L’ufficialità arriva alle 19,30. La giunta presieduta da Rosario Crocetta ha deciso di abolire le Province, che saranno sostituite dai consorzi. La maggioranza ha trovato l’intesa sull’abolizione delle nove province in Sicilia che costano circa 700 milioni di euro l’anno e saranno sostituite da consorzi il cui consiglio sarà composto dai consiglieri comunali della zona, mentre la Giunta dai sindaci secondo il peso ponderale legato al numero degli abitanti.
Altra novità riguarda gli organismi elettivi di secondo grado. Niente più elezioni provinciali, si risparmieranno così 50 milioni all’anno. Cambiano anche le scuole che dalle Province adesso passano in mano ai Comuni. Mentre le strade vanno al Genio civile. Non solo.
Tra i cinque punti che cambieranno il volto della Sicilia anche la soppressione degli istituti delle case popolari (Iacp).
Una parte dei risparmi sarebbe utilizzata per finanziare il reddito minimo di cittadinanza: per questa voce sarebbero utilizzabili subito 10-12 milioni derivanti dal taglio del costo delle indennità per presidenti, assessori e consiglieri.
Il primo ok, quello politicamente determinante, è arrivato in serata alla conclusione del vertice. Così, promette Crocetta, inizierà “la vera rivoluzione”.
La prima reazione fra gli alleati del presidente Crocetta, è quella del segretario regionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia: “Esprimiamo soddisfazione per la decisione assunta dal Governo, e da noi auspicata da tempo immemorabile, di sopprimere le Province e ora aspettiamo di vedere ed esaminare il testo che il Governo sottoporrà ai gruppi parlamentari”.
“Siamo convinti che sopprimere le Province – aggiunge- non debba tuttavia configurare il mantenimento in vita o la costituzione di inutili carrozzoni, perché altrimenti sarebbero vanificati quei risparmi di spesa”.
Il confronto adesso si sposta su altri tavoli. La parola passa ora ai vari gruppi parlamentari che si riuniranno per discutere della riforma, così come si riunirà la commissione Affari istituzionali, che dovrebbe esaminare il testo varato dalla giunta.