino annunciato. Per tali motivi sento di lanciare un appello a quei tanti giovani che nel PD di Genovese hanno dato prova di competenza e di impegno politico, ma che rischiano di rimanere intrappolati in una rete di appartenenza a metodi e a sistemi lontani anni luce da quello che la realtà del presente oggi ci chiede: dallo scenario nazionale alle prossime amministrative per il governo della città.
L’urgenza di cambiare pagina è ormai nei fatti. Sapendo che più che chiedere il cambiamento, bisogna essere il cambiamento ed essere riconosciuti come tali.
Alla neo-eletta Maria Tindara Gullo, nel giorno della festa della donna, faccio l’augurio, (già espresso in passato) perché possa raggiungere quell’autonomia dai “patriarcati”, che tanta fatica è costata alla mia generazione, e apprezzare la “bellezza” della vera libertà. Compresa la libertà di dimettersi. (LUCIA TARRO CELI)